In Italia, secondo gli ultimi dati disponibili, i lavoratori domestici sfiorano quota un milione e, nel 2021, il loro numero arriva a 961.358 unità. Nel dettaglio, gli operatori del settore sono rappresentati per l’85% da donne, di cui il 70% immigrate, provenienti dalla Romania per il 21,6%, dall’Ucraina per il 14,1% e dalle Filippine per il 10,1%.
La cura delle fragilità
Considerato il progressivo tasso di invecchiamento della popolazione italiana che, insieme al Giappone, è stato uno dei più rapidi tra i paesi economicamente più sviluppati tantoché, entro il 2050, si stima una percentuale del 36% di popolazione ultrasessantacinquenne, con un’età media stimata pari a 82 anni. Ciò comporta un bisogno sempre maggiore di cura che, in ambito domestico, viene garantita in larghissima parte da colf e assistenti famigliari le quali, attraverso impegno e difficoltà, aiutano le persone con fragilità nel soddisfacimento delle esigenze quotidiane, permettendo loro di vivere serenamente nelle loro case. La situazione attuale di questo settore dell’assistenza è estremamente complessa e variegata. Interris.it ha parlato di questo argomento con la segretaria nazionale di Acli Colf Giamaica Puntillo, da sempre impegnata in prima persona nella tutela professionale delle collaboratrici e dei collaboratori domestici.
L’intervista
Qual è la situazione attuale di badanti e colf in Italia? In che modo la situazione internazionale sta influendo sul settore?
“La situazione internazionale, al momento, non ha fatto registrare particolari smottamenti tra le colf e badanti italiane. Tra le lavoratrici domestiche di nazionalità ucraina si sono attivati dei canali di aiuto per i familiari residenti in patria. In alcuni casi si è assistito a dei ricongiungimenti. Al momento, comunque, a parte alcune situazioni specifiche, il contesto delle assistenti familiari, in Italia, presenta le caratteristiche di sempre: molto lavoro nero e altrettanta precarietà”.
Di che entità è il bonus badanti? Qual è la platea potenziale di chi può usufruirne?
“L’indennità, di 200 euro, sarà una tantum ed erogata solo a domanda, la condizione è di avere uno o più contratti di lavoro domestico in corso alla data del 18 maggio 2022”.
In che modo si potrebbe migliorare la condizione dei lavoratori domestici? Che strumenti normativi servirebbero per arginare il lavoro nero? Quali sono gli auspici di Acli Colf?
“Una delle principali lotte condotte dalle Acli Colf è rivolta contro il lavoro nero che interessa circa il 60% delle lavoratrici. Per arginare questo fenomeno, alla base dell’evasione fiscale e della precarizzazione del settore, le Acli Colf sono attivamente impegnate per sensibilizzare le lavoratrici e i datori di lavoro affinché adottino il contratto, nel comune interesse di entrambe le parti. Inoltre, attraverso l’erogazione di specifici corsi di formazione, le Acli Colf puntano a qualificare meglio le assistenti familiari, dotandole delle opportune competenze. Questo anche ai fini della creazione di appositi registri regionali delle Colf e delle Badanti, tema sul quale le Acli Colf si spendono da sempre, che possano garantire personale serio ed affidabile. Le Acli Colf, inoltre, auspicano una maggior attenzione della politica verso questo settore, il cui costo ricade quasi interamente sulle famiglie, senza che vi sia la possibilità di detrarre interamente la spesa per il lavoratore domestico”.