Siti contaminati: la visione ecologicamente integrale della Laudato si’

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In occasione della settimana dedicata all’enciclica Laudato si’ sulla “casa comune“, il geologo ambientale Giovanni Savarese fa il punto sui siti contaminati. Dal punto di vista della “ecologia integrale”. Animatore Laudato Sì, esperto ambientale e project manager, Savarese riflette sulle tematiche antropologiche e ambientali. Nel solco del documento pontificio. “La settimana dedicata alla Laudato sì stavolta assume un significato particolare- spiega Savarese-. Da un lato è il culmine dell’anno dell’anniversario speciale dedicato alla promulgazione dell’enciclica Laudato si’. Dall’altro si celebra mentre ancora si cerca di uscire da una crisi pandemica che ha espresso fin troppo chiaramente quanto ‘tutto è connesso’. Uno dei messaggi più forti dell’enciclica“.

Il messaggio della Laudato sì

“Tra i messaggi più dirompenti dell’appello fatto dal Pontefice c’è quello connesso al concetto di ecologia integrale usato dal Papa- evidenzia Giovanni Savarese-. Un passaggio è particolarmente significativo. ‘Le ragioni per le quali un luogo viene inquinato richiedono un’analisi del funzionamento della società. Della sua economia. Del suo comportamento. Dei suoi modi di comprendere la realtà. Data l’ampiezza dei cambiamenti, non è più possibile trovare una risposta specifica e indipendente per ogni singola parte del problema. Le direttrici per la soluzione richiedono un approccio integrale per combattere la povertà. Per restituire la dignità agli esclusi e nello stesso tempo per prendersi cura della natura” (LS 139).

L’urgenza di risanare

“In tale prospettiva assume particolare rilievo il tema del risanamento dei siti contaminati. La cui discussione riguarda spesso connotati prettamente ambientali- sostiene Giovanni Savarese-. Inoltre, una visione integrale agevola l’allineamento degli obiettivi di risanamento del territorio agli obiettivi condivisi dall’Agenda Onu 2030. E’ utile la lettura dei dati dell’Istituto Superiore per la Ricerca e la Protezione Ambientale (ISPRA). Ci mostra circa 5.000 i siti in Italia che hanno avuto bisogno di intervento. Per ridurre le concentrazioni delle sostanze contaminanti. O trovare un nuovo equilibrio con l’ambiente circostante. E con l’uomo. Mediante azioni di messa in sicurezza. A questi si aggiungono circa 15.000 siti in attesa di interventi. Ma i numeri dovrebbero considerare anche quelli dei siti di interesse Nazionale (SIN)”.

Terra dei Fuochi

Stime al ribasso

Si tratta di “aree ad eccezionale livello di compromissione della qualità ambientale“. Che si estendono per più dello 0,5% del territorio italiano. “A livello europeo i dati sono altrettanto impressionanti- osserva Savarese-. 2.8 milioni di siti sarebbero potenzialmente contaminati. E di questi il 14% (più di 300 mila) richiede interventi di bonifica. Peraltro, sono stime al ribasso. Visto che a livello regionale non in tutti i casi è disponibile tale informazione. O è disponibile in modo non completo”.

Contaminazione

“Non è facile riassumere in poche righe la qualifica tecnica e giuridica della ‘contaminazione ambientale’– puntualizza Giovanni Savarese-. Si potrebbe definire tale fenomeno come una evidenza di compromissione del capitale naturale. Suolo,
sottosuolo ed acqua. A causa di un sovrapposto fenomeno di origine, generalmente, umana. Ancora più in generale si ritiene ‘contaminato’ un luogo dove gli standard qualitativi previsti dalla legge non sono garantiti. Ovvero dove sussista una minaccia di danno per l’ambiente e per la specie umana che lo abita. L’aspetto più immediato, dunque, che lo caratterizza è il legame con il ‘capitale naturale’. L’utilizzo del termine ‘capitale’ è da tempo subentrato al termine ‘risorse’. In economia il termine ‘risorse’ è utilizzato per rappresentare i fattori produttivi. Che possono essere impiegati per il raggiungimento di un determinato obiettivo monetario. E il loro valore è correlato al valore dell’output finito che consentono di produrre”.

Servizi ecosistemici

“La visione della natura (più dettagliatamente dei servizi ecosistemici) come ‘capitale’ ribalta il termine della questione– specifica il geologo ambientale Giovanni Savarese-. E ne stabilisce un valore. Non più risultato di una serie di operazioni umane. La cui entità è alla base dell’economia che contribuisce al raggiungimento del benessere umano. Perciò un depauperamento di tale capitale minaccia alla base un modello di sviluppo che non sia sostenibile. Come diminuzione di risorse ‘fornite’ e non ‘estratte’. Le componenti del capitale naturale maggiormente impattate dai fenomeni di contaminazione ambientale sono il suolo e le acque sotterranee”.

Suolo e acque sotterranee

“ll suolo è un elemento naturale di estremo valore– analizza Giovanni Savarese-. Sia perché la sua formazione richiede processi complessi e tempi intergenerazionali. Che ne fanno una fonte sostanzialmente non rinnovabile. Sia perché la sua esistenza garantisce la fornitura di cibo. E’ elemento centrale del paesaggio. Ed è centro di stoccaggio di materie prime fondamentali. Sono questi servizi ecosistemici trasversali. Di approvvigionamento. Di regolazione e mantenimento. Ed infine culturali. Tali valutazioni sono discendenti da quanto riconosciuto in sede europea nel 2006 prima. E nel 2013 poi. Il valore del suolo ha assunto un notevole peso anche negli obiettivi di sviluppo sostenibile delle Nazioni Unite nell’Agenda 2030. Molti fanno direttamente o indirettamente riferimento all’uso del suolo. Mentre altri non possono prescindere da un mantenimento in salute del capitale. Gli obiettivi europei al 2050 prevedono l’azzeramento del consumo di suolo. Ciò nonostante, ad oggi non è possibile sistematizzare le informazioni. Per correlare il fenomeno della contaminazione alla depauperazione del capitale ‘suolo'”.

Stato dell’ambiente

Aggiunge Savarese: “Il rapporto sullo stato dell’ambiente pubblicato dall’Unione Europea per l’anno 2020 tuttavia riporta dati allarmanti. Al 2030 le condizioni del suolo si prevede permarranno in uno stato di deterioramento. Mentre
l’inquinamento chimico addirittura peggiorerà il suo impatto sugli ecosistemi. Le conclusioni del rapporto non lasciano spazio a fraintendimenti “la contaminazione dei suoli è diffusa e diverse soglie sono già state superate”.

Attività biologica

“Quanto alle acque sotterranee la funzione che esse svolgono è probabilmente di più immediata comprensione– sottolinea Giovanni Savarese-. L’acqua è imprescindibile per lo sviluppo dell’attività biologica umana. Ed è fondamentale per lo sviluppo del mercato agricolo.  E per l’esercizio di gran parte delle attività industriali. La qualità dei corpi idrici sotterranei si definisce in funzione delle sue caratteristiche quantitative. I volumi disponibili. E qualitative. Le caratteristiche chimico-fisiche. Su questo ultimo aspetto l’impatto della contaminazione ambientale è evidentemente determinante. Una volta disperso nel suolo il contaminante tende a raggiungere le zone più profonde. E a seconda delle sue caratteristiche può solubilizzare e mobilizzarsi. Propagandosi a grandi distanze. Gli interventi sono generalmente molto complessi. Richiedono costi notevoli e possono avere un impatto ambientale correlato altrettanto grave. La produzione di rifiuti derivanti dai mezzi di purificazione, ad esempio”.

La carezza della Laudato si’

Prosegue Giovanni Savarese: “L’Agenda 2030 dedica all’acqua uno specifico obiettivo. Il numero 6. E si prefigge tra l’altro di ‘migliorare la qualità dell’acqua riducendo l’inquinamento. Riducendo al minimo il rilascio di sostanze chimiche e materiali pericolosi‘. Secondo il Rapporto ISPRA Annuario dei dati ambientali 2020, quasi il 30% dei corpi idrici sotterranei (al netto di quelli che non è possibile classificare) ha un indice “scarso”. Che significa sotto la soglia minima prevista dalla Direttiva Europea di riferimento. ‘L’acqua potabile e pulita rappresenta una questione di primaria importanza. Perché è indispensabile per la vita umana e per sostenere gli ecosistemi terresti e acquatici’ (LS 28). Il secondo aspetto, intimamente connesso al precedente, è la minaccia che la contaminazione comporta per la specie umana che abita l’ambiente. Nelle consolidate pratiche di valutazione degli impatti si fa particolare attenzione agli impatti sulla salute dell’individuo. In realtà questo è uno degli aspetti, sicuramente il più importante. A cui si possono associare altri effetti secondo una prospettiva più ampia. ‘Tutto l’universo materiale è un linguaggio dell’amore di Dio, del suo affetto smisurato per noi. Suolo, acqua, montagne, tutto è carezza di Dio’ (LS 84)”.

 

Giacomo Galeazzi: