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Lascito solidale: più consapevolezza su ambiente e salute

4 italiani su 10 pensano che nell’ultimo decennio il mondo sia diventato un posto peggiore in cui vivere e lo stesso vale guardando dentro casa nostra, all’Italia

Lascito solidale: in un decennio complicato è cresciuta la consapevolezza su ambiente e salute. A dimostrarlo è la ricerca realizzata nel decimo anniversario del comitato per il testamento solidale. Gli italiani riconoscono il volontariato come primo attore per il miglioramento. Il Terzo Settore esiste da decenni ma è stato riconosciuto giuridicamente in Italia solo nel 2016, con l’avvio della riforma che lo interessa, ne definisce i confini e le regole di funzionamento. C’è un sistema sociale ed economico che si affianca alle istituzioni pubbliche e al mercato e che interagisce con entrambi per l’interesse delle comunità. Condivide con il “primo” e il “secondo” settore alcuni elementi. Come il mercato, è composto da enti privati. Come le istituzioni pubbliche, svolge attività di interesse generale Questi aspetti si rimescolano, sottolinea Cantiere Terzo Settore, dando vita ad un nuovo originale soggetto.settore

Fiducia nel volontariato

Il Terzo Settore è un insieme di enti di carattere privato che agiscono in diversi ambiti. Dall’assistenza alle persone con disabilità alla tutela dell’ambiente. Dai servizi sanitari e socio-assistenziali all’animazione culturale. Spesso gestiscono servizi di welfare istituzionale. E sono presenti per la tutela del bene comune e la salvaguardia dei diritti negati. Più di 4 italiani su 10 pensano che nell’ultimo decennio il mondo sia diventato un posto peggiore in cui vivere e lo stesso vale guardando dentro casa nostra, all’Italia. In questo scenario disincantato, il Terzo Settore è l’unico soggetto che la maggioranza degli italiani (quasi due terzi) vede concretamente impegnato nella costruzione di una società migliore. L’impegno civile (ambientale, sociale, culturale) è riconosciuto da una larghissima maggioranza come fattore decisivo nella costruzione di una società migliore, ma gli italiani pensano che per migliorare il mondo serva anche la solidarietà. Dando sostegno a una buona causa tramite il lascito solidale (69%) o una generica donazione in denaro (66%).lascito

Lascito per la società

Il 21% del campione, corrispondente a 5.5 milioni di italiani (over 50), ha già previsto un lascito solidale nel suo testamento. O si è orientato a farlo, mentre aumentano gli indecisi (35% vs 27 nel 2022). Promossa la comunicazione: le campagne dedicate ai lasciti solidali piacciono a 7 italiani su 10. Questo quadro emerge dall’indagine “La percezione dei cambiamenti degli ultimi 10 anni e l’orientamento verso le donazioni e i lasciti solidali” realizzata da Walden Lab-Eumetra per il Comitato Testamento Solidale su un campione rappresentativo di italiani di 25+ anni (circa 46,5 milioni, in base ai dati Istat). I risultati della ricerca sono stati presentati a Roma, a Palazzo Merulana, nell’ambito dell’evento organizzato dal Comitato. Con il patrocinio e la collaborazione del Consiglio Nazionale del Notariato. In occasione della Giornata internazionale del Lascito Solidale. L’evento di quest’anno celebra anche un anniversario speciale per il Comitato, nato nel 2013 per opera di 6 organizzazioni promotrici.

lascito

Studio del settore

Negli anni l’ente è cresciuto sempre di più, coinvolgendo il mondo del non profit in importanti attività di studio del settore, di informazione e di sensibilizzazione. Fino all’attuale assetto che conta 28 aderenti. AIL, AISM, Fondazione Don Carlo Gnocchi, Fondazione Lega del Filo d’Oro, Save the Children, Airalzh – Associazione Italiana Ricerca Alzheimer, Aiuto alla Chiesa che Soffre, Amref, Associazione Luca Coscioni, CBM Italia, Centro Benedetta d’Intino, Comitato Italiano per l’UNICEF Fondazione ETS, COOPI – Cooperazione Internazionale, Fondazione AIRC per la ricerca sul cancro, Fondazione Humanitas per la Ricerca, Fondazione Mission Bambini, Fondazione Operation Smile Italia ETS, Fondazione Piemontese per la Ricerca sul Cancro. Fondazione per la Ricerca sulla Fibrosi Cistica, Fondazione Progetto Arca, Fondazione Telethon ETS, Fondazione Umberto Veronesi, Greenpeace, Istituto Pasteur Italia. Smile House Fondazione ETS. Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti ETS-APS, Università Campus Bio-Medico, VIDAS. All’evento moderato dalla giornalista Rai Francesca Romana Elisei, ha preso parte Rossano Bartoli, portavoce del Comitato e presidente della Lega del Filo d’Oro. Tra gli intervenuti Paolo Anselmi, fondatore e presidente di Walden Lab e docente di Marketing Sociale presso l’Università Cattolica di Milano. Flavia Fiocchi, consigliere nazionale del Notariato con delega al Notariato per il Sociale. E Ines Testoni, psicoterapeuta, direttrice del Master in “Death studies & the end of life” dell’Università di Padova.lascito

Cambiamento climatico

La pandemia da Covid-19 (94%) e la guerra in Ucraina (93%) sono percepiti dagli italiani come gli eventi epocali dell’ultimo decennio. Seguono gli attentati terroristici in Francia, Spagna e Inghilterra (78%), la nascita di Chat GPT (77%), l’elezione di Trump (65%), la Brexit (64%) e l’avvento di Papa Francesco (63%). Ultimo ma ben presente, la nascita del movimento dei Fridays for Future (55%). In generale, per il 43% degli italiani oggi il mondo si trova in una condizione peggiore rispetto a 10 anni fa, solo il 10% ritiene che sia migliore. In cima alle preoccupazioni troviamo il cambiamento climatico (86%), seguito da guerre (84%) e pandemie globali (83%). Gli italiani sono preoccupati anche dall’esaurirsi delle risorse naturali (78%). E dalla crescita delle diseguaglianze tra paesi ricchi e poveri (76%). Fa la sua comparsa anche il tema delle tecnologie. Il 68% teme l’impatto della rivoluzione digitale nella vita quotidiana. E il 57% la sempre più rapida innovazione tecnologica dei mezzi e degli strumenti. Guardando al nostro Paese, la percentuale di chi ritiene che nell’ultimo decennio l’Italia sia peggiorata sale al 47%. Uno su 10 ritiene che sia invece migliorata. Mentre il 43% pensa che sia migliore per alcuni aspetti e peggiore per altri. Migliore o peggiore, ma per cosa? Tra gli ambiti che sono cresciuti, per gli italiani al primo posto si trova la ricerca medico-scientifica (35%). Seguita da qualità della comunicazione (33%). Tutela dell’ambiente (17%). Rispetto dei diritti civili (11%).lascito

Buona causa

Sono peggiorati nella percezione della gente, il costo della vita (88%), le prospettive dei giovani (73%), il lavoro e l’occupazione (66%) e la sanità (61%). Secondo gli italiani, in Italia oggi c’è meno benessere economico (72%). Ma anche meno fiducia nel prossimo (66%) ed equità sociale (62%). Nel complesso, oggi gli italiani vedono intorno a sé una società più preoccupata del futuro (77%) ma anche attenta alla propria salute (48%) e all’ambiente (45%). Meno soddisfatta della vita (67%), meno attenta agli altri (48%) e meno tollerante (46%). Passando dalla società all’individuo, la situazione è abbastanza speculare. Oggi il 70% degli italiani si sente personalmente più preoccupato del futuro rispetto a 10 anni fa, più attento all’ambiente (58%) e alla salute (56%). Il 42% si dichiara più disponibile di 10 anni fa a impegnarsi in prima persona per aiutare chi è in difficoltà (42%). E per una buona causa (40%). Gli italiani promuovono inequivocabilmente il Terzo Settore. Sono le organizzazioni Non Profit, per il 63%, ad aver fatto di più per rendere migliore la nostra società. Seguono le piccole e medie imprese (47%), i cittadini come corpo civico (43%), l’Europa (37%) e poi Chiesa, Amministrazioni locali e mass media, tutti appaiati al 33%. Cosa serve per rendere migliore la società? Per l’88% degli italiani serve il rispetto delle leggi e delle regole, seguito dall’impegno nel far bene il proprio lavoro (84%) e dall’impegno ambientale (82%), sociale (80%) e culturale (78%) intesi come forme di volontariato.

Donazione

Spunta anche il tema della donazione. Serve dare sostegno a una buona causa tramite il lascito solidale (69%). O una generica donazione in denaro (66%). L’impegno politico si attesta al 56%, come forma di impegno per migliorare la società. Quasi 3 italiani su 10 (28%) ha fatto una donazione a una ONP tra gennaio e maggio del 2023, con una flessione di 10 punti rispetto al 2022 (quando probabilmente avevano inciso gli appelli di emergenza per la guerra in Ucraina) ma in linea con i dati 2020/2021. La donazione media rimane piuttosto alta (106 euro vs 118 nel 2022 e 90 nel 2021). Il 21% del campione degli over 50. Ovvero 5,5 milioni di italiani, hanno già previsto un lascito solidale o sono orientati a farlo. Mentre aumentano gli indecisi (35% vs 27 nel 2022) e restano stabili quelli sfavorevoli (45%). La famiglia è la grande protagonista della scelta. 7 italiani su 10 coinvolgerebbero i parenti più stretti nella scelta (erano il 64% nel 2022) e solo il 16% dichiara che prenderebbe questa decisione da solo. Anche tra chi non pensa di fare un lascito solidale, più che l’egoismo, il deterrente è l’incertezza del futuro. Il 32% teme di sottrarre risorse al futuro degli eredi e il 28% è preoccupato per la precarietà lavorativa di figli e nipoti.lascito

Generosità

“In Italia a fare testamento, rispetto ad altri Paesi del mondo, è una percentuale più ristretta di persone. In particolare, solo una minoranza, 5 milioni e mezzo di persone, dichiara di aver previsto un lascito solidale nel proprio testamento o di essere orientato a farlo – dichiara Rossano Bartoli, portavoce del Comitato Testamento Solidale e presidente della Lega del Filo d’Oro – Eppure qualcosa si muove, stiamo assistendo ad un vero e proprio cambiamento culturale. Possiamo dire che la generosità degli italiani non si è fermata neanche davanti agli eventi di questi ultimi 10 anni, nel corso dei quali il Comitato ha accompagnato l’opinione pubblica in un percorso di conoscenza e consapevolezza sullo strumento del lascito solidale. Di cui oggi vediamo i frutti. Le campagne che abbiamo promosso hanno dissodato un terreno che sembrava inizialmente più ‘refrattario’, questo possiamo dircelo con soddisfazione guardando al decennio passato. Quanto al futuro, siamo consapevoli che ancora c’è del lavoro da fare, per superare qualche pregiudizio e diffondere sempre di più la cultura della solidarietà e del lascito”.lascito

Consapevolezza

I dati parlano di un aumento della consapevolezza sul lascito: nel 2023 sa cosa siano e ne ha sentito parlare l’82% degli over 50 (vs 79% nel 2022 e 73% nel 2021). Promosse le campagne informative e di sensibilizzazione. Il 72% degli intervistati considera positive le comunicazioni viste sul tema, che migliorano la conoscenza e l’immagine del lascito solidale (69%) e aumentano la propensione a farlo (65%). Come ricorda Bartoli, c’è ancora da lavorare, però, in questo senso, dal momento che permane qualche pregiudizio da sfatare. Si ritiene che potrebbe decidere di fare un lascito chi non ha eredi diretti (51% vs 48 nel 2022) e chi ha grandi patrimoni (43%, dato stabile). Solo il 18% degli over 50 (meno di 1 su 5) pensa che il lascito solidale possa essere fatto da chiunque. Come sottolinea Flavia Fiocchi, consigliere nazionale del notariato con delega al  per il sociale, “il lascito solidale è uno strumento alla portata di tutti grazie al quale è possibile lasciare una traccia di sé nel futuro. Sostenendo i progetti nei quali  si crede e che definiscono la propria identità. Nel nostro ordinamento, che più di quello anglosassone ha a cuore la tutela dei diritti della famiglia, garantiti dalla legittima, è possibile destinare infatti, attraverso il testamento, una parte, piccola o grande che sia, della quota disponibile del patrimonio a progetti di solidarietà sociale. È un gesto semplice e non vincolante, che può essere ripensato, modificato in qualsiasi momento, senza che vengano in alcun modo lesi i diritti legittimi dei propri cari e familiari. Farlo è semplice e sicuro, ed il notaio è disponibile in ogni momento per orientare il cittadino verso la scelta più consapevole“.

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