La lezione solidale della carità cristiana e l’apporto del Terzo Settore all’uscita dalla crisi Covid. Interris.it ha intervistato Luigi Bobba, tra i più autorevoli esponenti del cattolicesimo sociale italiano. Da sempre in prima linea nel volontariato, Bobba presiede Terzjus, osservatorio giuridico sui diritti del Terzo Settore.
Testimonianza sociale
Afferma a Interris.it l’ex presidente delle Acli e sottosegretario al Lavoro e politiche sociali: “La Chiesa, di cui Francesco si sente figlio come vescovo di Roma, deve essere povera e senza potere. Per questo deve saper rinunciare gioiosamente a tutti quei privilegi e orpelli di vario genere che hanno finito per offuscare il suo messaggio“. La galassia del volontariato fa propria la testimonianza di Francesco. Come dimostra l’impegno solidale dell’Osservatorio di diritto del Terzo Settore, della filantropia e dell’impresa sociale.
Riforma
Terzjus, in collaborazione con Italia nonprofit, ha lanciato “Riforma in movimento“. Si tratta della prima indagine nazionale sulla percezione e l’impatto delle riforma del Terzo settore sulle organizzazioni nonprofit. “E’ un’occasione e uno strumento di ascolto di come e quanto la riforma del Terzo settore, nelle sue diverse articolazioni, è stata percepita e che impatto ha avuto nella vita degli ETS (enti del Terzo settore)”, sottolinea Bobba.
Tassello
L’esempio della dottrina sociale
La dottrina sociale della Chiesa rappresenta un patrimonio valoriale e una radice preziosa della “sollicitudo rei socialis”. Una mobilitazione etica che alimenta la solidarietà di cui il Terzo settore è espressione. A partire proprio da modelli esemplari come i pontefici Roncalli e Bergoglio. Luigi Bobba, ravvisa tra la figura di Giovanni XXIII e quella di Francesco più di un tratto di somiglianza. “Pur tenendo conto della diversa epoca storica, si potrebbe quasi parlare di una comune indole comunicativa o di un analogo stile relazionale- osserva Bobba a Interris.it-. Comunque di una forte spontaneità che riesce a farsi percepire come autentica dalla gente. E la gente, proprio per questo, è pronta a riconoscere Roncalli come ‘Papa buono’ e Bergoglio come ‘Papa misericordioso’.
Sud del mondo
“Le modalità di attuazione del Concilio Vaticano II sono state profondamente diverse nelle varie parti del mondo– sostiene Bobba-. E forse le Chiese più giovani e più povere dei Paesi del Sud del mondo hanno saputo recepire in modo più creativo e innovativo il messaggio conciliare. In Europa, in particolare, la sfida della secolarizzazione e dell’individualismo radicale ha reso più difficile l’accoglienza di quel vento di rinnovamento comunitario originato dal Concilio. Ma anche nelle chiese del Sud America e dell’Africa si presentano oggi sfide altrettanto insidiose. Una lettura troppo politica ed ideologica del messaggio conciliare, ha lasciato inevasa una domanda di religiosità popolare. Che è stata invece interpretata dal diffondersi di miriadi di Chiese evangeliche pentecostali. E dal radicarsi delle stesse specialmente negli strati più popolari“.
Le sfide future
Dunque, secondo Bobba, “per le Chiese dell’Occidente il futuro si gioca nella capacità di attraversare la secolarizzazione. Riscoprendo le radici personalistiche e comunitarie del messaggio cristiano. Il futuro delle Chiese più giovani del Sud del mondo sarà segnato da una duplice capacità. Interpretare la domanda di giustizia sociale. E mantenere un forte radicamento nella religiosità popolare”. Un cristianesimo “più giovane, più fresco” può rappresentare, prosegue Bobba, “la nuova frontiera per la Chiesa universale“. Non a caso Francesco ha voluto aprire l’Anno Giubilare (ancor prima che a Roma, a San Pietro) nella cattedrale di Bangui. Capitale della Repubblica Centroafricana. Un segno poco valorizzato, ma denso di significato per il futuro della Chiesa tutta. L’attuazione del Concilio è un aspetto importante del programma di Francesco“.
Ecologia umana
Luigi Bobba richiama vari temi. L’ecumenismo. Il dialogo interreligioso. La custodia del Creato. L’ecologia umana. L’accoglienza degli immigrati. La convivenza interculturale. La collegialità nella Chiesa. La presa di distanza da ogni forma di potere. “Si tratta di prospettive che sono legate tra loro da fondamentali principi– puntualizza Bobba-. E cioè la comprensione, l’uguaglianza nella dignità. La misericordia. Anche in Italia gli piace una Chiesa inquieta. Sempre più vicina agli abbandonati. Ai dimenticati. Agli imperfetti”. Quindi, analizza Bobba, “Francesco non ha certo modificato i principi fondamentali della dottrina della Chiesa. Ma ha saputo presentarli non come dogmi lontani dalla vita delle persone. Bensì come vie per trovare un significato pieno alla propria vita”.
Le risposte dei pontificati
“Più di altri pontefici Giovanni Paolo II è riuscito ad entrare in sintonia con il mondo. A suscitare entusiasmi giovanili. In tanti luoghi e contesti- puntualizza Bobba-. Ma forse senza riuscire veramente a riformare dall’interno una Chiesa che rimaneva troppo ingessata nelle sue istituzioni. Poi Benedetto XVI ha cercato di marcare una discontinuità, non sempre percepita dai fedeli e dall’opinione pubblica. Le sue inattese e imprevedibili dimissioni hanno però dimostrato quanto Benedetto XVI fosse interiormente libero e fedele al messaggio conciliare. Francesco appare in tutto e per tutto ‘figlio’ del Concilio. Non può vantare di essere stato uno dei padri conciliari. Ma forse, proprio per questo, è pronto per realizzare le novità conciliari nella loro interezza e integrità. Arricchendole, a mezzo secolo di distanza, di una ulteriore carica profetica e missionaria“.
Il valore dell’inquietudine
“L’insistenza di papa Francesco sul valore dell’inquietudine (‘La Chiesa sia umile e inquieta‘)”, a giudizio di Luigi Bobba, è la prova della sua “lontananza da ogni forma di conservatorismo e di fondamentalismo. Indubbiamente, “per tutti i pontefici che si sono succeduti da Giovanni XXIII a Francesco esiste un criterio. Cioè precisi indicatori di riconoscibilità. Sulla base dei quali stabilire quale sia stata l’eredità conciliare da attribuire ad ognuno di essi”. Una lezione di impegno solidale per la Chiesa e per l’intera società. Tanto più utile nella crisi sanitaria ed economica provocata dalla pandemia di Covid-19.