“Klick’s on Ways”: accoglienza e accessibilità alla portata di tutti

Klick's on Ways edizione 2022 (© Free Wheels ODV)

L’ambiente naturale ha dimostrato le sue potenzialità rispetto alla capacità di generare benessere nelle persone e, di conseguenza, è molto importante che esso sia una risorsa a disposizione di tutti, anche e soprattutto di coloro che convivono con una disabilità.

L’esperienza di Free Wheels

Free Wheels è un’associazione di volontariato nata nel 2012 da un’idea di Pietro Scidurlo, paraplegico dalla nascita e uno dei primi pionieri con disabilità in Italia ad affrontare un trekking di lungo raggio. L’associazione, insieme ad un gruppo di volontari, aiuta persone con esigenze specifiche ad affrontare itinerari a piedi e in bicicletta, non soffermandosi sui problemi ma sulle soluzioni. Quest’anno, tale realtà, promuove “Klick’s on Ways”, un cammino di dieci viaggiatori, di cui otto a mobilità ridotta che vivono l’avventura del viaggio lento. Interris.it, in merito a questa esperienza di cammino e inclusione, ha intervistato Pietro Scidurlo – presidente di Free Wheels e autore della prima guida europea su un Cammino accessibile a tutti.

Klick’s on Ways edizione 2022 (© Free Wheels ODV)

L’intervista

Come nasce e che obiettivi ha il cammino “Klick’s on Ways”?

“‘Klick’s on Ways’ nasce dall’idea di Free Wheels e Klaxon Mobility di avvicinare le persone con esigenze di accessibilità all’esperienza del cammino. In particolare, ci sono diverse persone che, come me, attraverso tale strumento, hanno trovato la condizione ideale per poter vivere l’avventura del cammino. Nel corso del tempo, abbiamo provato diversi propulsori elettrici, italiani ed esteri, e abbiamo trovato una realtà solida per consentire la riuscita di questa esperienza. Gli obiettivi di ‘Klick’s on Ways’ sono la promozione dei territori che attraversiamo, l’accoglienza delle comunità che incontreremo, l’accessibilità dei territori e l’esperienza del cammino come opportunità da vivere per tutti”.

Quali benefici apportano, secondo lei, il viaggio lento e l’accessibilità dei territori, nel generare l’inclusione delle persone con disabilità nella società?

” Il viaggio lento è un’esperienza che esiste da molto tempo. Io stesso, come molti altri, vengo dalle esperienze del Cammino di Santiago che è il progenitore di ogni cammino e, ogni anno, accoglie milioni di persone. Nei tempi della pandemia da covid-19, in cui non si poteva praticare nessun tipo di turismo, se non quello stanziale e di prossimità, è iniziato a prendere sempre più piede lo spostamento in cammino e, talvolta, in bicicletta. Ciò ha portato le persone ad avere un maggior desiderio di uscire e, di fatto, nel momento in cui abbiamo potuto muoverci, abbiamo acquisito consapevolezza di questo nuovo modo di spostarsi, fare turismo e conoscere i territori attorno a noi. Di conseguenza, molte persone hanno cominciato a manifestare il desiderio di camminare e spostarsi in bicicletta. In passato dicevo che le ruote faranno sempre più parte della nostra vita nel senso che, ad esempio, le e – bike ed altri strumenti, hanno ampliato la platea delle persone che possono fare turismo in movimento e, in questa, ci sono anche le persone con esigenze di accessibilità, che non sono solo le persone con disabilità”.

Quali saranno le tappe del vostro viaggio? Quali sono i vostri auspici per il futuro in merito allo sviluppo del vostro progetto?

“La partenza del viaggio si tiene all’unità spinale di Negrar di Valpolicella. In particolare, ‘Klick’s on Ways’, oltre a far conoscere i territori si pone l’obiettivo di portare un forte messaggio all’interno delle unità spinali, ossia che, una volta tornati alla vita, ci sono infinite opportunità, tra cui anche l’esperienza del cammino o in bicicletta e, di conseguenza, del viaggio lento. Non lo dico io ma coloro che lo stanno facendo, in quanto c’è una forte capacità di riconoscersi in queste persone da parte degli ospiti delle unità spinali. A narrare questa storia saranno gli stessi protagonisti. Dopo essere partiti dall’unità spinale, ci recheremo a Verona attraversando l’Adige sul magnifico Ponte Pietra. Vedremo poi le risorgive di Montorio mantenendosi a nord dell’Adige fino a Soave, borgo più bello d’Italia, poi tappa a Lonigo, famoso centro agricolo per la produzione del riso e del pisello nano, Vicenza, Poiana di Granfion, Dolo, Martellago e poi Monastier di Treviso, San Donà di Piave e Eraclea. ‘Klick’s on Ways’ viene costruito da professionisti nel campo dei cammini, mettendo in luce gli itinerari religiosi e culturali della regione che andremo a visitare. Ogni anno visitiamo e attraversiamo una regione differente. Una volta in possesso della mappa dei cammini, si decide come unirli fra loro con la finalità di costruire un percorso a tutto tondo che viene verificato prima della partenza. In particolare, in questo itinerario c’è Camposampiero, luogo antesignano legato a Sant’Antonio da Padova. Da lì quindi prenderemo il cammino di Sant’Antonio fino a Padova, dove visiteremo il il Santuario Antoniano dell’Arcella. L’ultima tappa sarà da Eraclea a Monastier di Treviso dove incontreremo la seconda unità spinale dove sarà organizzata una grande festa non solo con l’ospedale ma con la comunità intera. Il giorno successivo ci recheremo in barca fino a Venezia, la città veneta per eccellenza, dove festeggeremo con chi vorrà incontrarci”.

Christian Cabello: