Non è ancora stata decisa la sorte dei 190 dipendenti della Jabil, il braccio di ferro tra la multinazionale americana e i le sigle sindacali è ancora in corso. Piccoli passi avanti sono stati fatti: la Softlab si è resa disponibile ad assumere quanti dovrebbero perdere il posto di lavoro. Una situazione preoccupante, resa ancora più critica dall’emergenza coronavirus. Ma la pandemia non ha fatto cambiare idea alla multinazionale statunitense che ha motivato la sua decisione di portare a termine la procedura di licenziamento collettivo, avviata lo scorso 24 giugno, specificando che “da diversi anni a questa parte, il sito Jabil di Marcianise si è dovuto confrontare con un contesto economico sfidante, volumi in calo e risorse sotto-utilizzate”.
La Jabil
La Jabil è un’azienda EMS – Electronic Manufacturing Services, “Servizi di produzione elettronica”. Ha circa 190mila dipendenti nel mondo con circa 100 stabilimenti distribuiti in 25 paesi. Uno di questi è a Marcianise (CE) con una forza lavoro di 540 dipendenti ed una saturazione di circa 200 lavoratori. A Marcianise produce schede e sistemi elettronici di alta tecnologia. Clienti principali attuali: Ericcson (apparati per fibre ottiche); Nespresso (macchine per caffe); Pirelli (centralina sensore pneumatici); Metersit (contatore del gas); Technogym (attrezzature per fitness); Sirti (installazione antenne); Leonardo.
L’intervista
Interris.it ha parlato della situazione dei 190 operai, delle decisioni dell’azienda e di cosa potrebbe fare il governo per evitare che situazioni come questa collochino una spada di Damocle sulla testa dei lavoratori e delle loro famiglie con Doriana Buonavita, segretaria Cisl Campania.
La multinazionale ha annunciato che i licenziamenti sarebbero stati effettivi a partire dal 25 maggio, che coincide con la fine del periodo di cassa integrazione Covid chiesto dall’azienda. Quindi prima sono stati sfruttati gli ammortizzatori per l’emergenza sanitaria e poi vengono ignorati i decreti del governo. Si potrebbe dire che è una presa in giro?
“É prassi consolidata per le multinazionali e per gruppi imprenditoriali italiani affrontare le crisi aziendali usufruendo degli ammortizzatori sociali, degli sgravi fiscali Irap o delle risorse comunitarie per formazione o rilancio dell’attività. Le logiche di mercato, la necessità di sopportare minor costo del lavoro o, raramente, la flessione delle commesse induce gli imprenditori a delocalizzare, incuranti dei lavoratori e delle ricadute socio economiche sul territorio. Bisogna che l’Italia ponga regole più rigide e severe a partire dalla condizionalità per le imprese che se hanno usufruito di misure o sgravi a carico dello Stato o della Regione devono rispettare procedure più stringenti prima di procedere con licenziamenti o dislocazione della produzione”.
Come Cisl vi unirete allo sciopero a oltranza proclamato da Fim, Fiom e Uilm?
“La Cisl della Campania accompagnerà la categoria ed i lavoratori di Jabil in tutte le iniziative utili a riprendere un corretto dialogo con l’Azienda e a scongiurare i 190 licenziamenti. Si inizia sempre così per poi di smettere completamente tutte le attività, sono a rischio anche i restanti 350 lavoratori. Il territorio Casertano e l’intera Campania hanno bisogno di un’azione collettiva di ripensamento del proprio capitale produttivo, investire in nuove tecnologie e digitale partendo dal consolidamento del tessuto imprenditoriale esistente. Se Jabil non recede dai licenziamenti per usufruire delle misure covid19 possibili, in attesa di costruire nuove possibili prospettive lavorative per i dipendenti, determinerà un precedente inaccettabile. Le norme italiane vanno rispettate da tutti, basta con i predatori senza scrupoli”.
Cosa può fare il governo per aiutare queste 190 persone che rischiano di rimanere senza lavoro e senza stipendio, oltretutto in un periodo storico così complicato a causa del Covid-19?
“Il Governo italiano deve, una volta per tutte, definire senza ombre i perimetri di una politica estera ove il rispetto e l’autorevolezza dell’Italia non può essere messa in discussione. Se cambiano le dinamiche economiche e finanziarie e la globalizzazione dei mercati primeggia sull’economia sociale e sostenibile bisogna cambiare direzione e strategia ridisegnando politiche industriali più competitive e solide rafforzando sui mercati esteri il made in Italy. Il Governo per questi lavoratori potrà prevedere misure assistenziali di temporaneo sostegno al reddito ma poi servirà il lavoro che conferisce dignità alle persone e merito alle competenze maturate dai lavoratori della Jabil”.