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L’insegnamento dell’ecologia integrale per creare una società migliore

Interris.it ha intervistato Elisabetta Lippi in merito al coordinamento delle associazioni cattoliche guidato dalle Acli di Bologna

Nella città di Bologna, attraverso il coordinamento delle Acli, un gruppo di associazioni di matrice cattolica, si riunisce con cadenza periodica al fine di riflettere e fornire risposte ai temi sociali del lavoro, della famiglia e dei giovani attraverso un vicendevole confronto attraverso la Dottrina sociale della Chiesa con l’obiettivo di perseguire e valorizzare il bene comune. Interris.it, ha intervistato in merito a questa esperienza, Elisabetta Lippi, filosofo del lavoro, Consigliere di Presidenza con delega alla Formazione delle Acli Provinciali di Bologna nonché partecipante alla Consulta Diocesana delle Aggregazioni laicali e presidente del Circolo Acli Karol Wojtyla di Casalecchio di Reno.

L’intervista

Come nasce e che obiettivi si pone il coordinamento di associazioni cattoliche bolognesi per il bene comune?

“Negli anni questo gruppo cominciato ad incontrarsi. Tutte le associazioni che ne fanno parte sono presenti, attive nel sociale e nel mondo del lavoro, ne fanno parte ad esempio le Acli, Azione Cattolica e la stessa Cisl. In particolare, lo scorso anno, prima delle elezioni amministrative a Bologna, il gruppo aveva aumentato la cadenza di questi incontri perché, al livello politico e di vita della città, il dibattito in merito alla presenza dei cattolici in politica – già da anni – è molto acceso. Da qui è nata l’esigenza di stare insieme per il bene della città, il bene comune. Tra l’altro, per quanto riguarda il significato di bene comune, da molti viene usato come etichetta senza conoscerne il vero significato. A tal proposito, è la Chiesa l’unica che mantiene alto il valore di questo impegno. Rispetto a questo, a fine anno, abbiamo raccolto l’invito di Papa Francesco e poi del nostro Vescovo, il quale ha dato l’avvio al Sinodo e conseguentemente al Cammino Sinodale. Quindi, è stato molto naturale per noi costituire un gruppo sinodale tra le nostre associazioni”.

In che modo le encicliche di Papa Francesco hanno ispirato la vostra azione in quest’ambito?

“Hanno ispirato la nostra azione molto profondamente. Stiamo vivendo un’emergenza oltreché educativa anche spirituale perché, tutti quanti – chi più chi meno – siamo troppo protesi verso l’esterno. A tal proposito, ho trovato nelle encicliche di Papa Francesco e un po’ di tutti i pontefici del ‘900, la cura e la soluzione per questa emergenza spirituale. Credo che, nella nostra azione, ci sia molto dell’enciclica Laudato Si e di Fratelli tutti. Il grande valore della Laudato Si, che poi ha avuto un’enorme risonanza in tutto il mondo, sia per la custodia del Creato che per la difesa dell’ambiente e di coloro che si trovano in condizione di fragilità. La peculiarità di questa enciclica, la quale è poi lo stile di Papa Francesco, è l’aver operato una sintesi eccezionale rispetto alla difesa della dignità umana in cui la chiesa non è mai retrocessa. Quindi, la sintesi enorme, si gioca proprio sull’azione dei pontefici del ‘900 i quali hanno vissuto delle trasformazioni e delle tragedie come forse mai prima nella storia. La soluzione alle varie emergenze che viviamo è semplicemente una conversione all’ecologia integrale. Siamo molto abituati ad avere un metodo pseudoscientifico, sempre ad analizzare e suddividere e tutto quanto, invece è molto importante la sintesi, il tenere insieme. Tutto è racchiuso nell’ecologia integrale, non esistono due crisi, ce ne una sola. La dignità dell’uomo che è insita nell’ecologia integrale e su cui ritorna sempre Papa Francesco si esprime anche nella scelta che abbiamo fatto in merito alla domanda scelta per il nostro gruppo sinodale che così recita: “Dobbiamo oggi domandarci che cosa possiamo fare per recuperare il valore del lavoro e quale contributo come Chiesa, possiamo dare affinché esso sia riscattato dalla logica del mero profitto e possa essere vissuto come diritto e dovere fondamentale della persona che esprime e incrementa la sua dignità”. Questo è il pensiero di Papa Francesco nell’udienza generale del 12 gennaio di quest’anno. Tra l’altro sul concetto della dignità della persona, il quale è molto importante ed è nato con il cristianesimo, cambia molto. Papa Francesco da sempre, parla molto del lavoro quale spazio in cui si esprime la dignità dell’uomo. L’obiettivo emerso dal nostro gruppo sinodale è la necessità che i valori cristiani, attraverso le nostre associazioni, siano più presenti nel mondo del lavoro, a cominciare sicuramente dal sindacato ma non solo. Questo è quello che noi ci poniamo, ci siamo impegnati un po’ tutti nel mondo del lavoro ma non proprio così per l’esigenza che sentiamo di porre in essere ora, ossia l’esigenza di stare più insieme ed essere maggiormente presenti proprio sui luoghi di lavoro dove manca qualcuno che valorizzi la dignità dell’uomo. Vediamo che c’è un degrado ed un disagio elevatissimo nel mondo del lavoro”.

Onu

Quali sono gli auspici per il futuro in riguardo a quelli che si possono definire i grandi temi del nostro tempo quali ad esempio la famiglia, i giovani e l’ecologia integrale?

“Questi temi sono tutti insieme, bisogna fare attenzione a non suddividere troppo. Possiamo e vogliamo essere presenti proprio in merito a queste grandi tematiche, ad esempio cercando di favorire il dialogo tra giovani e anziani, il quale è uno degli altri grandi temi che porta spesso Papa Francesco, addirittura esortando quest’anno, nel documento per la pace, a fissare nel dialogo tra le generazioni – quindi principalmente tra giovani e anziani – nell’educazione e nella salvaguardia del lavoro, i temi per garantire e mantenere la speranza di una pace sociale durevole. Tutte le nostre associazioni hanno esperienza in questo e vogliamo intensificare la collaborazione tra di noi e con le parrocchie perché il rapporto con le stesse è imprescindibile in quanto sono i luoghi ove più si raccolgono le persone con fragilità rispetto ad altre istituzioni locali. Questo ci permette di aiutare sia le famiglie che i giovani, abbiamo molta esperienza ed ora stiamo attivando dei progetti di educazione o di aiuto alla ricerca del lavoro. C’è poi un altro tema molto importante, i giovani oggi non sono educati al lavoro e quindi, quando vi entrano, non hanno un’idea del significato e del valore dello stesso, si fermano spesso al tema dell’indipendenza economica. Però, un giovane che entra in un’azienda non sa come ci si comporta con i propri superiori, non ha consapevolezza dei diritti o dei doveri che sono comunque strettamente legati. Può essere soggetto a sfruttamento ma anche essere destinato a una vita molto povera. Abbiamo notato, proprio dai colloqui nelle stesse parrocchie, che i giovani vanno alla ricerca di un salario, il quale sia il migliore possibile e di un lavoro che lasci loro spazio per quella che loro considerano la vita vera fuori dal lavoro, ciò è un inganno e un errore. Stiamo quindi attivando dei progetti dedicati ai giovani per aiutarli in questo ambito, una difficoltà enorme – per noi, per le parrocchie e per tutti gli uffici della Chiesa – è quella che le persone fanno fatica a cercare aiuto. Quindi, è ancora più indispensabile, la nostra presenza in tanti ambiti per scovare questo disagio”.

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