Infrastrutture e Pnrr
Infrastrutture e sprechi
Tempi di realizzazione
Per quanto riguarda poi i tempi di realizzazione delle opere pubbliche, la media italiana è di 4,4 anni. Ma a livello territoriale si toccano valori ancora più elevati in Molise (5,7 anni). Basilicata (5,7 anni). Sicilia (5,3 anni). Liguria (5,2 anni). Le regioni più virtuose sono, invece. Lombardia ed Emilia Romagna. Dove le opere infrastrutturali sono terminate con maggior velocità. Le due regioni si posizionano prime a pari merito con 4,1 anni di tempo medio di realizzazione. Sia per la vetustà delle opere che rendono attualmente molto difficile avere dati certi sulle caratteristiche delle infrastrutture italiane. Sia per i frequenti passaggi di gestione tra attori diversi. Certo è che ancora oggi, nel 2021, mancano molte delle informazioni qualitative. Imprescindibili per la definizione di moderni sistemi di gestione della sicurezza delle infrastrutture. Non essendo peraltro mai stato funzionante il catasto delle strade. Quindi non si può neanche conoscere con certezza il numero di ponti. Viadotti. E gallerie che hanno raggiunto livelli preoccupanti di degrado.
Piattaforme
In Italia sta avanzando il progetto “Sensoworks Smart City”. Con le sue piattaforme software ed i dispositivi connessi. Includendo lampioni intelligenti. Automobili, “wearables”. E smartphone. Piattaforme e dispositivi che interagiscono con le attività quotidiane della città. Dallo “smart parking” alla raccolta dei rifiuti. Lo “smart waste management”. Dal supermercato intelligente allo “smart hospital”. E “sicurezza e trasparenza sono i nostri due valori principali“, sottolinea all’Adnkronos Niccolò De Carlo, amministratore delegato e co-fondatore di Sensoworks. Valori che hanno portato la startup romana a conquistare rapidamente una fetta importante di mercato. Con progetti di monitoraggio dinamico. Realizzati per i player più importanti del Paese, come Acea, Anas ed Autostrade. “Non è tuttavia lo strumento a fare la differenza. Ma il suo utilizzo. E quello che c’è dietro. Cioè la visione. Per la mobilità, ad esempio, le tecnologie ci sono tutte. Semafori intelligenti. Rete che guida i veicoli. Infotainment. E propulsioni sempre più aggiornate. Ma dietro tutto questo ci vuole una visione umanocentrica“, aggiunge De Carlo.