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A che punto è la lotta Ue all’inflazione. Testimonianze

Secondo l'Istat a febbraio l'aumento è dello 0,8%. Commenta l'Unione nazionale consumatori (Unc): "E' grave che i prezzi non precipitino"

Allarme inflazione. Secondo l’Istat a febbraio l’aumento è dello 0,8%. Commenta l’Unione nazionale consumatori (Unc): “E’ grave che i prezzi non precipitino”. In particolare la stangata rigurda il cibo. +314 euro per le coppie con 3 figli. Intanti la Bce è “chiaramente” più fiduciosa sul raggiungimento del target d’inflazione al 2%. E semplicemente “sta prendendo tempo” in attesa che i dati economici confermino che i prezzi stanno andando “in maniera sostenibile” verso quell’obiettivo”. Il capo economista della Banca centrale europea Philip Lane sostiene che “occorrerà vedere a quale ritmo ridurre i tassi”. In risposta a una domanda sull’ipotesi di due tagli prima di agosto e altri due entro fine anno, evocata dal governatore greco Yannis Stournaras. A richiamare l’attenzione è il differenziale di crescita fra l’area euro e gli Usa. Oltreché l’andamento dei salari che è uno dei fattori di pressioni inflazionistiche sotto osservazione da parte della Bce. “I salari non sono la fonte dei problemi inflazionistici. Quello di cui abbiamo bisogno è che i lavoratori recuperino potere d’acquisto. E che le imprese, frenando i prezzi, assorbano una parte di questo onere sul fronte dei profitti“, precisa Lane.

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Foto di Alexander Grey su Unsplash

Ruolo Bce

Antonio Patuelli, presidente dell’Associazione Bancaria Italiana (Abi) ha incentrato sull’inflazione la sua lectio magistralis “Etica, economia e prospettive bancarie in Italia”. Nella sede di Brescia dell’Università Cattolica del Sacro Cuore. “Il recente decennio di tassi a zero e sottozero ha rivoluzionato la cultura e le consuetudini del risparmio- sostiene Patuelli-. Dinanzi all’inflazione, alle crescite dei tassi e al calo della domanda di credito, occorrono riflessioni ed iniziative innovative. Il risparmio va sempre rispettato e mai forzato dalle istituzioni e da pressioni commerciali indebite. Il risparmio è energia fondamentale per lo sviluppo e l’occupazione. Bisogna riformare e ridurre rapidamente la pressione fiscale sul risparmio investito a medio e lungo termine“. Prosegue il presidente Abi:”Gli investimenti del risparmio nell’economia produttiva non producono rendite, ma rendimenti più o meno basati sul rischio. Occorre non confondere e distinguere i rendimenti investiti in attività produttive a medio e lungo termine, rispetto alle operazioni speculative a brevissimo termine”. Patuelli chiede alla Bce di combattere l’inflazione. Evitando una nuova recessione. “Bisogna soprattutto incentivare lo sviluppo- avverte-. Le strette monetarie consistono negli aumenti dei tassi. Nella riduzione degli acquisti della Bce di titoli di Stato. Nell’impennata dei costi per le banche dei finanziamenti di liquidità. E nell’azzeramento della remunerazione della riserva obbligatoria che le banche debbono mantenere depositata nelle Banche centrali“.

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Foto di Bruno /Germany da Pixabay

Lotta all’inflazione

Secondo Patuelli “la lotta all’inflazione non può dipendere esclusivamente dalle politiche monetarie. Occorrono strategie rigorose contro ogni evasione fiscale, per la riduzione del debito pubblico in rapporto al PIL e in cifra assoluta, e contro la spirale di crescita dei prezzi, quando l’euro è più robusto della vecchia lira italiana e limita l’inflazione”. Le banche, evidenzia il presidente Abi, “sono fortemente impegnate in continue innovazioni tecnologiche, per la tutela dei doveri e diritti di tutti. E chiedono regole e certezza del diritto che garantiscano da abusi di ogni genere”. Per l’intelligenza artificiale servono “principi etici, trasparenza, responsabilità sociale per la sicurezza e la protezione dei dati”. Necessita il controllo umano ed etico degli algoritmi, a tutela di libertà e responsabilità. Non deve esserci disordine e concorrenza sleale di operatori economici e finanziari non regolamentati. L’esperienza e gli abusi nelle pseudo cripto valute evidenziano l’indispensabile necessità che le tecnologie, anche il Metaverso, “non siano estranee alle regole che, come la tassazione, debbono essere uguali per tutti”. L’Abi è impegnata contro la criminalità cibernetica. Promuove l’innovazione finanziaria partecipando alle iniziative di molti importanti organismi. A cominciare da quelle della Banca d’Italia e attraverso vari enti.

Foto di Eduardo Soares su Unsplash

Italia-Francia

Tra le economie dell’area Ue è utile il confronto tra Italia e Francia in tema di inflazione. Confermata in frenata l’inflazione in Francia nel mese di febbraio. Secondo l’Istituto Statistico Nazionale Francese (INSEE), l’inflazione è risultata in aumento del 3% su base tendenziale, rispetto al +3,1% del mese precedente, seppur superiore al +2,9% previsto nella stima preliminare. Su base mensile, i prezzi al consumo hanno registrato un incremento dello 0,8%, come previsto nella prima lettura, rispetto al -0,3% del mese precedente. Il dato armonizzato, una misura utilizzata dalla BCE, ha registrato una variazione positiva del 3,2% su base annua, rispetto al +3,4% di gennaio, mentre su base mensile l’inflazione armonizzata evidenzia una variazione pari a +0,9% dopo il -0,2% del mese precedente. In Italia, invece, a febbraio l’inflazione rimane stabile su base annua. “Sono state confermate le stime preliminari- analizza il Sole 24 Ore-. L’indice nazionale dei prezzi al consumo per l’intera collettività (NIC), al lordo dei tabacchi, registra un aumento dello 0,1% su base mensile e di 0,8% su base annua, come nel mese precedente“. L’inflazione di fondo, al netto degli energetici e degli alimentari freschi, decelera da +2,7% a +2,3% e quella al netto dei soli beni energetici da +3,0% a +2,6%. L’inflazione acquisita per il 2024 è pari a +0,5% per l’indice generale e a +1,0% per la componente di fondo. Il “carrello della spesa” (i prezzi dei beni alimentari, per la cura della casa e della persona) rallenta su base tendenziale da +5,1% a +3,4%. Frenano anche i prezzi dei prodotti ad alta frequenza d’acquisto: da +3,5% di gennaio a +2,8%.

Foto di Engin Akyurt da Pixabay

Famiglie

Ad allarmare in Italia è il quadro complessivo del rincaro annuo per tipologia familiare e divisioni di spesa. Secondo i dati definitivi di febbraio resi noti dall’Istat, infatti, l’inflazione annua rincaro annuo per tipologia familiare e divisioni di spesa è pari +0,8%, come nel mese precedente. Unc ritiene “grave che i prezzi non precipitino visto che sono a livello astronomico da mesi. Anche se il rincaro rispetto a gennaio è solo dello 0,1%, si tratta della classica goccia che fa traboccare il vaso. Unico spiraglio di luce è che i prodotti alimentari su base mensile calano dello 0,2%. Ma si tratta di una magra consolazione, insufficiente per aiutare le famiglie ad arrivare a fine mese”. “La stabilizzazione del ritmo di crescita dei prezzi al consumo – puntualizzal’Istat – si deve principalmente al venir meno delle tensioni sui prezzi dei beni alimentari, non lavorati e lavorati, i cui effetti compensano l’indebolimento delle spinte deflazionistiche provenienti dal settore dei beni energetici”. Più in dettaglio rallentano i prezzi degli alimentari non lavorati (da +7,5% a +4,4%) e lavorati (da +4,5% a +3,4%). Degli altri beni (da +1,7% a +1,2%). Dei servizi relativi ai trasporti (da +4,2% a +3,8%). Dei servizi ricreativi, culturali e per la cura della persona (da +3,3% a +3,2%). E dei servizi relativi all’abitazione (da +2,8% a +2,7%).

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Foto di Mathieu Stern su Unsplash

Allarme inflazione

“Purtroppo il calo del prezzo del gas nei mercati all’ingrosso è stato in gran parte vanificato dal ripristino dell’Iva piena sulle bollette deciso dal Governo, altrimenti vi sarebbe stata una frenata dell’inflazione significativa. Un’occasione persa che poteva ridare fiato alle famiglie”, afferma Massimiliano Dona, presidente  Unc. E aggiunge: “Per una coppia con due figli, l’inflazione a +0,8% significa, grazie al risparmio sulla voce Abitazione ed elettricità pari a 545 euro, un aumento del costo della vita pari a ‘solo’ 90 euro su base annua, ma il fatto grave è che 314 euro servono solo per far fronte ai rincari del 3,9% di cibo e bevande. Per una coppia con un figlio, la spesa aggiuntiva annua è pari a 46 euro, ma 284 euro in più sono necessari per mangiare e bere. Il primato alle famiglie numerose con più di 3 figli con 103 euro, +372 per nutrirsi e dissetarsi”, sottolinea Dona.

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Foto di Tumisu da Pixabay

 

 

 

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