Allarme-infanzia indigente. Dal 2021 al 2023 la popolazione minorile in Toscana è calata di circa 17mila unità (da 543.817 a 526.831). E il 10% circa dei minori toscani vive in una situazione di povertà relativa, non solo materiale, ma che riguarda anche la mancanza di protezione sociale, meno opportunità per istruzione e sport. A rivelare l’emergenza è la relazione sull’attività svolta nel 2023 dal Garante dell’infanzia e dell’adolescenza della Regione Toscana. Una condizione di disagio che riguarda l’intero territorio nazionale. “Non decidiamo noi dove nascere, è un po’ una lotteria– afferma Save The Children– Ma quanto il contesto in cui nasciamo, determina chi possiamo e vogliamo diventare da grandi? In Italia l’ascensore sociale si è rotto. Talmente rotto che, se nasci povero, in un territorio povero, anche sogni, ambizioni e aspirazioni sono fortemente limitate e risulta difficile anche solo immaginare un altro futuro per sé e per il proprio territorio”. La povertà minorile affligge tutte le dimensioni della crescita. Pregiudicando non solo il presente ma anche le prospettive di futuro di bambini, bambine e adolescenti.
Disagio-infanzia
“I bambini e gli adolescenti che vivono in famiglie con risorse finanziarie molto limitate ottengono punteggi più bassi nelle indagini che rilevano le competenze e hanno maggiori probabilità di abbandonare gli studi prematuramente – avvertono gli operatori di Save the Children-. I minori in povertà vivono in abitazioni sovraffollate, non adatte allo studio e sono costretti a rinunciare ad attività sportive, ricreative, artistiche e culturali”. A questo si aggiungono “difficoltà ad acquistare materiale scolastico Quali libri o strumenti tecnologici per lo studio a casa”. Così si inasprisce anche il rischio di povertà educativa digitale. La povertà educativa, infatti, è fortemente condizionata dalla carenza di opportunità, scolastiche ed extrascolastiche, presenti sul territorio. In molte aree d’Italia la povertà minorile è particolarmente accentuata. E le famiglie affrontano le maggiori difficoltà economiche. Qui anche le scuole e i servizi educativi sono “più poveri”, senza asili nido, tempo pieno, mense e palestre. E di conseguenza la scarsa offerta educativa non è in grado di ridurre l’impatto delle disuguaglianze socioeconomiche familiari ma, al contrario, le accentua.
Ingiustizie sociali
“La condizione di povertà rischia di minare le prospettive di sviluppo presenti e le opportunità future di bambini, bambine e adolescenti. Creando un senso di insicurezza e instabilità e influenzando negativamente le loro aspirazioni e aspettative in ambiti cruciali come l’educazione e il lavoro – sottolinea Save the Children-. I bambini che crescono in condizioni di povertà possono sviluppare prospettive limitate e una visione ridotta delle proprie possibilità. Una condizione che contribuisce a perpetuare e amplificare le disuguaglianze sociali ed economiche attraverso le generazioni”. La povertà, le diseguaglianze e le ingiustizie sociali limitano la possibilità di esprimere e coltivare aspirazioni e di agire per realizzarle. Per bambini, bambine e adolescenti ciò si traduce nell’incapacità di immaginare un futuro diverso da quello legato alle proprie condizioni di partenza. La povertà materiale, avverte Save the Children, è uno dei fattori determinanti della “povertà educativa”. Ovvero “la privazione da parte di bambini, bambine e adolescenti della possibilità di apprendere, sperimentare, sviluppare e far fiorire liberamente capacità, talenti e aspirazioni”. I ritardi nell’apprendimento iniziano a registrarsi già nei primi anni di vita. Per quei bambini che vivono in famiglie svantaggiate dal punto di vista socioeconomico. E che non riescono ad accedere ai servizi educativi per la prima infanzia.
Infanzia in Toscana
In Toscana il presidente della commissione affari istituzionali, Giacomo Bugliani ricorda come un rilevante impegno sia stato profuso nel percorso che ha portato all’approvazione del Codice Etico del Diritto della persona di minore età alla salute ed ai servizi sanitari, elaborato dalla Garante per l’Infanzia e l’Adolescenza e sottoscritto da tutte le direzioni generali delle aziende Ospedaliere universitarie della Regione. Bugliani puntualizza come sia stato dato seguito alla formazione dei tutori per i minori stranieri non accompagnati. 28 nuovi tutori volontari sono stati iscritti nell’apposito elenco del tribunale. L’aula del Consiglio Regionale della Toscana ha approvato a maggioranza una risoluzione di apprezzamento per il lavoro del Garante. Presentata su proposta della commissione affari istituzionali e illustrata in aula da Bugliani. E’ stato segnalato, inoltre, il problema della mancanza di tutori volontari: “Sono solo 38 per 892 bambini stranieri non accompagnati”. Mentre il vicepresidente del Consiglio regionale Marco Casucci sostiene che “se crediamo davvero in questa figura” del Garante “occorre dotarla di risorse indispensabili per il suo ruolo”.