Cyber-minaccia all’infanzia, task force Moige per tutelare i minori

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Sos infanzia. Si chiama “flaming”, ovvero “offesa”. I cyberbulli, cioè, pubblicano messaggi dal contenuto aggressivo, violento, volgare nei confronti di un utente nel momento in cui questi compie una determinata attività online. Per esempio quando esprime il suo pensiero intervenendo su un social network. rosegue a Roma il tour del progetto “Giovani Ambasciatori per la cittadinanza digitale contro cyberbullismo e cyber risk”. All’IC A. F. Celli è arrivato il centro mobile del Movimento italiano genitori. La tappa rientra all’interno del tour nazionale che promuove un uso sicuro della rete. Quando parliamo di cyberbullismo le cause non vanno rintracciate soltanto nelle caratteristiche del cyberbullo. Ma possono riguardare anche aspetti di natura ambientale. Come la percezione di anonimato derivante dall’uso di strumenti digitali. E un clima scolastico che potrebbe favorire comportamenti aggressivi.

Infanzia da tutelare

Il cyberbullismo è la manifestazione in Rete di un fenomeno più ampio e meglio conosciuto come bullismo. Si tratta di azioni violente e intimidatorie esercitate da un bullo, o un gruppo di bulli, su una vittima. mira a contrastare il bullismo, aumentato del 10%, e il cyber bullismo, cresciuto dell’8%. Sono previste tre sessioni formative di 50 minuti su queste tematiche tenute da Marta Barraco e Davide Pelosio. Due psicologi della task force anti bullismo del Moige. Gli esperti del centro mobile si sono messi a disposizione di studenti e docenti. Ma anche di tutti i cittadini, per rispondere a domande e offrire sostegno e consigli. Per informarli su come aiutare i propri figli ad usare internet in sicurezza. E sensibilizzarli su bullismo e cyber bullismo. Insegnando loro a percepire anche i piccoli campanelli di allarme nei minori. Sia che si tratti di vittime, sia di bulli. Per cyberbullismo deve intendersi qualunque forma di pressione, aggressione, molestia, ricatto, ingiuria, denigrazione, diffamazione, furto d’identità, alterazione. Acquisizione illecita, manipolazione, trattamento illecito di dati personali in danno di minorenni, realizzata per via telematica.

Sos infanzia

Secondo l’ultimo studio condotto dal Moige in collaborazione con l’Istituto Piepoli, più della metà dei minori in Italia (54%) ha subito prepotenze sul web o di persona. Si tratta di un dato cresciuto di ben il 10% in soli 2 anni. Il 10% dei minori (+3%) ha preso parte ad episodi di prepotenza, il 6% ha usato foto o video per offendere altre persone, e il 53% (+15% rispetto al 2020) prende abitualmente in giro uno o più amici, dicendo che, però, lui/loro sanno che lo fa per scherzare. Alla domanda su come si comportano i compagni quando assistono a prepotenze, solo il 34% risponde “aiutano la vittima”, un dato che nel 2020 era il 44%.Comportamenti incauti, ma anche forti responsabilità dei social, che portano a valutare in modo superficiale i rischi e che mettono in pericolo i nostri figli.

Campagna Moige

“Giovani Ambasciatori per la cittadinanza digitale contro cyberbullismo e cyber risk” è la campagna del MOIGE, sostenuta da Enel Cuore Onlus, in collaborazione con Polizia di Stato, Anci, associazione nazionale comuni italiani, Un nodo blu del ministero dell’Istruzione, Coni e Fondazione Cariplo. Per rendere gli studenti più consapevoli dei rischi di internet, responsabilizzare, e stimolare docenti e genitori ad avere un ruolo di guida e controllo più attivo. In questa settima edizione sono coinvolte 300 scuole, circa 75.000 alunni, oltre 2000 docenti e 150.000 genitori sul territorio nazionale.

Atto aggressivo

Nel 2002 è stato lo studioso Bill Belsey a coniare il termine cyberbullismo. Mentre la comunità scientifica inizia a studiare il fenomeno. Per spiegare cosa si intende per cyberbullismo, è utile la definizione del ricercatore Peter Smith che nel 2006, lo definisce come “atto aggressivo ed intenzionale. Condotto da un individuo o da un gruppo di individui. Usando varie forme di contatto elettronico, ripetuto nel tempo, contro una vittima che ha difficoltà a difendersi”. Da questa definizione, si evince come la principale differenza tra cyberbullismo e bullismo sia la mancanza della componente fisica che caratterizza gran parte degli episodi di bullismo. La relazione tra bullo e vittima si basa infatti su una conoscenza reale, abitano nella stessa città e frequentano gli stessi ambienti. Il cyberbullo invece, può essere anche una persona che non conosce effettivamente le vittime, ma solamente i rispettivi nomi utente e immagini del profilo.

Giacomo Galeazzi: