India: l’emergenza dei cristiani perseguitati

India - Cristina Merola

A sinistra Crisitna Merola. A destra il funerale di un cristiano in India. Foto: Porte Aperte Italia Onlus

L’India è la più grande democrazia del mondo, ma nonostante ciò i cristiani si sentono sempre più minacciati e vivono in una condizione di paura. Tale ostilità è dovuta alla convinzione, che circola tra alcuni estremisti indù, che qualsiasi fede al di fuori dell’induismo non è ben accetta nella nazione. Questa mentalità ha portato alla campagna di “ritorno a casa” di massa, in cui nazionalisti indù esercitano forti pressioni sui convertiti cristiani chiedendo loro di tornare alla loro fede precedente. I cristiani convertiti subiscono violenze e in alcuni casi vengono discriminati, perdono il lavoro, subiscono aggressioni fisiche e persino la morte.

L’intervista

Questa situazione è denunciata nel report World Watch List 2024, prodotto da OpenDoors, che pone l’India all’11° posto della classifica dei Paesi più colpiti da questo fenomeno. In particolare dal 1 ottobre 2022 al 30 settembre 2023 sono stati uccisi per ragioni legate alla fede 160 cristiani, mentre 2332 sono stati arrestati e almeno 2.228 sono le chiese o le proprietà pubbliche cristiane che sono state duramente attaccate. Di questa situazione Interris.it ne parlato con Cristina Merola, specialista persecuzione di genere di Porte Aperte Italia Onlus.

Cristina, quale è la zona dell’India in cui queste persecuzioni sono più accentuate?

“La situazione dei cristiani sta peggiorando rapidamente in alcune parti del Paese, mentre sta  migliorando in altre. Nel 2023 l’epicentro dell’ondata di violenza e di sfollamenti si trovava nello Stato nord-orientale di Manipur, dove nel maggio dello stesso anno, quella che era iniziata come una disputa tra gruppi etnici ha assunto una dimensione religiosa inquietante, portando alla distruzione di centinaia di chiese, a stupri di gruppo, all’uccisione di persone, mentre altre sono state rese sfollate”.

Quali sono i soggetti più vulnerabili?

“Nessuna categoria di cristiani è esente da questa paura. Tra le persone più a rischio ci sono le donne che subiscono stupri, attacchi con l’acido, pestaggi brutali e vengono persino uccise. Gli uomini invece sono costretti a guardare i membri della propria famiglia mentre vengono aggrediti. I responsabili delle chiese, tendenzialmente maschi, rimangono l’obiettivo più comune e possono sperimentare pressioni sociali, essere isolati, esclusi da ruoli di leadership nei posti di lavoro o di governo, perdere la loro occupazione ed essere costretti a partecipare a rituali indù”.

Questa situazione che impatto ha sui minori?

“I bambini hanno poche opportunità di formarsi un’identità legale o culturale cristiana, in quanto anche nel sistema scolastico viene imposto l’induismo come unica possibilità. Inoltre, subiscono sempre più spesso discriminazioni e molestie fisiche. Le stesse organizzazioni che si occupano dei ragazzi trovano sempre più difficoltà a gestire incontri cristiani per giovanissimi, in quanto i genitori a volte evitano di accompagnarli perché temono violente e forti ripercussioni”.

Quale è il ruolo dei media e della tecnologia?

“In India è in atto una costante opera di disinformazione e di propaganda anticristiana, attraverso media e social media. Stando al report ‘Bugie Distruttive’, redatto da Porte Aperte Italia Onlus, gli attacchi e le persecuzioni vengono ignorati dai media e anche quando queste violenze vengono riportate non viene mai data voce alle vittime. La campagna di violenza e di intimidazione invece, è pesantemente alimentata dalle nuove piattaforme di social media, mentre le bande, colpevoli degli attacchi ai cristiani, sottraggono i telefoni alle vittime e spesso documentano gli oltraggi per postarli sui social”.

Come i cristiani hanno vissuto la pandemia da Covid-19?

“L’emergenza sanitaria ha peggiorato molto la situazione in quanto spesso i media hanno diffuso false accuse contro i cristiani per metterli in cattiva luce. In molte occasioni sono stati considerati untori, accusati di avere deliberatamente contagiato gli indù. Queste notizie hanno inasprito ancora di più l’atteggiamento verso tutta la comunità cristiana, tanto che in molti casi è stato anche negato loro di poter accedere agli aiuti alimentari”.

Elena Padovan: