LA VOCE DEGLI ULTIMI

Inclusione e nuove tecnologie, l’esperienza di Aias Bologna

In Italia, secondo gli ultimi dati disponibili, le persone con disabilità ammontano a 3 milioni e 150 mila, ovvero il 5,2 % della popolazione. La capacità di risposta ai loro bisogni è uno degli indicatori principali di un sistema di welfare moderno, maggiormente inclusivo, equo ed efficiente che, nel corso dei decenni, ha fatto dell’Italia un Paese all’avanguardia, anche grazie al contributo di molte associazioni di familiari. Su questo versante, molte realtà del Terzo Settore, stanno compiendo diversi sforzi per creare nuove buone prassi le quali, anche con il supporto degli ultimi ritrovati tecnologici, contribuiscono a rendere migliore la quotidianità delle persone con disabilità. Tra queste vi è l’Aias di Bologna la quale, dal 1962, svolge svariate attività in favore dell’inclusione. Interris.it, in merito ai tratti salienti di questa esperienza, ha intervistato il dott. Evert-Jan Hoogerwerf, direttore del centro per la ricerca e l’innovazione tecnologica di Aias Bologna.

(© PublicDomainPictures da Pixabay)

L’intervista

Dott. Hoogerwerf, come nasce e che obiettivi ha Aias Bologna?

“Aias Bologna come molte associazioni, é nata perché, un gruppo di genitori caregiver, ha iniziato a chiedere dei servizi per i loro figli, ad organizzarsi in merito e a interloquire con le istituzioni. Da quel momento hanno preso corpo i primi centri Aias a Bologna. Allo stato attuale, la nostra realtà associativa, è cresciuta molto, gestiamo ancora direttamente dei servizi e abbiamo circa un centinaio di dipendenti. A ciò si è aggiunto un lavoro molto articolato sulla progettazione; pertanto, svogliamo anche molti progetti sia in ambito europeo che con fondi regionali o nazionali. L’obiettivo che ci prefissiamo è quello di cercare di collegare la nostra esperienza locale con il quadro nazionale ed internazionale, al fine di far nascere uno scambio positivo e costruttivo fra la dimensione del nostro lavoro e il contesto sovranazionale. In questi anni pertanto, siamo riusciti a sviluppare una serie di servizi e progetti di vivo interesse per tutti e non solo per la realtà di Bologna”.

Quali sono le vostre principali attività per favorire l’inclusione delle persone con disabilità nella società?

“Svolgiamo diverse attività tese a favorire l’inclusione delle persone con disabilità nella società, tra cui i centri diurni e l’assistenza domiciliare. Negli ultimi anni però, ci siamo specializzati molto sul tema della tecnologia e sul ruolo che, la stessa, può avere per favorire la partecipazione e l’inclusione delle persone con disabilità in ogni ambito della vita. Tutto ciò si esemplifica in azioni per favorire l’accesso al lavoro, la quotidianità, e la realizzazione di una vita indipendente per le quali, in misura sempre maggiore, siamo alla ricerca di soluzioni tecnologiche al fine di permettere loro di vivere in maggiore autonoma. Nel dettaglio, tutto ciò, viene fatto attraverso ‘l’ausilioteca’ la quale, diffonde le tecnologie assistive, ne valorizza al massimo le potenzialità e, ad oggi, è convenzionata con l’Usl e la Regione Emilia-Romagna. Qui, tramite diversi progetti, intendiamo dare vita ad una maggiore consapevolezza sul tema della disabilità e creare una diffusa cultura dell’inclusione tramite le tecnologie e la ricerca scientifica, in sinergia con numerosi partner internazionali e attraverso dei finanziamenti della Commissione Europea”.

Foto di Tim Marshall su Unsplash

Quali sono i vostri auspici per lo sviluppo delle vostre attività? In che modo chi lo desidera può aiutare la vostra azione?

“L’auspicio principale è di poter continuare a svolgere al meglio le nostre attività in favore dell’inclusione e, di conseguenza, con i finanziamenti necessari, dare continuità ad una preziosa opera iniziata molti anni fa. Inoltre, abbiamo il desiderio di riuscire a incidere sempre di più sul miglioramento della vita quotidiana delle persone con disabilità. Crediamo veramente che, attraverso l’utilizzo delle nuove tecnologie, si possa aiutare sempre di più questo processo e incentivare la sensibilizzazione sul tema dell’accessibilità a 360 gradi attraverso l’uso delle stesse. Molto spesso permangono ancora delle barriere trasformano la disabilità in handicap, quindi bisogna continuare a lavorare tutti insieme e con determinazione per abbatterle. Chi desidera supportare la nostra opera, può mettersi in contatto con noi attraverso il nostro sito. Siamo sempre aperti al dialogo nonchè allo scambio di informazioni e di competenze sul tema dell’inclusione”.

Christian Cabello

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