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L’inclusione che diventa fraternità sui passi di Francesco

L’importanza della fraternità e del turismo inclusivo in occasione del Giubileo descritti a Interris.it da Dario Sorgato, organizzatore del cammino "Sui passi di Francesco”

Inclusione e valorizzazione del territorio sono le parole chiave dei cosiddetti “viaggi inclusivi”, i quali consentono alle persone con disabilità di visitare i luoghi non antropizzati del nostro Paese che, molto spesso, sono legati a doppio filo con la storia e la cultura cristiana.

L’esperienza di Noisy Vision e FreeWheels

In vista del Giubileo 2025, grazie a FreeWheels, fondata da Pietro Scidurlo e Noisy Vision, fino al 29 maggio, dieci viaggiatori – di cui sei con esigenze di mobilità e sue ipovedenti – stanno affrontando in sedia a rotelle, bicicletta o tandem un percorso da Ancona a Roma che ricalca il peregrinare di San Francesco e il suo messaggio di essenzialità. Dopo undici tappe che attraversano tre regioni – Marche, Umbria e Lazio – l’arrivo sarà a San Pietro nel giorno dell’udienza del Papa. Interris.it, in merito a questa esperienza di inclusione e fraternità, ha intervistato Dario Sorgato, fondatore di NoisyVision nonché viaggiatore, blogger e scrittore.

Foto di Tim Marshall su Unsplash

L’intervista

Sorgato, come nasce e che obiettivi ha il vostro viaggio “Sui passi di Francesco”?

“Il viaggio nasce da un’idea di Freewheels che, in precedenza, ha già fatto dei viaggi di questo tipo nel corso del 2022 e del 2023. Questa volta hanno scelto di invitare anche Noisy Vision, l’associazione che presiedo ed ho fondato, per portare un messaggio di Inclusione ad un livello ancora più elevato. Il cammino si intitola ‘Sui passi di Francesco. In cammino verso l’inclusione e la pace’, includere in questo viaggio, oltre a chi ha una mobilità ridotta, anche le disabilità sensoriali come l’ipovisione e l’ipoacusia, aggiunge ulteriore valore a questa esperienza. Io stesso ho una limitazione, sia visiva che uditiva, e parteciperò al viaggio per portare la nostra bandiera nella strada verso Roma”.

In base alla vostra esperienza, come si possono coniugare fragilità e inclusione attraverso il cammino?

“Il cammino è una metafora della vita perché, attraverso esso, nonostante la fatica, si raggiunge un obiettivo. Avere una disabilità o delle limitazioni di qualche tipo comporta delle difficoltà aggiuntive nella vita quotidiana. Fare un cammino, quindi, significa trasporre queste fatiche in qualcosa e farle diventare un fatto positivo. Percorrere la strada è una soddisfazione, l’obiettivo non è la meta ma il viaggio stesso. In questi contesti vogliamo contribuire a creare connessioni e relazioni che desideriamo portare anche nella vita di tutti i giorni”.

Il prossimo 29 maggio sarete ricevuti in udienza da Papa Francesco. Che significato riveste questo per voi?

Papa Francesco
Foto di Ashwin Vaswani su Unsplash

“Papa Francesco sta portando dei messaggi di pace in un periodo storico molto difficile. Egli porta il nome di chi, per primo, si è fatto strumento di pace, ovvero San Francesco. Andare da lui, per noi, significa anche poter essere a nostra volta divulgatori del bisogno di pace. Noi, con le nostre difficoltà, dimostriamo con le azioni e con i fatti che, nonostante le problematiche, si possono vivere delle vite appassionanti sempre che, nel mondo, ci sia un contesto di pace”.

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