Il sogno spezzato di Zaki

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Questa estate è stata funestata dalla drammatica situazione in Afghanistan. E’ difficile pensare alle vacanze ed al divertimento quando arrivano immagini drammatiche che riguardano un popolo angosciato e terrorizzato dal ritorno al potere dei talebani. Credo che non dimenticheremo mai le immagini di migliaia di persone accalcate in aeroporto nel tentativo di prendere un aereo verso l’occidente, e le orribili immagini di coloro che si sono aggrappati a quegli aerei e sono precipitati giù dopo il decollo.

Altrettanto drammatiche per me sono state le immagini di quelle mamme e di quei papà che hanno affidato i loro bambini ai soldati americani nella speranza di poter offrire loro un futuro di libertà. Ognuna di queste pagine racconta centinaia di storie. E tra le tante che leggiamo sui giornali in questi giorni mi ha molto colpito quella di un ragazzo, Zaki Anwari, calciatore della Nazionale giovanile afghana, che aveva solo 19 anni. Anche lui, a causa della presa del potere da parte dei talebani, ha tentato di fuggire dalla sua città e pur di mettersi in salvo si è aggrappato come tantissimi altri al carrello dell’aereo mentre decollava. Ma non riuscendo a tenersi con la forza delle mani è caduto nel vuoto perdendo così la vita.

Queste “immagini” mi hanno in un qualche modo riportato alla tragedia dell’11 settembre 2000, ovvero l’attentato alle torri gemelle a New York, dove anche il quella occasione le persone si gettavano dal grattacielo pur di salvarsi la vita. Immagini tragiche che faranno storia, di impatto pari a quelle delle persone che non hanno potuto far altro se non buttarsi dalle Torri Gemelle: la disperazione che ti fa lanciare nel vuoto e la disperazione che ti fa salire sul carrello di un aeroplano quando razionalmente sai che in entrambi i casi non ci sarà salvezza ma solo una morte più vicina rispetto a quella che comunque temi possa arrivare.

Storie di gente che sente di perdere la speranza, perché di questo si parla: Zaki sognava di giocare in nazionale e magari un giorno di giocare ai mondiali o alle olimpiadi. L’arrivo di un regime del terrore ha spezzato quel sogno. Ecco perché la sua storia non smette di stupirmi e di farmi pensare a quanto sia importante per noi giovani vivere in un mondo nel quale sia consentito di sognare.

Francesca Romana Preziosi: