L’umanizzazione delle cure ospedaliere è rappresentata dalla maggiore attenzione alle persone nella loro totalità, attraverso il soddisfacimento dei bisogni organici, psicologici e relazionali. Oggi, dopo le sofferenze causate dalla recente pandemia da Covid – 19, è un tema di grande attualità, al centro degli obiettivi presenti e futuri in ambito sanitario. In particolare, i crescenti progressi in campo tecnologico e scientifico, che permettono di trattare anche patologie incurabili nel recente passato, devono procedere di pari passo alla quotidianità della pratica clinica, in cui bisogna avere contezza dell’importanza degli aspetti relazionali e psicologici del malato e dei suoi famigliari.
L’opera della Fondazione De Marchi
La Fondazione G. e D. De Marchi ETS si impegna da anni, in un’ottica di assistenza globale, per promuovere progetti e azioni che possano migliorare la qualità della vita dei pazienti pediatrici e umanizzare le loro cure all’interno della Clinica De Marchi del Policlinico di Milano, punto di riferimento per le cure pediatriche per tutte le famiglie milanesi e in generale di interesse regionale, nazionale e sovranazionale. In questo periodo, per rendere ancora più totalizzante la presa in carico dei pazienti pediatrici, la fondazione sta costruendo un nuovo reparto di pediatria. Interris.it, in merito a questa nuova esperienza di cura che mette i bambini al centro, ha intervistato il dott. Francesco Iandola, direttore esecutivo della Fondazione De Marchi.
L’intervista
La Fondazione De Marchi sta realizzando un nuovo reparto di pediatria. Quali sono, secondo lei, le caratteristiche principali che dovrà avere?
“Il nuovo reparto di pediatria dovrà avere degli spazi pensati per i bambini ma anche per i genitori. È importante creare qualcosa per loro, ma dobbiamo ricordarci che, accanto a questi ultimi, ci sono anche i genitori che, per settimane o mesi, stanno accanto ai loro figli. Il nuovo ambiente avrà una grafica che farà percepire un senso di casa e di familiarità ai bambini, distogliendoli il più possibile dallo stress ospedaliero, con degli spazi di gioco e di studio per far sì che possano proseguire i percorsi didattici in aule appositamente predisposte. Vogliamo poi approntare dei luoghi dedicati ai genitori dove possano stare insieme, fare smart-working o avere dei momenti di relax. Inoltre, appronteremo diverse stanze a effetto ‘wow’, in grado di stupire, allietare le giornate dei bambini e, per quanto possibile, fargli dimenticare il luogo in cui si trovano”.
Nell’ambito della trasformazione degli spazi pediatrici del nuovo Policlinico di Milano avete emesso uno specifico bando. Che caratteristiche ha? A chi è rivolto?
“Attualmente si sta costruendo il nuovo Policlinico che sarà pronto tra poco più di un anno. È firmato da architetti di fama internazionale e, per la sua edificazione, abbiamo preso esempio da altri ospedali in Europa e nel resto del mondo. Milano è la capitale riconosciuta della creatività e del design. Cerchiamo quindi di stimolare le agenzie creative, gli architetti e tutti coloro che possono dare un contributo per aiutarci a realizzare un luogo fantastico per i nostri bambini. Noi ci mettiamo un milione di euro e loro devono darci la fantasia per edificare un ospedale più bello. Il bando che abbiamo aperto si chiuderà il prossimo 30 ottobre, in seguito ci sarà la giuria che presenterà al Politecnico i progetti che abbiamo selezionato e sceglieremo insieme quello da realizzare”.
Quali sono i vostri auspici per il futuro in merito alla cura dei bambini e alla loro presa in carico? In che modo, chi lo desidera, può aiutare la vostra azione?
“Vorremmo che, la scienza, possa creare sempre più opportunità di guarigione per i bambini. Attualmente c’è una maggiore attenzione sulla cura. Auspico che, i medici, si ricordino sempre del fatto che, di fronte a loro, c’è un bambino con una sua umanità. È necessario prendersi cura anche dell’interiorità, dell’umore del bambino e della sua famiglia. Questo è anche lo scopo del nostro progetto intitolato ‘Un ospedale mica male’, il quale vuole far sì che, i più piccoli, possano vivere in un’ambiente dove lo stress, la paura e il dolore possano diminuire o addirittura scomparire. Intendiamo quindi migliorare in merito alla qualità della cura e alla presa in carico del paziente a 360 gradi. Chi ci vuole aiutare è il benvenuto e, grazie al supporto di tutti, faremo sempre di più e meglio”.