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“Ho una missione, me l’ha affidata mio figlio”

Un aiuto utilizzato in tutt'Europa per controllare l'alito di chi si mette alla guida potrebbe davvero salvare la vita. Il racconto di mamma Cinzia

Nei momenti più difficili è quasi impossibile pensare che la vita abbia ancora senso e che tutto quel dolore porterà prima o poi ad una rinascita, ad un motivo per andare avanti. Cinzia Desiati ha perso suo figlio in un incidente stradale, ha sperimentato il dramma più forte che si possa provare: sopravvivere al proprio figlio.

La battaglia di Cinzia

Ad Interris.it ha raccontato la sua storia, la telefonata di conforto che ha ricevuto da Papa Francesco ed oggi torna a parlare con noi per raccontarci il suo impegno per salvare la vita di tanti giovani che ancora oggi muoiono in strada: “Sin dal giorno del funerale di Fabrizio ho percepito subito che mi figlio mi stava affidando una missione importante. Da quel momento sarei stata il suo strumento, un suo tramite cercare di salvare altri giovani come lui. Ragazzi che però, purtroppo, irresponsabilmente si mettono alla guida in stato di ebrezza mettendo a rischio anche la vita di chi sta accanto a loro”.

Il sensore “salva vita”

“Ho cominciato a leggere e studiare per capire cosa fare – continua Cinzia -. Così ho scoperto subito che in molti paesi europei, ma anche in America le automobili sono provviste di un sensore che misura l’alito della persona che si mette al volante dell’automobile. Per tanto, se sono stati superati i limiti del consentito l’auto non parte automaticamente”.

“Questa è una tecnologia importantissima, che bisognerebbe rendere obbligatoria anche nel nostro Paese perché potrebbe davvero salvare tante vite umane che magari non sono così responsabili mettendosi alla guida in stato di ebrezza – ha sottolineato Cinzia Desiati -. Se fosse stata applicata questa legge nel nostro paese mio figlio sarebbe ancora qui con me. Mi sento costretta a dover recriminare che come nazione siamo indietro rispetto ad altri paesi europei”.

“In Italia questa tecnologia è stata applicata per la questione seggiolini e per salvare quindi i bambini dimenticati in macchina. Non vedo perché non debba essere applicata per salvare la vita dei ragazzi che distrattamente si mettono alla guida. La mia politica è quella di inasprire le pene. Delle sanzioni e delle pene più severe soprattutto nei confronti dei neopatentati che si ritrovano a gestire un’arma che potrebbe mettere davvero a repentaglio la propria vita”.

Quanto è difficile essere genitori oggi

“Oggi per noi genitori è molto difficile dire un no ai nostri figli soprattutto quando arrivano ai famosi 18 anni e si sentono padroni del mondo. A quel punto non possiamo chiudergli le porte, perché loro comunque fanno vita di gruppo, si sentono forti, onnipotenti, si sentono di poter fare quello che vogliono senza limiti, senza rendersi contro dell’importanza della vita e anche noi adulti non riusciamo a gestire la loro vita come vorremmo, tenendoli sempre al riparo dai pericoli che la vita mette davanti”.

“A mio avviso si possono ottenere dei risultati efficaci – rimarca mamma Cinzia – solo se si riesce ad avere una vera cooperazione tra scuola e famiglia. Si tratta di instaurare una materia che non sia educazione civica, ma educazione alla vita perché così le famiglie sarebbero affiancate e si sentirebbero meno sole“.

Cosa significa essere volontari di Croce Rossa

Dopo l’incidente di Fabrizio avete deciso di diventare volontari di Croce Rossa? Da dove’è partito questo desiderio?
“Il desiderio è nato dalla volontà di poter fare qualcosa per gli altri. Così abbiamo pensato che se avessimo fatto qualche attività di volontariato per poter aiutare le persone in difficoltà avremmo potuto aiutare anche noi stessi provando ad alleviare così il nostro dolore. Abbiamo capito che ci sono tante situazioni di dolore anche diverse dal nostro e che poter dare loro una mano è stata la molla che ci ha spinto a prendere questa decisione”.

“Il corso per diventare volontari lo avevamo già fatto prima del lockdown riuscendo a terminarlo poco prima di febbraio – ha continuato Cinzia -, dando anche gli esami poco prima della chiusura di tutto e ci siamo comunque resi utili nel periodo di blocco totale portando cibo e farmaci a domicilio, anche tramite il servizio della Croce Rossa “Pronto Famiglia”. Quando fai del bene agli altri, lo senti sulla tua pelle”.

A settembre per Fabrizio sarà un compleanno speciale

“Il 15 settembre sarà il compleanno di Fabrizio e in quel giorno a Piazza Scotti, in zona Monte verde a Roma, dove lui si radunava con gli amici. Lì sarà piantato un ulivo, una pianta che simboleggia la vita e che ho scelto io personalmente. Verrà piantato proprio nel cuore della Piazza, e riceverà la benedizione e la preghiera da un Vescovo di Roma che sarà presente quel giorno con noi. Quindi ci sarà un momento di raccoglimento e poi uno più ludico e gioioso al quale prenderanno parte tutti gli amici di Fabrizio, cugini, parenti la piazza sarà sicuramente gremita per i 22 anni di mio figlio”.

La situazione in Italia

Gli incidenti stradali con lesioni a persone in Italia sono stati 172.183 nel 2019, un lieve calo rispetto al 2018 (-0,2%), tenendo presenti 3.173 vittime (morti entro 30 giorni dall’evento) e 241.384 feriti (-0,6%) come segnalato, riprendendo i dati Istat. In calo il numero di morti, ma risultano in aumento tra le vittime ciclisti e motociclisti.

Durante il periodo del lockdown, ovviamente causa obbligo di confinamento, gli incidenti si sono drasticamente ridotti se non quasi del tutto azzerati. Purtroppo però è bastato quel piccolo brivido estivo che molti ragazzi si sono rimessi alla guida peccando di responsabilità.

Le principali cause

La distrazione alla guida, il mancato rispetto della precedenza e la velocità eccessiva, considerando complessivamente il 38,2% dei casi, appaiono le cause più frequenti di morte in strada.

In aumento rispetto al 2018 le violazioni al Codice della Strada, tra le più accertate il mancato rispetto della segnaletica o l’utilizzo del cellulare mentre si guido. Aumentano le contravvenzioni per guida in stato di ebbrezza, come segnalato.

Per il secondo anno consecutivo, dopo l’aumento registrato nel 2017, il numero dei morti cala rispetto al 2018. Si segnala un valore -161, corrispondente a -4,8%. Il livello minimo nell’ultima decade, secondo le indicazioni.

In aumento le vittime tra ciclisti (253; +15,5%) e motociclisti (698; +1,6%), riprendendo ancora le informazioni. L’elevato incremento percentuale tra i ciclisti, in particolare su strade statali nell’abitato e fuori città, è collegato a un aumento degli incidenti stradali in cui sono coinvolti utenti in bicicletta (+3,3%), così come un utilizzo più diffuso del mezzo del 25% nel 2019 a fronte di un aumento delle vendite di bici del 7% in più nel 2019 rispetto al 2018, riprendendo ancora le informazioni.

Calano i valori collegati ad altre categorie come pedoni (534; -12,7%), ciclomotoristi (88; -18,5%), occupanti di veicoli per il trasporto merci (137; -27,5%) e automobilisti (1.411; -0,8%) e nel 2019 decresce il numero delle vittime nei diversi ambienti stradali, dalle autostrade considerando anche tangenziali e raccordi autostradali con un calo del 6,1% e 310 vittime, quindi sulle arterie urbane del 5,0% rispetto al 2018 con 1.331 morti e sulle strade extraurbane del 4,4% e 1.532 vittime.

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