Quando l’hater è l’insegnante

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Il web, un luogo di opportunità e al tempo stesso una rete rischiosa. Internet offre grandi possibilità ma ormai è innegabile che sia anche un posto pericoloso e pieno di gente che approfitta dall’anonimato per offendere: sono molte le persone che sparano cattiverei gratuite verso il prossimo e puntano il dito contro chiunque.

Pochi giorni fa è avvenuto un episodio spiacevole ma allo stesso tempo consueto. Una dodicenne torinese, di nome Anita, sui social ha scritto per settimane di desiderare le lezioni in classe piuttosto che le vacanze, poiché a causa della didattica a distanza si è perso troppo tempo, protestando contro la dad.

Il docente diventa hater

L’opinione della studentessa sull’ipotesi di prorogare le lezioni ha scatenato l’ira delle perone sul web, arrivando addirittura a doverla insultare sotto i suoi post, “fatti curare, mandiamola a pulire i bagni, disagio, assistenti sociali, malattia mentale” e così via. Un fiume in piena alimentato da studenti indignati e addirittura professori, obbligando così la madre di questa giovane ragazza a scrivere all’ex ministra dell’Istruzione, Lucia Azzolina, raccontando di come questa storia l’avesse talmente colpita, da dover per forza raccontarla.

L’Azzolina, dopo essersi documentata, ha notato come la maggior parte degli insulti e dei commenti negativi nei confronti di Anita non provenisse da studenti o ragazzini, bensì da docenti e insegnanti, facendoci capire quanto questo tema andrebbe trattato con meno approssimazione di come è stato fatto in questi giorni.

Critica costruttiva, non odio

Io sono dell’idea che sia giusto esprimere la propria opinione, dato che ci troviamo in un paese libero e abbiamo tutti i mezzi per fare sentire la nostra voce. Però è importante che gli adulti siano da esempio per noi ragazzi e ci mostrino cosa vuol dire esprimere un proprio parere in maniera educata. Personalmente sono ben disposta ad ascoltare tutti i tipi di critiche e di giudizi, ma solo ed esclusivamente se mi sono posti in maniera educata e rispettosa, altrimenti non mi sento tenuta ad accoglierli.

Francesca Romana Preziosi: