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Perchè Haiti è sull’orlo del precipizio

La Repubblica di Haiti è uno Stato ubicato nel Mar dei Caraibi, più precisamente sull’isola di Hispaniola, ex colonia francese indipendente dal 1804 popolata da oltre 10 milioni di persone con capitale Port au Prince.

Tanto premesso, Haiti è in profonda crisi politica e sociale, in particolare dal mese di ottobre 2019 quando, per la prima volta, la popolazione ha protestato con veemenza attraverso imponenti manifestazioni di piazza contro il presidente Jovanel Mouse accusato di corruzione.

La situazione attuale

In particolare, allo stato attuale, la precaria situazione della popolazione civile – già duramente provata dal terremoto del gennaio 2010 che causò oltre 220 mila vittime, 300 mila feriti ed oltre 3 milioni di persone che hanno subito danni materiali di notevole entità – è stata ulteriormente aggravata dalla pandemia da Covid-19, che ha provocato tra gli abitanti dell’isola ben 12 mila contagi e 245 decessi e dalle violenze perpetrate da bande armate dette “squadroni della morte” che mietono vittime e terrore in un clima generale di impunità e paura.

Rispetto a quanto precedentemente esemplificato, come sottolineato dalla Conferenza Episcopale Haitiana, la situazione attuale è di estremo disagio sull’orlo dell’esplosione ed è quindi fondamentale dare vita ad un dialogo istituzionale e sociale al fine di evitare conseguenze disastrose e nel contempo trovare il consenso su ogni questione spinosa.

In particolare è utile ricordare che il 60% della popolazione di Haiti vive sotto la soglia di povertà e vi è una forte carenza di cibo, infrastrutture e carburanti, a tal proposito dal 2010 la Caritas Italiana – attraverso un lodevole impegno – ha finanziato 221 progetti di solidarietà per un importo di oltre 24 milioni di euro al fine di contribuire fattivamente al benessere dei cittadini haitiani.

Il necessario intervento internazionale

In conclusione, è fondamentale che le istituzioni internazionali deputate incentivino il processo di normalizzazione di Haiti attraverso l’invio di aiuti umanitari e di una forza di interposizione pacifica che riporti la sicurezza e la pace tra la popolazione e possa favorire nel contempo il processo di democratizzazione attraverso lo svolgimento di libere elezioni in ossequio al mirabile pensiero di Papa Paolo VI: Se vuoi la pace, lavora per la giustizia”.

 

Christian Cabello

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