Gli hacker più ricchi dei narcos. Ogni 3 secondi nel mondo avviene un furto di identità digitale. Il “cybercrime“, secondo le indagini di studiosi e magistrati, ha superato il traffico di droga. Tra gli ambiti più proficui per le mafie.
Fonte: ANSA
Boom di attacchi
2 mila attacchi hacker in un anno. Allarme pirateria informatica in Italia. Nel 2020 boom di cyber-assalti contro aziende pubbliche e private. Molte delle quali impegnate nella lotta al Covid-19. E’ uno dei dati emersi nel corso di un incontro online. Sul tema “Cybercrime. Rischi e strumenti per arginare i crimini. Nell’era digitale“. L’appuntamento si è svolto nell’ambito di “Sita 2021”. La serie di eventi formativi su scienze. Innovazione. Tecnologia. Ambiente. Una rassegna organizzata dal comune di Partanna.
Gli hacker superano i narcos
Il pubblico ministero della procura di Palermo, Calogero Ferrara combatte il “cybercrime”. E afferma che questo fenomeno “ha superato il traffico di droga. Tra gli ambiti più proficui per le mafie”. E che ormai nel mondo “almeno ogni 3 secondi avviene un furto di identità digitale“. Francesco Petruzzella, funzionario informatico della procura di Palermo, aggiunge una spiegazione tecnica. “I cloud costituiscono gli obiettivi principali dei cybercriminali. Per ottenere disponibilità di informazioni personali. Colpendo la riservatezza dei dati“.
Pandemia
Secondo le ultime rilevazioni, sottolinea Francesco Petruzzella, “nel 2020 in Italia sono stati 1.871 i cyber attacchi. Nei confronti di aziende pubbliche e private. Si tratta di strutture colpite. Attraverso il blocco dei sistemi informatici. Tra loro ci sono aziende sanitarie. Impegnate a proteggerci dalla pandemia“.
Aggiornamento delle leggi
“La tavola rotonda in streaming ha coinvolto studenti di tutte le scuole siciliane. Realizzata con la collaborazione della Fondazione Rocco Chinnici– sottolinea una nota del comune di Partanna– L’obiettivo è fare il punto su uno dei fenomeni più in espansione. Nelle società moderne. Ovvero quello dei crimini informatici. Che comportano un aggiornamento continuo delle normative. E degli strumenti di contrasto“. E’ intervenuto all’incontro online Giovanni Chinnici. Figlio del magistrato ucciso dalla mafia nel 1983. E presidente della fondazione che ne porta il nome. Ha ricordato che il 39° anniversario anniversario dall’assassinio di Pio La Torre. “Rocco Chinnici e Pio la Torre- ha detto Giovanni Chinnici- hanno avuto la capacità di interpretare il presente. Immaginando il futuro”.