In Ucraina si muore per le bombe e la catastrofe umanitaria. In Italia i contraccolpi economici e sociali della guerra si traducono in gravi fenomeni speculativi. La Commissione Europea ha deciso di attivare nuove misure di crisi a sostegno dei settori della pesca e dell’acquacoltura. Comparti alle prese con le conseguenze economiche dell’invasione russa dell’Ucraina.
Effetti della crisi ucraina
Il meccanismo di crisi del Fondo europeo per gli affari marittimi consente agli Stati membri di concedere una compensazione finanziaria agli operatori. Per il mancato guadagno dovuto all’attuale perturbazione del mercato. Nonché aiuti allo stoccaggio alle organizzazioni di produttori. L’attivazione del meccanismo di crisi si aggiunge al quadro temporaneo degli aiuti di Stato. “Sono tutte misure necessarie. Assolutamente necessarie. Ma sarebbe utile pensare ad un tetto europeo sul controllo dei prezzi energetici“, afferma Nicola Tavoletta. Aggiunge il presidente di Acli Terra: “La pesca ha bisogno anche di misure di welfare più solide per le famiglie. Ciò a causa delle difficoltà del lavoro dei pescatori. Occorre, dunque, farlo rientrare anche nella tabella dei mestieri usuranti. Tutto ciò a prescindere dalla crisi ucraina”.
Valori da riequilibrare nella filiera
Acli Terra, inoltre, analizza dal punto di vista economico e sociale l’attuale situazione. La crisi ucraina rende le colture di mais più ricercate con un incremento del prezzo del 25%. Una dinamica che potrebbe spingere i produttori di pomodoro a convertire le produzioni. E un quadro così deteriorato e complesso sarebbe da governare con una regia nazionale in prospettiva. Evitando accelerazioni o speculazioni sul breve periodo. L’associazione professionale agricola delle Acli, quindi, chiede un impegno delle Regioni. Per monitorare questi fenomeni. Orientando l’equilibrio dei valori economici nella filiera. “Da oltre un mese l’invasione dell’Ucraina da parte della Russia sta mettendo a repentaglio l’assetto economico e finanziario internazionale”, documenta la Banca d’Italia.
Contraccolpi sul sistema Italia
“Sono oggi, chiaramente, più incerti due fondamentali pilastri– sottolinea Palazzo Koch-. L’integrazione dei mercati e la stessa cooperazione multilaterale sono in pericolo. Persino la pace in Europa rischia di essere compromessa”. Perciò “quello che stiamo vivendo in questo momento è un punto di svolta. Le cui conseguenze sono difficili da prevedere. Sia sul piano economico. Sia su quello politico e sociale”. Secondo la Banca d’Italia è peggiorata la distribuzione dei redditi. E la questione cruciale del nostro Paese riguarda il “ristagno della crescita“. E’ cresciuto, inoltre, il livello di famiglie con livelli di reddito e di consumo al di sotto delle convenzionali soglie di povertà. Già prima della guerra in Ucraina la pandemia aveva amplificato la disoccupazione dei giovani. A questa condizione generalizzata è collegato un insieme di ricadute di natura psicologica e sociale. Effetti che possono “avere implicazioni anche sull’economia”. E “a livello globale”. Tanto che si stima che nel mondo “oltre 100 milioni di persone torneranno in stato di povertà estrema”.