Un appuntamento di moda “fashion-retrò” per creare un ponte tra generazioni e sensibilizzare sulla piaga della violenza sulle donne. Una grande affluenza di pubblico ha accompagnato l’annuale appuntamento modaiolo organizzato dal “Centro Sociale la Cappelletta” a Greccio, comune reatino che ospita il santuario fondato da San Francesco e noto per essere il luogo dove il poverello d’Assisi istituì, nel 1223, il primo presepe. Greccio è dal 2016 nel club dei borghi più belli d’Italia. Una location d’eccezione dunque per questo terzo appuntamento andato in scena (dopo un rinvio per maltempo) giovedì 22 agosto e intitolato “Il fascino del guardaroba della nonna: eleganza un po’ retrò, semplicità curata, le, perle, i foulard, i cappotti, l’estetica”.
Carla Ilari: “La moda come legame tra generazioni”
Il fine dell’evento, che ha visto in campo decine tra volontari e modelle, tutti orbitanti nel territorio reatino, non è stato solo rievocativo ma anche sociale, come spiega a Interris.it l’organizzatrice e presidente del “Centro Sociale la Cappelletta” Carla Ilari. “‘Il Fascino del guardaroba della nonna’ è un tuffo negli anni d’oro del secolo scorso. Un periodo storico ricco di trasformazioni in cui si affermano nuovi modelli di vita che hanno visto i giovani essere sempre più al centro della scena sociale. Veri protagonisti della sfilata sono stati gli abiti trovati rovistando nei vecchi guardaroba delle nonne, indossati dalle nipoti, modelle per una notte”.
“La sfilata, presentando abiti vintage tutti da riutilizzare – spiega Ilari – ha l’obiettivo di combattere la mentalità dello spreco, dell’usa e getta, promuovendo la sostenibilità. Che non è solo una scelta ecologica, ma è anche una forma mentis generatrice di bellezza. Ha inoltre partecipato – sia come modella, sia con un intermezzo musicale – la giovanissima Francesca Grifoni: reatina classe 2002, è la neo campionessa europea di organetto”.
Gli abiti veri protagonisti della scena
“Tra le ‘chicche’ che sono state presentante nella passerella costruita lungo Largo Betlemme – prosegue l’organizzatrice – cito un abito da sposa in seta bianco degli anni sessanta rimaneggiato con inserti e coprispalla fatti ad uncinetto dalla sposa per trasformarlo in abito da sera e permetterne così il riuso in altre occasioni. A dimostrazione che un tempo non si sprecava niente. Oppure, un cappotto stile trench anni settanta fatto con vera pelle di serpente. Così come abiti in raso, lino, cotone, pizzo san gallo o macramè, crépe di lana e in seta, tutti naturalmente ‘bio'”.
“Oltre trenta gli abiti presentati, incorniciati da oggetti – bauli, giocattoli, ferri da stiro e macchine da cucito – rigorosamente vintage, risalenti agli anni Venti del ‘900. Le modelle, di tutte le età, uscivano da un armadio della nonna degli anni ’50 (opportunamente modificato) che fungeva da passaggio tra passato e presente: un ‘portale temporale’ che unisce – tramite la moda – tre generazioni di donne: nonne, figlie, nipoti, tutte peraltro presenti in passerella”.
Una sfilata contro la violenza di genere
“E’ infatti la donna il centro della kermesse, archetipo e al contempo donatrice di vita. Ma spesso vittima di violenza o sopraffazione. Per tale motivo abbiamo scelto quest’anno di dedicare la sfilata alla lotta contro la violenza di genere, sia esibendo delle scarpette rosse, sia facendo concludere l’evento ad un uomo che sfila con una donna anziana e una bambina. A raffigurare l’importanza di un rapporto costruttivo tra uomini e donne, di tutte le età, e la ricchezza di rapporti che intercorre nelle relazioni sane: l’uomo può e deve essere un buon padre, un bravo nonno, un caro amico. Camminare insieme nel rispetto reciproco è dunque la soluzione per eradicare la cultura della sopraffazione”, ha concluso l’organizzatrice.
Il commento del sindaco di Greccio, Emiliano Fabi
“Questa è un’iniziativa eccellente promossa dal Centro Sociale La Cappelletta, in collaborazione con l’amministrazione comunale”, ha commentato a Interris.it il sindaco di Greccio, Emiliano Fabi, presente all’evento. “Credo che il messaggio più importante che emerge da queste iniziative, specialmente in questa terza edizione, sia l’idea di una comunità unita a livello transgenerazionale. Il valore sta infatti nel mettere insieme le esperienze e il bagaglio culturale dei nostri anziani (che preferisco chiamare ‘diversamente giovani’), che sono le persone che custodiscono la memoria storica, con i ragazzi, magari i propri nipoti, che rappresentano il futuro. Attraverso la rivisitazione di abiti significativi, che siano abiti da sposa o altri vestiti importanti per la storia personale dei singoli, si valorizza così anche la storia della comunità e i passaggi storici che questi abiti e queste persone hanno vissuto. Questi ricordi vengono tramandati e narrati alle giovani generazioni. Come Comune, crediamo che queste iniziative contribuiscano alla crescita della comunità e, pertanto, supportiamo attivamente le associazioni che le promuovono anche dando gli spazi necessari per realizzarli”.
“Il momento culminante della sfilata, le tre generazioni che hanno sfilato insieme, è stato particolarmente emozionante”, ha rimarcato il sindaco Fabi. “Penso sia fondamentale continuare a portare avanti tali attività anche nei prossimi anni al fine di proseguire questa unione di comunità e generazioni”.