L’urgenza di vaccinare i giovani per uscire dalla pandemia. In gioventù, infatti, si frequentano più persone. E le nuove generazioni sono quelle che hanno più contatti. In pandemia, come dimostrano gli studi scientifici, la socializzazione è veicolo di trasmissione del virus. Perciò i governi si attrezzano. Reclutando “influencer” per spingere la campagna di immunizzazione tra gli under 30.
I giovani come target
In Indonesia, per esempio, tra i primi ad aver ricevuto il vaccino anti-Covid c’è un cospicuo gruppo di “influencer“. Un’iniziativa mirata a sensibilizzare soprattutto la popolazione più giovane sull’importanza della vaccinazione. Il presidente indonesiano Joko Widodo ha aperto la campagna di immunizzazione assieme all’influencer Raffi Ahmad. 50 milioni di follower su Instagram. “Non abbiate paura dei vaccini“, hanno ripetuto i personaggi più seguiti sui social media. Accanto alla loro foto durante la somministrazione della dose.
In Italia
“Covid, i giovani si faranno vaccinare? Per convincerli arrivano gli influencer su Tik Tok e Instagram, più open day per maturandi”, titola “La tecnica della scuola“. Il quotidiano della scuola spiega che “da alcuni giorni si parla con insistenza di aprire le vaccinazioni anti-Covid ai giovani. Anche in vista del ritorno a scuola in sicurezza a settembre. Ci sta pensando seriamente anche il governo. Per avviare il progetto, però, serve convincere i ragazzi. Non sempre consapevoli dell’utilità della somministrazione del vaccino per vincere la pandemia in atto. La vaccinazione, invece, è importante, anzi è fondamentale. “Al progetto sta lavorando anche il ministero alle Politiche Giovanili. E sta predisponendo, a questo scopo, una campagna di sensibilizzazione sui social. Una campagna specifica per i giovanissimi– evidenzia Alessandro Giuliani-. Per gli under 20 si useranno Tik Tok con i suoi influencer, mentre per gli under 30 verranno coinvolti i vip di Instagram, Facebook e Twitch. La campagna riguarderà comunque anche i canali istituzionali“.
Per il ritorno alla normalità
“L’Italia sta mettendocela tutta per tornare alla normalità. Ma sarà fondamentale non fermarsi. Nei prossimi giorni lavoreremo a una campagna di sensibilizzazione per gli under 30 per essere certi di tornare a scuola a settembre in sicurezza”, conferma la ministra alle Politiche Giovanili, Fabiana Dadone. In vista degli esami di maturità, nel Lazio sta prendendo il via una specifica campagna di vaccinazione. “Entro il 2 giugno– spiega l’assessore alla Sanità del Lazio Alessio d’Amato– faremo un open day nel Lazio per gli studenti che affronteranno gli esami di maturità. Pensiamo sia importante far svolgere in tranquillità gli esami. La gran parte del personale docente e non docente avrà avuto il vaccino ed è importante che lo abbiano anche i maturandi”. E aggiunge: “Stiamo studiando le modalità operative. Sicuramente utilizzeremo la app dell’open day tre clik e dopo 48 ore il vaccino”.
Vita sociale
Secondo il governatore del Lazio, Nicola Zingaretti “è giusto pensare a ragazzi e ragazze che hanno di fronte questa prova. Dopo 2 anni difficili anche per lo studio e la vita sociale. L’idea è stata bene accolta anche dai sindacati. “Open day per i vaccini ai maturandi? Sia sui tamponi salivari che per i vaccini ai maturandi siamo favorevoli, chiediamo queste misure da mesi, anzi da quasi un anno”, osserva alla “Tecnica della scuola” il presidente dell’associazione presidi del Lazio. Prosegue Mario Rusconi: “Siamo soddisfatti del lavoro della Regione Lazio anche se in passato c’è stato qualche contrasto. Ora speriamo ci venga comunicata questa decisione di fare gli open day per i vaccini e soprattutto che seguano fatti concreti”.
Sindacati per i giovani
Per Maddalena Gissi, segretaria generale Cisl Scuola, è una buona idea organizzare degli open day per far fare i vaccini ai maturandi. Sarebbe utile sollecitare tutti i presidenti delle Regioni a fare la stessa cosa”. Per Elvira Serafini, leader dello Snals:“Siamo d’accordo per fare open day dedicati ai maturandi, magari! Il meglio sarebbe se venisse somministrato il ‘Jonhson & Jonhhson’. Solo cosi riusciremmo a coprire una fascia importante di giovani che potranno fare gli esami in sicurezza. È auspicabile che questo avvenga non solo nel Lazio. Ma su tutto il territorio nazionale”.