Da anni ormai, in Italia come in tutto il resto del mondo occidentale, giornate come il Black Friday o il Cyber Monday, usanze importate dal mondo nordamericano, stanno assumendo le proporzioni di vere e proprie tradizioni all’insegna del consumismo.
Le giornate del consumismo
Si tratta, come sappiamo, di giorni particolari dell’anno (tipicamente il venerdì e il lunedì successivi al Giorno del Ringraziamento) in cui vengono applicati sconti sull’acquisto di qualsiasi tipo di prodotto. Mentre in Europa questa “tradizione” post-moderna si manifesta in semplici occasioni aggiuntive per acquistare prodotti a prezzi agevolati, negli Stati Uniti questa pratica si trasforma spesso in veri e propri assalti ai negozi, online e fisici, nei quali le persone vengono invogliate a spendere quanto più possibile, in una corsa all’ottenimento spasmodico di prodotti in grado di soddisfare qualsiasi tipo di bisogno o presunto tale.
Il martedì del dono
Ed è proprio a New York, nel cuore del mondo occidentale, che nel 2012, dalla ONG 92Y Street e dalla Fondazione delle Nazioni Unite, è nato il movimento #GivingTuesday. Pensato come giornata-evento da porre in contrapposizione ai giorni di spese sfrenate e per rafforzare la cultura del dono e della solidarietà, questo giorno dell’anno – il primo martedì dopo il Black Friday e il Cyber Monday – permette a tutti di donare gratuitamente qualcosa di proprio agli altri. Che sia tempo direttamente investito in volontariato, o donazioni da devolvere a progetti finalizzati a realizzare obiettivi umanitari di vario genere, o anche semplicemente un gesto di gentilezza verso il prossimo, ogni atto di solidarietà e di generosità contribuisce a rendere questa giornata unica il motore del cambiamento per un mondo migliore.
Il movimento #givingtuesday
Da qualche anno questa iniziativa sta diventando un movimento davvero globale e, dal 2017, è sbarcata in Italia, grazie all’impegno di AIFR, l’Associazione Italiana di Fundraising. “Abbiamo conosciuto #GivingTuesday a metà del 2017 in Spagna durante un evento in cui abbiamo incontrato i fondatori del movimento Asha Curran e Henry Timms. È stato un incontro fortuito ma fin da subito abbiamo compreso l’importanza e la potenzialità del movimento. In Italia #GivingTuesday non era ancora noto e non era presente un comitato locale, ma eravamo consapevoli che non potevamo rimanere fuori da questa conversazione internazionale sulla solidarietà”, racconta la stessa AIFR, che ha saputo convogliare le sue energie anche in questa iniziativa, permettendo al settore del volontariato italiano di usufruire di un ulteriore sostegno pratico, attraverso il quale agire nel mondo del sociale in modo ancora più concreto ed efficace.
Attraverso il sito www.givingtuesday.it e la piattaforma online di crowdfunding www.ungiornoperdonare.it chiunque ha la possibilità di donare denaro per sostenere direttamente le varie associazioni e i progetti che vengono presentati e illustrati. Dalle iniziative per integrare progetti educativi in tutto il mondo a quelle per realizzare spese solidali a km0 o per leggere libri e storie per coloro che non possono avere accesso a libri, il mondo di #GivingTuesday è decisamente variegato e pieno di opportunità per supportare progetti concreti.
Rendere virale la generosità
Questo nuovo movimento è in crescita e in forte sviluppo in tutto il mondo: solo negli Stati Uniti, nell’ultimo GivingTuesday del 1° dicembre 2020, si stima che siano stati raccolti un totale di 2.5 miliardi di dollari (tra donazioni online e offline), registrando un aumento del 25% delle donazioni rispetto al 2019, dei quali circa 808 milioni di dollari sono stati donati direttamente tramite le piattaforme online. Non solo, altri 503 milioni di dollari erano stati raccolti, sempre da Giving Tuesday USA, nel maggio scorso, al fine di sostenere le persone, le attività e le iniziative più colpite dalla pandemia.
Questa dinamica non è da intendersi solo nell’ambito americano. Possiamo osservare che nel 2020 questo movimento di generosità, oltre ad essersi esteso in una dozzina di nuove nazioni, tra cui il Cile, il Ghana e l’Irlanda, continua a crescere e a svilupparsi anche nel nostro Paese.
“Dal 2017 ad oggi siamo riusciti a fare grandi passi in avanti come movimento in Italia, ogni anno che passa riusciamo a coinvolgere sempre più associazioni e persone”, racconta AIFR, sottolineando che “sono state più di 300 le organizzazioni che hanno scelto di partecipare unendo la propria voce a quella delle altre sul portale givingtuesday.it” e che “lo scorso anno attraverso il contest GivingTuesday e l’iniziativa MyGivingStory siamo riusciti a supportare con un totale di 16.500 euro 6 progetti solidali di diverse categorie”. Un traguardo reso possibile coinvolgendo addirittura il 13% della popolazione adulta online italiana durante il GivingTuesday, di cui il 94% ha partecipato attivamente alla raccolta fondi a sostegno delle attività. Ma non finisce qui.
Il 5 maggio 2020, l’AIFR ha creato, insieme agli altri global leaders una giornata di unione per sostenere tutte le popolazioni mondiali durante il lockdown nella lotta contro la pandemia e i suoi disastrosi effetti collaterali: “Abbiamo incoraggiato la popolazione a donare, sostenere i propri vicini, regalare una parola di conforto o un gesto gentile, e diffondere buone pratiche per contrastare il virus con l’obiettivo di affrontare la difficile situazione insieme e promuovere l’interscambio di idee che potevano essere replicate velocemente in tutto il mondo”.
Una missione globale da portare avanti
La missione portata avanti dall’AIFR attraverso il movimento del GivingTuesday non si è fermata nemmeno nel 2020, l’anno della pandemia. Anzi, proprio perché l’umanità intera si trova ad affrontare la sfida più grande degli ultimi decenni, la sua vocazione e la sua risonanza assumono un significato ancora maggiore. Come ricordato dalla stessa AIFR, “ad oggi c’è ancora più bisogno di unione, di generare degli obiettivi comuni e di fare rete per supportarci” e GivingTuesday rappresenta una grandissima opportunità per fare fronte comune e per diffondere il più possibile la cultura del dono come mezzo per rendere il mondo un posto migliore, al di là degli egoismi e dell’individualismo nel quale il nostro stile di vita ci fa talvolta pericolosamente cadere.
La giornata mondiale del dono non si esaurisce in 24 ore, ma cerca di concretizzare un sentimento che, in quanto esseri umani, condividiamo e che ci spinge a comprendere le difficoltà degli altri. Capire le sofferenze e le emergenze che le persone intorno a noi, vicine e lontane, sono costrette a subire significa prendersi cura dell’umanità intera, e quindi anche di noi stessi. Significa essere in grado di assumersi le proprie responsabilità, di renderci conto che tutti possiamo fare la nostra parte, di dimostrare che l’amore e il dono possono avere un grande impatto nella vita quotidiana di migliaia di persone se ci facciamo testimoni attivi di questi valori.
I messaggi di forza, di speranza e di unione che il movimento #GivingTuesday lancia con le sue iniziative vogliono significare proprio questo, che “ognuno di noi è importante e ogni atto di dono può innescare il cambiamento che vogliamo vedere nel mondo. […] Non importa cosa o quanto doni ma è attraverso l’atto donativo che riusciamo a sentirci più vicini e più forti, una grande comunità globale che collabora per costruire società più coesa”.