I giovani e la pandemia: abbiamo spesso raccontato come i ragazzi stiano vivendo questo ultimo anno e mezzo di lotta al Covid: dalla dad alle difficoltà delle relazioni in questo tempo di distanziamento sociale. Questa volta vorrei soffermarmi sul tema dei vaccini.
In settimana, infatti, si è affrontato il tema dei vaccini destinati ai giovanissimi e il ministro della Salute, Roberto Speranza, ha annunciato l’intenzione di procedere come hanno già fatto gli Stati Uniti e Israele e dunque di vaccinare tutti, compresi i bambini. La decisione dell’agenzia del farmaco europea dovrebbe arrivare tra pochi giorni. Intanto noi ragazzi ci cominciamo a chiedere se e quando fare il vaccino e soprattutto perché.
Non è la prima volta che ci interroghiamo sul nostro ruolo in questa pandemia: per alcuni versi siamo stati i più sacrificati, quelli che hanno rinunciato a molto restando chiusi in casa. Dall’altro siamo stati ritenuti un mezzo di diffusione del virus, soprattutto verso la famiglia, i nonni e non è stato facile sentirsi “una minaccia” per le persone che ami. Per questo è bene riflettere e informarsi, per evitare di imbatterci in fake news e prendere le decisioni sbagliate. Come sempre ci sono dei pro e dei contro, abbiamo chiesto consiglio alla professoressa Stefania Salmaso, epidemiologa, esperta indipendente. Dal 2004 al 2015 ha diretto il Centro nazionale di epidemiologia, sorveglianza e promozione della salute dell’Istituto Superiore di Sanità.
Professoressa Salmaso la campagna vaccinale procede e si comincia a parlare di quando toccherà ai ragazzi e la prima iniziativa riguarda i maturandi… è proprio necessario che si vaccinino e per quale motivo?
“Si comincia. Questo ‘essere necessario’ non è stato ancora definito. E’ un allargamento dell’offerta vaccinale. La campagna di vaccinazione era partita con l’obiettivo di ridurre i casi di malattia severa e i decessi e quindi di proteggere le categorie più vulnerabili. L’allargamento agli adolescenti, ad esempio con il vaccino americano ora sotto la valutazione dell’Ema, sarebbe un cambio di obiettivo e di strategia della campagna di vaccinazioni e quindi secondo me c’è bisogno di ulteriori valutazioni, così come vanno evidenziati i benefici che derivano dalla vaccinazione rispetto agli eventuali rischi”.
I vaccini che verrebbero utilizzati per i bambini e i giovanissimi sarebbero gli stessi?
“Al momento solo il vaccino di Pfizer ha ottenuto il via libera negli Stati Uniti per vaccinare i bambini, il vaccino con Rna messaggero. Ma chiunque abbia un prodotto registrato può condurre studi per abbassare le indicazioni di utilizzo, cosa che sta facendo ad esempio Moderna. Dal fare studi sui vaccini per i giovanissimi a fare una campagna vaccinale c’è un salto che deve essere fatto in base a valutazioni di sanità pubblica. Al momento si tratta comunque di una prospettiva perché non c’è abbastanza prodotto sul mercato per procedere concretamente”.
Vaccinare i ragazzi serve a tutelare le categorie più fragili?
“La vaccinazione deve innanzitutto tutelare chi si vaccina, poi in molti casi c’è un vantaggio per la comunità. Se pensiamo alla vaccinazione antitetanica protegge solo chi si vaccina, ma anche per quella contro il morbillo che aiuta il gruppo, il vantaggio è in primis per chi si vaccina. Per questo bisogna valutare attentamente le categorie da vaccinare”.
Per quanto riguarda il prossimo anno scolastico, si può immaginare un ritorno alla normalità?
“E’ difficile da prevedere, certo le restrizioni saranno l’ultima spiaggia, ma sarà importante mettere in atto sistemi di sorveglianza in grado di individuare velocemente dei focolai epidemici e interromperli e valutare rispetto all’incidenza circostante”.
Come spiegare l’importanza del vaccino?
“Il vaccino anti Covid e in generale le vaccinazioni proteggono da infezioni che sono temibili e da questo punto di vista bisogna sempre fare i conti con i benefici che ci si può aspettare dalla vaccinazione”.