Giornata mondiale dell’infanzia: ecco come imparare ad ascoltare i bambini

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Il 20 novembre si festeggia la Giornata mondiale dell’Infanzia istituita per la prima volta nel 1954 come “Giornata universale del bambino” e viene celebrata in questa data ogni anno per promuovere la solidarietà internazionale, la sensibilizzazione dei bambini in tutto il mondo e il miglioramento del loro benessere. Questa è una data importante anche perché nel 1959 l’Assemblea Generale delle Nazioni Unite ha promulgato la Dichiarazione dei Diritti del Bambino. 

Un anniversario speciale

Quest’anno è ancora più speciale, perché trent’anni più tardi, poi, nel 1989 l’Assemblea Generale delle Nazioni Unite ha adottato la Convenzione sui diritti del fanciullo.  In riferimento a questi Interris.it ha incontrato il dottor Paolo Grampa, psicologo e psicoterapeuta esperto di psicologia infantile e adolescenziale.

In tante parti del mondo i bambini vengono mandati a lavorare nonostante l’età …quanto influisce su un bambino l’infanzia negata?
“Per quanto antropologi e storici abbiano ampiamente mostrato come l’esperienza e il concetto di infanzia varino ampiamente a seconda della società e del contesto storico preso in considerazione, il diritto internazionale (e la Convenzione sui diritti dell’infanzia del 1989 in particolare) impone l’utilizzo di categorie universali. Questo orientamento del diritto va nella direzione di tutelare un periodo della vita dell’umo. Nello specifico l’infanzia è particolarmente importante. È infatti nei primi anni di vita che un essere umano si costituisce come persona, modellando attraverso le proprie esperienze non solo il carattere e la personalità, ma anche il suo mondo affettivo e relazionale. Tale sviluppo avviene mediante il gioco, il rapporto con i pari, le interazioni con le figure di accudimento, tutti elementi che, quando un bambino si torva a dover lavorare, vengono negati. Le ripercussioni nel corso della vita sono innumerevoli, poiché un’infanzia negata non può che generare un’adultità altrettanto negata”.

Secondo i dati dell’Ilo 168 milioni di bambini nel mondo non hanno diritto al gioco, quanto è importante giocare e sviluppare determinate capacità attraverso attività ludiche?
“È acclarato da decenni di studi in ambito pediatrico, psicologico, pedagogico ed educativo come le attività ludico-ricreative svolgano un ruolo fondamentale nello sviluppo del bambino. Il gioco infatti non è un mero passatempo perché contribuisce al benessere di ogni bambino e ragazzo, da un punto di vista fisico, cognitivo, sociale ed emotivo-affettivo. Le attività ludiche permettono al bambino tanto di comprendere come funzionano gli oggetti quanto di gettare le basi relazionali tra pari, consentono di esplorare il mondo della fantasia e delle emozioni, entrando in contatto con il pensiero astratto e fantastico. Inoltre, i giochi dei bambini coinvolgono spesso tutto il corpo, la motricità grossa e fine, la coordinazione e l’equilibrio”.

I Bambini sfruttati da piccoli che adulti diventeranno?
“Difficile fare una previsione generica. Ogni persona è frutto di una storia individuale e relazionale, di un patrimonio genetico e biologico oltre che di una serie di risorse psicologiche, tra le quali la sempre più nota resilienza. Sicuramente avere un’infanzia caratterizzata da sfruttamenti risulta un fattore di rischio importante per l’insorgenza di patologie psichiche, patologie organiche e difficoltà di adattamento alla vita. Questa predisposizione però non è una previsione certa, ma piuttosto una possibilità probabile”.

Un altro problema legato ai bambini è anche la violenza domestica, che sempre di più dilaga in alcune famiglie. Vivere momenti di violenza in casa, gesti di violenza da parte del padre nei confronti della madre, quanto e come influisce sulla mente dei bambini? Plasma il loro carattere?
“La violenza assistita impatta sulla mente dei bambini in maniera massiccia, tanto quanto quella diretta. In questi bambinisi registra spesso nell’immediato la sensazione di essere  cattivi, colpevoli e impotenti. Si imputano un senso di responsabilità eccessivo rispetto alle reali possibilità che hanno di intervenire per fermare le brutalità. A lungo termine gli effetti nelle vittime di violenza assistita sono problemi di depressione, bassa autostima, ansia, comportamenti aggressivi e scarsa capacità di gestire la rabbia, stati di agitazione e irrequietezza. Inoltre, le competenze sociali, empatiche e relazionali risultano minori rispetto ai pari che non hanno vissuto esperienze di questo tipo”.

Tra i diritti dei bambini c’è l’ascolto delle opinioni del minore: questo prevede il diritto dei bambini a essere ascoltati in tutti i processi decisionali che li riguardano, e il corrispondente dovere, per gli adulti, di tenerne in adeguata considerazione le opinioni.
Quanto è importante ascoltare i bambini soprattutto in questo periodo? E come rispondere alla loro domande anche quando può sembrare impossibile?
“L’ascolto dei bambini è sempre fondamentale. Ancor più rilevante in questo periodo delicato e misterioso che ci troviamo a vivere. Ascoltare un bambino, i suoi racconti, le sue fantasie ma anche le sue preoccupazioni e le sue domande permette a questo di non sperimentare un’esperienza fondamentale nella vita di un essere umano: condividere è un primo passo per affrontare le difficoltà. Ecco allora che più che la risposta dei genitori e degli adulti (a volte le risposte non ci sono proprio) diviene secondaria rispetto alla possibilità che offriamo al piccolo di trovare ascolto e vicinanza. L’invito ai genitori è di non preoccuparsi se non hanno la risposta corretta a una domanda di loro figlio, perché possono sempre fornire una possibilità preziosa: mettersi insieme a loro alla ricerca di una risposta ancora misteriosa e da costruire”.

Rossella Avella: