Senza le piante la vita degli esseri umani sulla Terra sarebbe assai diversa, in un modo che è anche difficile immaginare. Le piante infatti sono fondamentali per darci nutrimento, ossigeno, materiale edile, ‘materia prima’ per medicine e per i tessuti con cui realizziamo capi di abbigliamento. La salute delle piante però, tanto decisiva per la nostra, è messa in pericolo da parassiti, malattie, ed effetti del cambiamento climatico. Per sensibilizzare i cittadini sull’importanza di questo tema e della sua tutela, le Nazioni Unite hanno istituito il 12 maggio la Giornata internazionale della salute delle piante.
L’intervista
Per approfondire i contenuti dell’edizione 2023, Interris.it ha intervistato John Gilmore, agriculture officer nel Segretariato della Convenzione internazionale per la protezione delle piante (IPPC), un trattato internazionale siglato da oltre 180 Paesi. L’intervista è stata condotta in inglese.
Quali sono gli obiettivi di questa giornata?
“La Giornata internazionale della salute delle piante del 2023 è stata istituita per aumentare la consapevolezza nelle persone e per agire per mantenere le nostre piante in salute e contribuire a proteggere l’ambiente naturale e la biodiversità. Per farlo è importante prevenire l’introduzione di organismi nocivi per le piante, invisibili all’occhio nudo che ma possono causare molti danni all’ambiente naturale e alle colture. Il rischio che questa cosa possa accadere è più elevato nei viaggi da un Paese all’altro o nel commercio internazionale e nell’e-commerce”.
Perché le piante sono così importanti?
“Le piante sono la vita. Dipendiamo da loro per l’80% del cibo che mangiamo e per il 98% dell’ossigeno che respiriamo. Ma non solo, dalle piante derivano anche le materie prime che utilizziamo per produrre cose come vestiti e medicine”.
Quanto sono “in salute” oggi le piante e come proteggerle?
“La salute delle piante è importante per conservare l’ambiente naturale e la biodiversità, contrastare la fame nel mondo, ridurre la povertà e incrementare lo sviluppo economico, per questo dobbiamo proteggerle dai parassiti e dalle malattie che le colpiscono definendo gli standard internazionali e migliorando i trattamenti fitosanitari. Il focus, in questo momento, è fissare dei parametri validi a livello mondiale per garantirne la protezione da specie invasive e malattie che possono diffondersi più facilmente con i viaggi e gli scambi commerciali. Per esempio, il legno dei pallets utilizzati per il trasporto delle merci se non è trattato può trasportare parassiti da una parte all’altra del mondo. Occorre allora sottoporre questi pallets a un trattamento per eliminare gli organismi nocivi e serve poi un bollo che assicuri che l’operazione è stata eseguita, in modo da velocizzare anche i controlli una volta che i prodotti sono giunti a destinazione”.
A proposito di insicurezza alimentare, qual è la percentuale di colture alimentari che si perde ogni anno nel mondo?
“Le stime parlano di una perdita annuale del 40%. Parliamo di colture su cui sono stati fatti investimenti significativi. Guardando alle cause della fame abbiamo capito, per esempio, che dobbiamo aiutare i Paesi a migliorare le loro prestazioni in termini di monitoraggio, sorveglianza e diagnosi della salute delle piante per diminuire la perdita dei raccolti. Ogni soluzione futura riguardo alla sicurezza alimentare passa quindi dalla protezione delle piante e dalla tutela della loro salute”.
Quali risultati sono stati conseguiti nell’ultimo anno dal Segreteriato della Convenzione internazionale per la protezione dei vegetali?
“Il 2022 è stato un anno importante in quanto il Segretariato ha festeggiato il settantesimo anniversario della Convenzione dalla sua entrata in vigore. Si sono, infatti, tenuti le prime edizioni della Giornata internazionale della salute delle piante e della conferenza internazionale sul tema, a Londra, che ha radunato più di 500 partecipanti tra cui policymakers, esperti e accademici di tutto il mondo. Sono stati adottati dieci nuovi standard internazionali, di cui cinque trattamenti fitosanitari ,un protocollo diagnostico, e sono state pubblicate guide per l’implementazione degli standards. Inoltre, 114 Paesi si sono registrati alla “IPPC ePhyto Solution”, una piattaforma dove i Paesi si possono scambiare certificati fitosanitari elettronicamente, rendendo il processo più efficiente, sicuro ed economico, al fine- di facilitare il commercio e contrastare le frodi. Infatti, a dicembre 2022, sono stati scambiati quasi tre milioni di certificati fitosanitari. Infine, sono stati creati quattro corsi e-learning sulle misure fitosanitarie”.