La gig economy è stato finora un
modello economico privo di solide garanzie contrattuali. Basato sul lavoro a chiamata. Occasionale e temporaneo
. E non sulle prestazioni lavorative stabili e continuative. Nella società “global” tanti non hanno più un singolo lavoro da dipendente. Ma, secondo la definizione della
Treccani,
una somma di micro-lavori. Per raggiungere il pareggio di bilancio personale o familiare.
Boom in pandemia
Consegna del cibo a domicilio: il
tumultuoso boom del comparto in pandemia. Ora. qualcosa sta cambiando. “In lockdown siamo stati definiti
lavoratori indispensabili. E il delivery un lavoro essenziale. Ma continuiamo a fare questo lavoro a
3 euro a cottimo. Senza neanche la malattia”. In Italia ad organizzare la protesta dei fattorini è stata in primis la rete
RiderXiDiritti. Che ha trovato grande
risonanza sui social con la
proposta di un
#nodeliveryday.
Gig-workers
Le società di consegna di cibo con sede in Spagna hanno tre mesi. Per convertire i loro corrieri in lavoratori salariati. Secondo le nuove regole approvate dal governo. Con una delle prime normative in Europa sui diritti dei lavoratori della gig-economy. Il decreto è stato concordato con sindacati e associazioni imprenditoriali. Mira a chiarire la situazione giuridica di migliaia di riders. Dopo che la Corte Suprema spagnola lo scorso anno aveva piantato un paletto fondamentale. Stabilendo che le aziende dovevano assumerli come dipendenti.
A livello Ue
Le nuove regole sono entrate in vigore immediatamente. E alle aziende sono stati concessi 90 giorni per conformarsi. Si sta svolgendo a livello globale dibattito. Su come regolamentare i diritti dei lavoratori nella gig economy. La Commissione europea ha avviato un periodo di consultazione pubblica. Sulle potenziali regole a livello dell’Unione Europea.
Consultazione pubblica
La Spagna è andata avanti rispetto all’Europa. Recependo con la nuova normativa la sentenza della Corte Suprema. Alla quale alcune società erano ancora riluttanti a conformarsi. Nella convinzione che i loro modelli fossero diversi da quelli oggetto della sentenza. Il pronunciamento dei giudici riguardava specificamente i riders della start up Glovo.
Food delivery
Lo sfruttamento del lavoro in pandemia ha fatto esplodere il “
caso riders” in tutta Europa. Sempre più persone senza stabile occupazione. E
in condizioni di precarietà. Spinte dal loro stato di necessità a dover accettare prestazioni lavorative. Senza adeguate garanzie. Adesso, però, dalla Spagna arriva
un segnale in controtendenza. Che va verso la promozione dello sviluppo di un settore in tumultuosa crescita. E cioè il
comparto del “
food delivery“. Un passo di avvicinamento al pieno rispetto dei diritti dei
gig-workers.