Da Quarto, quartiere della parte orientale di Genova, nel 1860 salpò Giuseppe Garibaldi con i Mille alla volta della Sicilia. Da quell’impresa nacque l’Italia. In anteprima mercoledì 21 luglio andrà in scena a Genova “I mille del ponte“. Nella sua seconda, ampliata, versione, l’opera sarà rappresentata al Nervi Music Ballet Festival.
Genova come simbolo
“I mille del ponte” è uno spettacolo teatrale e musicale. Nato da un’idea di Pietrangelo Buttafuoco. E di Raffaella Luglini. Presidente di Fondazione Ansaldo-Gruppo Leonardo. Scritto da Massimiliano Lussana. E’ dedicato alle lavoratrici e ai lavoratori che hanno ricostruito il Ponte di Genova. Lo spettacolo è prodotto dalla Fondazione Ansaldo-Gruppo Leonardo. L’allestimento è promosso dal comune di Genova. Assieme al Teatro Carlo Felice. E s’inserisce nel cartellone del Nervi music Ballet Festival 2021. I protagonisti delle storie portate in scena emergono dai ritratti. Presentati nel volume eponimo. Voluto da Fondazione Ansaldo. Per l’archivio storico del lavoro italiano. Un racconto fotografico. Attraverso i volti. Le mani. I calli. Gli occhi. E le immagini del lavoro. Dalla demolizione all’esplosione. Fino alla ricostruzione.
Cultura e memoria
Un racconto individuale e collettivo. Di coloro che hanno materialmente “fatto” il Ponte. Cioè operai. Ingegneri. Saldatori. Controllori di gestione. Autisti. Decine di categorie professionali che sono eccellenze italiane. Apprezzate in tutto il mondo. In scena, Mario Incudine, cantante e attore. Di recente protagonista del video clip di Biagio Antonacci, “Mio fratello”. Per la regia di Gabriele Muccino. Accanto a Beppe e Rosario Fiorello. Poi il mandolinista Manfredi Tumminello. E Antonio Vasta. Polistrumentista specializzato negli strumenti della tradizione popolare. Sullo sfondo di video. E di una playlist di canzoni della tradizione e della cultura italiana.
Grande dolore
“Questo spettacolo racconta un’importante pagina di storia genovese. Un percorso che ha portato con sé un grande dolore. Ma che ha anche recuperato un forte senso di comunità. Una spinta a ricostruire e ad andare avanti insieme”, commenta l’assessore alle Politiche culturali. Aggiunge Barbara Grosso: “Ad andare in scena è il ricordo corale. Nel contesto di un evento importante come il Festival di Nervi”. Si tratta di una “dichiarazione d’amore a Genova. L’espressione genuina del desiderio di ricordare. Ma anche di un impulso al rinnovamento che pervade tutta la città”, evidenzia il Sovrintendente del Teatro Carlo Felice. Prosegue Claudio Orazi: “La ricostruzione del Ponte San Giorgio ha rafforzato il senso di unità e di comunità di Genova. Comune, Fondazione Ansaldo-Gruppo Leonardo e Teatro Carlo Felice si ritrovano per commemorare questa occasione. Assieme alla cittadinanza, al Nervi Music Ballet Festival. E’ un manifesto della voglia di andare avanti. E ciò mi riempie di gioia. D orgoglio. E di commozione”.
Patrimonio italiano
“Fondazione Ansaldo-Gruppo Leonardo è custode dello straordinario patrimonio del saper fare. E della cultura industriale, non soltanto quella genovese. Di cui il Ponte San Giorgio è il più recente esempio– spiega la presidente della Fondazione Ansaldo Raffaella Luglini- Proprio per questo siamo felici di aver regalato alla città prima il libro fotografico. E poi questo spettacolo dedicato ai lavoratori del Ponte. Ennesimo tassello di una storia alta e nobile. Quella del lavoro e delle sue eccellenze. Sempre con le persone al centro“.
Tre atti su Genova
Lo spettacolo si dispiega sull’arco di tre atti. Un primo atto dedicato agli “artefici” del ponte. Le mani operose di oltre cinquanta tipologie di professionisti e artigiani diversi. Confluite nell’opera monumentale di ricostruzione. Presentate sulle note di “o’ Guarracino” e de “La storia” di Francesco De Gregori. Una carrellata dei rappresentanti delle competenze tecniche. E dei lavori manuali di imprescindibile importanza. Un secondo atto è dedicato al “record dei notai”. Dedicato al contributo dei 56 notai. Che hanno battuto il record dei primati del notariato. Riuscendo a consegnare per tempo le pratiche di tutela dall’esproprio. Ai cittadini residenti ai piedi del ponte. Un racconto che si snoda sullo sfondo di musiche. Estratte da quella che, nell’ambiente forense, è nota come la “playlist dei notai“. Francesco De Gregori. Fabrizio De Andrè. Franco Battiato. Lodo e Lo Stato sociale. I Pinguini tattici nucleari. Achille Togliani. Poi Roberto Vecchioni. Giorgio Gaber. Ivano Fossati. Ma anche “Zorro” e “Messico e nuvole”. Per raccontare le ricerche degli aventi diritto fino all’altro capo dell’Oceano.
Suoni industriali
Un terzo atto è intitolato, “Ponte di luce“. Dal nome dell’idea di Renzo Piano. Dove i suoni industriali sono protagonisti. Dal robowash che pulisce i vetri. Ai sensori più moderni esistenti in questo settore dell’ingegneria civile. I rumori si intrecciano alle colonne sonore di cartoni animati. Come la canzone “Ufo Robot”. Storica sigla di Goldrake. Sullo sfondo di scene da film ‘cult’, che tutti possiamo ricordare. Come la famosa ”dai la cera, togli la cera” di Karate Kid. Che contrappuntano con umorismo il ritmo del lavoro incessante. Immortalato in corso d’opera.
Coro di lavoratori
Un’opera corale che ritrae alla perfezione la grandezza di ciascun membro del grandioso coro di lavoratori coinvolti. Fino all’omaggio a Paolo Micai, operatore e fotoreporter che fotografava e riprendeva il cantiere. Ed è morto di Covid in un letto dell’ospedale San Martino di Genova. Lo spettacolo è un ulteriore omaggio della Fondazione Ansaldo-Gruppo Leonardo alla città di Genova. Nell’ambito della tradizione culturale. E del legame storico della Fondazione con la città. E con il suo territorio.