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Figli iperprotetti: tutti gli errori dei genitori del nuovo millennio

Il commento della dott.ssa Susanna Cirone, psicologa psicoterapeuta, su come è mutato il rapporto genitori-figli negli ultimi 20 anni

“Essere genitore oggi è un compito più che mai complesso ed articolato. Sembra che tutto sia cambiato: i figli, sempre più spesso, sono coloro che gestiscono la relazione, mentre i genitori, affannosamente come in un’impresa titanica, tentano, spesso invano, di contenere ed arginare le loro esplosioni emotive”.

Lo evidenzia sul proprio blog la dottoressa Susanna Cirone, psicologa psicoterapeuta ufficiale del Centro di Terapia Strategica . Sempre per In terris, la dottoressa ha già contributo con “I 5 consigli della psicologa per vivere bene la Fase 2” e, nel recente passato, descrivendo le  “trappole della mente”, quella grave patologia neuropsichiatrica denominata Disturbo Ossessivo Compulsivo (Doc).

Genitori 2.0

Oggi parliamo invece di genitorialità, come è cambiata nel nuovo millennio e in particolar modo con l’avvento dei social. I genitori di oggi – prosegue la dottoressa Cirone – rispetto al passato hanno perso il loro ruolo, la loro autorevolezza. Vedo (anche nel mio lavoro di psicoterapeuta, genitori che concedono regalini nella speranza di ottenere ubbidienza; genitori disorientati e spesso impotenti davanti ai propri figli.

Genitori iperprotettivi

Ma una domanda merita una attenta riflessione: sono cambiati i figli o sono cambiati i genitori?

Un’attenta analisi – spiega Cirone – evidenzia un lento ma progressivo ed inesorabile modificarsi del ruolo genitoriale negli ultimi decenni. Il modello educativo che contraddistingue la famiglia italiana in questo periodo storico è quello iperprotettivo.

Questo stile è caratterizzato dalla tendenza dei genitori a sostituirsi ai propri figli per rendere la loro vita sempre più facile, cercando di eliminare tutte le difficoltà. In un clima di questo genere i figli sono sempre più deresponsabilizzati, incapaci di affrontare ostacoli e difficoltà e intolleranti alle frustrazioni.

Un “no”, ammesso che ci sia, diventa una tragedia perché a loro tutto deve essere concesso. Hanno una vita programmata dagli adulti nei minimi dettagli affinché non si annoino, dimenticando che desideri e passioni nascono spesso da sani momenti di noia.

Così i genitori perdono progressivamente potere generando, dapprima, bambini e, successivamente, ragazzi fragili, insicuri, narcisi oltre che arroganti.

Figli con lo smatphone

Nulla di tutto ciò vuole essere una colpevolizzazione dei padri e delle madri i quali ovviamente agiscono sempre con l’intento di fare il meglio per i propri figli, evidenzia la dottoressa Cirone, ma, purtroppo, come disse Oscar Wilde, “è con le migliori intenzioni che spesso si producono i peggiori effetti”.

In realtà, le origini di questo atteggiamento benevolo ed iperprotettivo vanno ricercate nella moderna letteratura psico-pedagogica ma – aggiunge la dottoressa – ciò richiederebbe una trattazione a parte. Qui basti dire che buone teorie sono state male interpretate e male applicate disorientando, anziché aiutando, i genitori nel loro compito educativo.

Le difficoltà della vita

Tuttavia, nel suo corso la vita, inevitabilmente, presenta delle difficoltà – aggiunge – e il saperle affrontare e superare richiede capacità che il figlio iperprotetto non è riuscito a sviluppare perché non si è mai dovuto “mettere alla prova”.

Vale a dire che l’iperprotezione nega ai bambini e ai ragazzi la possibilità di attivare quelle risorse di problem solving necessarie per superare gli ostacoli che incontrano e che sono fondamentali per la crescita cognitiva ed emotiva.

Cosa non fare

Assistiamo così a genitori che intervengono nel litigio del proprio figlio con l’amico, che interferiscono nel ruolo degli insegnanti, che fanno i compiti al posto del figlio, che gli regalano l’iphone ultima generazione per renderlo felice, che corrono all’uscita di scuola se piove, che gli portano lo zaino perché troppo pesante, che promettono regali planetari se si comporterà bene e studierà … e così via in un elenco di esempi che potrebbe essere infinita.

Non sostituirsi

Sembra quindi che ci si sia dimenticati che in realtà un genitore dovrebbe mantenere il ruolo di educatore con il proprio bagaglio di regole, sostenere e supportare, senza sostituirsi, rendendo possibile al proprio figlio il raggiungimento di piccoli e grandi obiettivi, insegnandogli a godere delle proprie vittorie così come a tollerare le sconfitte da cui trarre insegnamento per trasformarle in opportunità.

Sarà così che si svilupperanno autostima, resilienza e capacità di adattarsi alla mutevolezza delle circostanze. Ingredienti essenziali – conclude la dottoressa Cirone – per costruire un’immagine di sé positiva e in grado di affrontare le sfide della vita.

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