Il “genio femminile” nel governo della Chiesa. Suor Smerilli testimone della dottrina sociale

Logo Interris - Suor Alessandra Smerilli: "Vi spiego la 'santa economia'"

Logo INTERRIS in sostituzione per l'articolo: Suor Alessandra Smerilli: "Vi spiego la 'santa economia'"

Il “genio femminile” in Vaticano. Da suor Pascalina Lehnert, influente assistente di Pio XII. A Wanda Polwaska, fidatissima collaboratrice di Giovanni Paolo II. Fino a suor Alessandra Smerilli, nominata da Francesco. segretario del dicastero vaticano dello Sviluppo umano integrale. In Curia le “risorse rosa” danno buoni frutti. Alla religiosa economista Jorge Mario Bergoglio ha affidato anche l’importante incarico di delegata per la Commissione Vaticana contro il Covid.

Genio rosa

Suor Smerilli, Figlia di Maria Ausiliatrice, è la prima donna segretario di un dicastero vaticano. “Sono grata al Santo Padre per l’impegnativo incarico che mi ha chiamato ad assumere- afferma la religiosa 47enne originaria di Vasto-. Prego il Signore affinché mi aiuti a onorare questa chiamata in spirito di obbedienza alla Chiesa. Con la umiltà, la passione, la creatività e la capacità di ascolto che essa richiede. Il mio desiderio e impegno è di poter servire al meglio la missione della Chiesa. Per il tempo che il Papa riterrà opportuno”. Suor Smerilli, che finora è stata sottosegretaria nello stesso ministero vaticano, si dice certa di poter contare sullo spirito di comunione. E sulla collaborazione di tutto il dicastero. Nonché dei tanti partner internazionali che collaborano con la Commissione Covid. Ciò, precisa la religiosa salesiana,”per la promozione integrale della persona e la cura del creato. Promovendo e sviluppando i principi della dottrina sociale della Chiesa. A cui Papa Francesco ci richiama costantemente. In vista della costruzione di un mondo migliore”.

Suor Alessandra Smerilli con Paola Severini Magrini

Risorse preziose

La centralità delle “risorse rose” è stato il messaggio anche di un memorabile congresso internazionale “Come le donne fanno la differenza”. Promosso dall’Istituto di Studi Superiori sulla Donna dell’Ateneo Pontificio Regina Apostolorum. In collaborazione con l’Università Europea di Roma. Per l’occasione operatori economici, sociali, istituzionali e universitari si riunirono a Roma. Con l’obiettivo di pianificare le azioni da intraprendere per valorizzare il contributo femminile al mondo nel lavoro. Il congresso ha evidenziato che investire nelle donne significa aiutare la crescita economica. E migliorare concretamente le proprie capacità organizzative. La donna, infatti, è in grado di dare una nuova direzione al mondo dell”economia. Della cultura. E della scienza. Grazie alle sue caratteristiche peculiari di leadership. Derivanti dalle sue attitudini e capacità di adattamento e di versatilità. E soprattutto dalla componente etica tipica dell’animo femminile.

Visione integrale

Benedetto XVI nell’enciclica “Caritas in veritate” (numero 32) evidenzia “le grandi novità“. Che il quadro dello sviluppo dei popoli oggi presenta. Queste novità pongono in molti casi l’esigenza di soluzioni nuove. Da cercare insieme. Nel rispetto delle leggi proprie di ogni realtà. E alla luce di una visione integrale dell’uomo. In grado di rispecchiare i vari aspetti della persona umana. “Contemplata con lo sguardo purificato dalla carità“, evidenzia Joseph Ratzinger. Si scopriranno allora “singolari convergenze e concrete possibilità di soluzione. Senza rinunciare ad alcuna componente fondamentale della vita umana”. La società ha bisogno di trovare valori forti. Per far fronte alle sfide. Ma purtroppo la dimensione etica è entrata in crisi nell’età contemporanea. E l’etica che si è interfacciata con il mondo economico non ha sempre mantenuto il suo rigore. Si tende, quindi, a pensare che il mondo economico abbia bisogno di un’etica propria. In qualche modo aggiustata. E invece, avverte l’enciclica, “rispondere alle esigenze morali più profonde della persona ha anche importanti e benefiche ricadute sul piano economico. L’economia infatti ha bisogno dell’etica per il suo corretto funzionamento. Non di un’etica qualsiasi, bensì di un’etica amica della persona”. E la donna possiede tutta una serie di caratteristiche insite nella sua natura che trasferisce nel modo di fare impresa. Anche sui mercati internazionali.

Scambio positivo

Ecco quindi la particolare attenzione del “genio femminile” ai risvolti sociali. E all’impatto che la presenza di un’azienda può avere. Sul tessuto socio-economico del paese in cui va ad insediarsi. Questo fa sì che la donna imprenditrice sia particolarmente impegnata. Affinché la presenza dell’impresa venga percepita non solo come portatrice di vantaggi economici per il mercato locale. Attraverso la creazione di posti di lavoro. O l’apporto di tecnologie e di capitali. Ma anche come valorizzatrice delle risorse umane locali. Ne consegue che nel mondo le aziende italiane, spesso guidate da donne, riescono a stabilire buoni rapporti con le maestranze locali. Giungendo ad uno scambio positivo fra culture e comportamenti.

L’esempio del Vaticano

Con la nomina di suor Smerilli, papa Francesco indica un modello al resto della società. Sta crescendo, infatti, l’attenzione al tema della sottorappresentanza femminile sia nelle istituzioni che nelle aziende. Le barriere che ancora impediscono l’effettiva parità sono di varia natura. Sociale. Per la carenza di servizi e politiche a supporto della famiglia. Organizzativa. Per i modelli gestionali ancora troppo rigidi rispetto alle esigenze di conciliazione tra la vita professionale e la vita familiare. E culturale, che resta forse la criticità maggiore. Perché riguarda pregiudizi radicati. E pertanto più difficili da rimuovere. Per facilitare la crescita della leadership femminile servono strutture e strumenti a supporto delle famiglie. Nuovi modelli di gestione basati sul merito. E, infine, un cambiamento culturale profondo di mentalità e di comportamenti”.

 

Giacomo Galeazzi: