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Gaza-anno zero: la Striscia da ricostruire

L'Italia al centro delle trattative internazionali per spegnere l'incendio che sta divampando in Medio Oriente e creare le condizioni per un futuro di pace

E’ l’anno zero per la ricostruzione di Gaza. Rimettere in piedi la Striscia devastata dalla guerra è una priorità internazionale per arrestare l’incendio in Medio Oriente. Il segretario di Stato americano Anthony Blinken ha dialogato a Londra con i suoi omologhi della Giordania e degli Emirati, e il primo ministro ad interim del Libano. Gli incontri con il ministro degli Esteri giordano Ayman Safadi e con quello degli Emirati Arabi Uniti Abdullah bin Zayed al-Nagayan si sono concentrati sugli sforzi per sostenere i piani di stabilità, sicurezza e la ricostruzione nella Striscia di Gaza dopo la fine della guerra. Il faccia a faccia di Blinken con il primo ministro ad interim del Libano, Najib Mikati, è stato dedicato alla campagna israeliana contro Hezbollah. L’operazione militare ha provocato vittime di massa tra la popolazione civile del Libano, in particolare nella capitale Beirut. In una conferenza stampa, il segretario di stato americano ha affermato che la lotta di Israele contro Hezbollah “non può – e non deve – portare a una campagna prolungata” in Libano. Blinken ha invitato Israele ad adottare le misure necessarie per prevenire danni alla popolazione civile. All’esercito libanese. E alle forze di pace delle Nazioni Unite. Nella sua visita in Medio Oriente, il capo della diplomazia Usa ha visitato Israele, Arabia Saudita e Qatar. Il difficile negoziato per il rilascio degli ostaggi in mano ad Hamas e il cessate il fuoco nella Striscia di Gaza sembra avere fatto un timido progresso. Blinken e la sua controparte del Qatar hanno ribadito l’importanza delle interlocuzioni in atto. Anche se la gran parte degli osservatori considerano improbabile che si possa prevedere una svolta prima delle elezioni americane.

Gaza
Foto di Emad El Byed su Unsplash

Italia-Gaza

Anche Roma gioca un ruolo rilevante nella pacificazione dell’area. L’Italia “portatrice di pace” punta a trovare misure concrete da mettere in campo nella crisi umanitaria in Medio Oriente e nelle sfide dello sviluppo in Africa. Per promuovere crescita e stabilità e sbarrare la strada alle autocrazie. E così al G7 Sviluppo a Pescara, presieduto dal ministro degli Esteri Antonio Tajani, è stata lanciata l’idea di una conferenza sulla ricostruzione di Gaza. In arrivo, inoltre, altri 25 milioni di aiuti per la Striscia e il Libano. L’Italia, inoltre, sta lavorando a iniziative pubblico-private. L’attenzione viene posta su infrastrutture e salute, in particolare sui vaccini. La consapevolezza del G7  è che serve “una risposta globale ambiziosa alle sfide dello sviluppo e alle molteplici crisi che stanno frenando i progressi verso il raggiungimento degli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile“. Secondo Tajani “la cooperazione allo sviluppo costituisce uno strumento straordinario di pace, crescita e stabilità”. Aggiunge il titolare della Farnesina: “Il continente africano non è povero, lo sono le popolazioni ma ci sono risorse e prodotti a volte non valorizzati. E il nostro compito è portare il nostro saper fare”. L’Africa, infatti, “ha bisogno di risposte concrete“. E, avverte Tajani, “se non saranno le democrazie liberali a darle, il rischio è che “scelga quelle delle autocrazie come la Cina, l’Iran, e la Russia“.

 Gaza
Foto di Emad El Byed su Unsplash

Misure concrete

Per cercare di individuare misure che possano avere un impatto diretto, sono stati chiamati a partecipare al G7 e a far sentire la propria voce esponenti del settore privato e delle organizzazioni internazionali. Come Unhcr, Undp, Pam, Croce Rossa e Mezzaluna Rossa, Ifad e Fao. Tra gli importanti attori sul terreno ci sono anche i missionari italiani, protagonisti di un appuntamento ad hoc sul loro contributo allo sviluppo sostenibile delle popolazioni locali e al rafforzamento delle opportunità di istruzione e formazione. E proprio gli “ospiti” sono stati uno dei successi che l’Italia ha rivendicato. Con la partecipazione alla prima giornata dei lavori di tre alti rappresentanti israeliani, libanesi e palestinesi che, per la prima volta dall’inizio della guerra, hanno preso parte a un evento. Riuniti nella città abruzzese, ma in tre distinte sessioni di lavoro nell’ambito della conferenza umanitaria sul Medio Oriente. Si tratta del ministro degli Esteri libanese, Abdallah Bou Habib. Del ministro dell’Economia dell’Autorità nazionale palestinese Mohammad Alamour. E della rappresentante permanente di Israele presso Onu a Roma, Orli Gil. “È un programma alimentare mondiale. Saranno 15 tir che partiranno carichi di beni alimentari e sanitari. E andranno a Gaza, attraverso la Giordania, con il sostegno del governo di Israele e dell’autorità nazionale palestinese”, sottolinea Antonio Tajani.

Foto di Florin Palamarciuc su Unsplash

Food for Gaza

Prosegue Tajani: “Questa è la singolarità di questo progetto ‘Food for Gaza’. Siamo preoccupati di costruire la pace e di aiutare le popolazioni civili che stanno soffrendo. La distribuzione sarà diretta. E questi camion rimarranno a Gaza per continuare a distribuire il materiale che noi invieremo. Sono stati modificati per poter lavorare all’interno della striscia di Gaza. Noi siamo vicini al popolo che soffre e a quelle decine, centinaia di migliaia di persone che hanno bisogno di beni alimentari e sanitari”. Saranno poi messi a disposizione altri 25 milioni di euro per le popolazioni civili. Una parte di questi fondi andranno a un progetto di ricostruzione dell’autorità nazionale palestinese. “Ho lanciato l’idea di una conferenza internazionale per la ricostruzione di Gaza appena finita la guerra- sottolinea il ministro degli Esteri italiano-. Vista la situazione, noi come governo, stiamo lavorando per il cessate il fuoco e per la liberazione degli ostaggi”. A Genova Tajani ha preso parte a un’iniziativa a favore della popolazione di Gaza: “E’ stata aggiunta una tessera importante per aiutare le popolazioni civili. L’Italia è in grado di svolgere un ruolo importante. Protagonista di un’azione politica per alleviare le sofferenze e costruire la pace. Pace che si costruisce passo dopo passo”. Il titolare della Farnesina, in occasione del G7, ha anche annunciato un nuovo stanziamento umanitario d’emergenza da parte italiana di 15 milioni di euro per la popolazione del Libano. 10 milioni per l’aiuto umanitario a Gaza e un sostegno di 5 milioni per il piano dell’Anp per la pianificazione della ricostruzione della Striscia.

Gaza
ANTONIO TAJANI VICEPREMIER E MINISTRO DEGLI AFFARI ESTERI. CREDIT: SAVERIO DE GIGLIO

Italia-Pam

A questo si aggiunge l’impegno nell’ambito del progetto “Food for Gaza“. Con la distribuzione degli ultimi trenta giorni di 47 tonnellate di beni alimentari e la partenza da Genova dei primi camion dei 15 donati dall’Italia al Pam. “La Conferenza Umanitaria ha gettato le basi per la ripresa di un dialogo rilevante tra i Paesi della regione”, hanno sottolineato i Paesi del G7, nella dichiarazione finale. Ribadendo il loro “appello a favore di una soluzione diplomatica in Libano. In conformità con la piena attuazione della risoluzione 1701. Affinché cessino le ostilità a Gaza, vengano rilasciati gli ostaggi e si ponga fine alle sofferenze dei palestinesi e israeliani”. Oltre alla crisi umanitaria in Medio Oriente, tre sono stati i pilastri del G7 Sviluppo a Pescara attorno ai quali si sono concentrate le discussioni: sicurezza alimentare, infrastrutture e salute. Temi “strategici per l’economia italiana e centrali nella collaborazione con il continente africano”, ha affermato il capo della diplomazia. Evidenziando la necessità di “una visione strategica, non interventi qua e là”. Infatti “dobbiamo capire come vogliamo rapportarci con l’Africa. Non è soltanto una questione migratoria. E’ una questione molto più importante, quella di rafforzare il legame e di avere un partner strategico nel continente africano”.

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