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Garlatti (Garante Infanzia): “Sui diritti dei minori serve un cambio di passo”

L’Autorità garante per l’infanzia e l’adolescenza, Carla Garlatti, in un'intervista esclusiva per In Terris mette in guardia sui rischi della Dad

Domenica 24 gennaio si celebra la Giornata internazionale dell’educazione. Proclamata dall’Assemblea generale delle Nazioni Unite nel 2019 al fine di riconoscere all’educazione la sua centralità per il benessere umano e lo sviluppo sostenibile, è la prima edizione a svolgersi in piena crisi pandemica mondiale.

Povertà educativa e covid

Dodici mesi che hanno visto aumentare gli indicatori di povertà educativa riguardanti bambini e ragazzi di ogni ordine e grado. In modo specifico, gli studenti delle scuole medie e delle superiori che non sono ancora tornati a fare lezioni in aula. A seconda del colore della regione, infatti, solo il 50% degli studenti è tornato a fare lezione in presenza. Tutti gli altri sono in Dad (didattica a distanza), metodologia in merito alla quale anche la ministra dell’Istruzione Lucia Azzolina si è recentemente espressa in modo non del tutto favorevole.

Ministro Azzolina: “La Dad non può più funzionare”

“E’ difficile per gli studenti comprendere perché non rientrano a scuola, capisco le loro frustrazione: la scuola è un diritto costituzionale se a me avessero tolto la scuola non sarei probabilmente qui”, aveva detto lo scorso 11 gennaio la ministra a Radio Rai 1. “Nelle regioni a fascia gialla tutto è aperto tranne la scuola superiore e questo creerà profonde cicatrici, i ragazzi hanno bisogno di sfogare la loro socialità. Sono molto preoccupata, oggi la dad non può più funzionare, c’è un black out della socialità, i ragazzi sono arrabbiati, disorientati ed sono preoccupata per il deflagrare della dispersione scolastica”.

L’allarme dell’Autorità garante per l’infanzia e l’adolescenza

La preoccupazione delle ministra Azzolina è condivisa anche dall’Autorità garante per l’infanzia e l’adolescenza, la dottoressa Carla Garlatti. La nuova titolare è stata nominata lo scorso 13 novembre dal Presidente del Senato, Maria Elisabetta Alberti Casellati, e dal Presidente della Camera, Roberto Fico. La nomina è stata poi pubblicata in Gazzetta il 19 novembre seguente.

La dottoressa Garlatti (qui la bio) succede alla dottoressa Filomena Albano che, lo scorso giugno proprio dalle colonne di In Terris, lanciava un grido di allarme: “A causa del covid – avvertiva – la vita dei bambini e dei ragazzi, in particolare di quelli più vulnerabili, è stata stravolta”.

Dopo un’estate relativamente calma, da settembre il virus ha riportato il Paese nel blocco parziale o totale delle attività, scuola compresa. A poche ore dalla Giornata Internazionale dell’Educazione, In Terris ha intervistato la dottoressa Carla Garlatti che, in un recente comunicato stampa a firma dell’Autorità garante, ha evidenziato le difficoltà oggettive degli studenti in Dad.

Il comunicato dell’Autorità Garante

“Gli studenti – si legge nel comunicato – hanno diritto di andare a scuola in sicurezza. Se si prendono le necessarie precauzioni il rischio negli istituti si riduce: il problema è arrivarci. Servono interventi efficaci che tengano conto delle esigenze dei ragazzi, valutando ciò che è meglio per loro. Sulle decisioni che li riguardano, finora non sono stati ascoltati. Adesso hanno alzato la voce e vanno presi nella giusta considerazione”.

“Il ricorso alla didattica a distanza (DAD), inoltre, va contenuto per quanto possibile, visto che le ricadute negative sono numerose: i ragazzi perdono la preziosa opportunità di stare con i coetanei, anche di litigarci, e di confrontarsi con adulti che non siano i loro genitori. Aumentano i rischi di dispersione e le differenze sociali. Mi preoccupano in particolare – evidenzia la dottoressa Garlatti – gli studenti con disabilità, che hanno risentito pesantemente degli effetti della pandemia”.

“Se guardiamo al futuro – conclude la Garante nazionale – i ragazzi, i bambini e i loro genitori hanno bisogno di certezze, in particolare rispetto al calendario scolastico in presenza e a distanza e alle modalità di svolgimento degli esami di fine anno. La tutela del diritto all’istruzione, in un equilibrato bilanciamento con quello alla salute, coinvolge le persone di minore età di tutta Italia e, come ho avuto modo di constatare, è una questione fortemente sentita anche dai garanti regionali e provinciali”.

L’intervista alla dottoressa Carla Garlatti

Dottoressa Garlatti, qual è il peso della Giornata Internazionale dell’Educazione che si celebra domenica 24 gennaio?
“La Giornata rappresenta l’occasione per valorizzare quanto previsto dalla Convenzione di New York per i bambini e gli adolescenti, richiamando l’attenzione sulla necessità di investire su un’istruzione che sia inclusiva, equa e di qualità. L’insegnamento primario deve essere obbligatorio e gratuito. Tutti i ragazzi devono poter frequentare regolarmente la scuola e avere l’opportunità di sviluppare personalità, talenti e capacità. Quest’anno la ricorrenza assume un valore ancora più forte a causa della pandemia, che espone i giovani al rischio di dispersione scolastica e di impoverimento culturale. È quindi necessario che le azioni che i governi metteranno in campo puntino a investire sull’istruzione per promuovere in futuro società più inclusive e sostenibili”.

Lei, nel comunicato, scrive: “La tutela del diritto all’istruzione, in un equilibrato bilanciamento con quello alla salute, coinvolge le persone di minore età di tutta Italia e, come ho avuto modo di constatare, è una questione fortemente sentita anche dai garanti regionali e provinciali”. Può approfondire questo concetto?
“Il diritto all’istruzione si pone sullo stesso piano di quello alla salute, essendo entrambi diritti garantiti a livello nazionale e sovranazionale, ma è necessario in una situazione di pandemia trovare un equilibrio. Andare a scuola è un diritto dei ragazzi, ma deve avvenire in condizioni di sicurezza. Ad esempio assicurando trasporti non affollati o evitando che si verifichino assembramenti prima e alla fine delle lezioni. Una volta garantita la sicurezza, sarà più agevole contenere il ricorso alla didattica a distanza, che porta con sé una serie di rischi. Le preoccupazioni degli effetti sull’istruzione delle misure per garantire la tutela della salute attraversano tutta la Penisola, come molti garanti regionali o provinciali hanno segnalato”.

Quali saranno le ricadute a livello educativo per bambini, adolescenti e ragazzi se dovessero affrontare anche quest’anno scolastico in Dad?
“Molti bambini e ragazzi stanno vivendo l’anno scolastico attraverso la Dad, la didattica digitale a distanza, oppure attraverso la didattica digitale integrata. La conseguenza è un’offerta di istruzione a macchia di leopardo, con gravi diseguaglianze nei livelli di apprendimento, anche legate alle diverse possibilità di interagire con la classe e con gli insegnanti. Alcuni non possono accedere a internet o hanno computer inadatti o insufficienti. C’è poi il problema della mancanza di occasioni di socializzazione, anche con gli insegnanti. La scuola non è solo apprendimento di nozioni e formule, ma anche occasione per imparare a confrontarsi e superare le timidezze”.

Potrebbero esserci conseguenze anche a livello psicologico?
“Sì. Le conseguenze di una prolungata chiusura delle aule scolastiche possono infatti manifestarsi anche sulla salute mentale: spesso i ragazzi sono preoccupati e inquieti, soffrono di ansia, di stress, di disturbi del sonno e dell’alimentazione. Sono stati registrati, in qualche caso, atteggiamenti aggressivi o autolesionistici: i ragazzi ci stanno chiedendo aiuto ed è dovere degli adulti ascoltarli e dar loro risposte”.

Quali potrebbero concretamente essere, dunque, gli “interventi efficaci che tengano conto delle esigenze dei ragazzi”?
“I ragazzi hanno fatto sentire la loro voce, dopo essere stati ignorati per mesi. Le loro proteste di piazza e le loro richieste si sintetizzano nel desiderio di andare a scuola ma in condizioni di sicurezza. Una di queste è rappresentata, ad esempio, dai mezzi pubblici, le cui esigenze di orario – in alcuni casi – hanno richiesto una turnazione negli ingressi a scuola. I ragazzi andrebbero ascoltati prima di prendere le decisioni, considerando che tali decisioni dovrebbero tenere conto dei loro bisogni. Sono emerse già alcune idee che potrebbero essere valutate: adeguato potenziamento del trasporto pubblico locale e linee bus dedicate. Ma l’importante è che gli studenti vengano sentiti e presi seriamente in considerazione”.

Come sta vivendo, dottoressa Garlatti, questo suo nuovo e importante incarico?
“Sento forte il senso di responsabilità per il ruolo che è chiamata a svolgere l’Autorità garante in un particolare periodo storico durante il quale i diritti dei bambini e degli adolescenti, e in particolare quelli in condizione di vulnerabilità, sono fortemente compressi. È questo stesso senso di responsabilità che mi spinge a impegnarmi affinché avvenga un cambio di passo nella considerazione dei diritti dell’infanzia e dell’adolescenza”.

In che modo?
“Uno strumento sarà quello di cercare sinergia e collaborazione in rete tra tutti coloro che possono incidere sulla realizzazione del superiore interesse dei bambini e dei ragazzi, a partire dai garanti regionali e delle province autonome. Le persone di minore età devono essere finalmente poste al centro delle politiche pubbliche, degli investimenti e degli interventi sociali senza essere semplici destinatari di decisioni prese dall’alto, ma protagonisti che prendono voce e contribuiscono alla costruzione del loro futuro”.

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