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Dare futuro ai bambini con la fondazione “Il meglio di te”

Le attività della Fondazione onlus Il Meglio di te tra Napoli e il Cairo

L’importanza di dare un’occasione di futuro decoroso ad un bambino. Sostenerlo negli studi, nei momenti di maggiore bisogno in una città complessa come Napoli. Fulvia Russo, presidente della Fondazione onlus Il Meglio di te, insieme ai suoi volontari, guarda a questi bambini e tende loro una mano.

Come nasce la Fondazione?
“Nasciamo nel 2005 in memoria di mio figlio che è scomparso prematuramente. Con un gruppo di amici abbiamo deciso di fare del bene”.

Quali sono i vostri obiettivi?
“Noi vogliamo rivolgerci a dei ragazzi bisognosi che vivono nel degrado ma che hanno voglia di emergere e di trovare un lavoro. Sono molti i giovani che non hanno le possibilità, sia all’estero sia in Italia”.

Come vi muovete all’estero?
“A Benin, all’ospedale di Zinviè, abbiamo cominciato a fornire delle collette al reparto di neonatologia per quei bambini che nascevano prematuri e adesso continuiamo a fornire un pasto giornaliero e possibilità di istruzione. Al Cairo, in Egitto, siamo in collegamento con un padre comboniano che, grazie al nostro aiuto e a quello di altre associazione, è riuscito a costruire un edificio di cinque piani dove accoglie dei bambini in grave difficoltà. Li fa studiare e permette loro di avviarsi al lavoro”.

E in Italia?
“Nel nostro Paese siamo presenti a Napoli. Ci rivolgiamo agli studenti universitari in difficoltà. Paghiamo loro le rette e i libri, oltre a sostenerli tramite un’assistenza psicologica. Dal primo anno alla laurea. Poi, cerchiamo un lavoro. Molti di loro provengono da diverse scuole con le quali collaboriamo. Mettiamo a disposizione delle borse di studio che permettono di svolgere una stage propedeutico all’acquisizione di un certificato di lingua inglese. Inoltre, per i bambini che frequentano le medie, abbiamo ideato delle visite guidate per ogni classe. Queste sono anticipate da lezione ad hoc. Infine, anche per loro, abbiamo messo a disposizione delle borse di studio”.

Qual è il problema del vostro territorio?
“Le istituzione sono poco o per nulla presenti. Abbiamo strutturato un progetto per il penitenziario di Nisida dove ci sono ragazzi anche di 14 anni. Lì, sono molto seguiti per quanto riguarda l’istruzione. Da detenuti, frequentano le scuole e i laboratori. Quando escono, vengono abbandonati dallo Stato. Invece, dovrebbero essere seguiti per non incorrere in nuovi reati, per non finire nelle grinfie della criminalità. Con i nostri volontari svolgiamo un lavoro importante che non si sostituisce allo Stato ma che sicuramente aiuta molto”.

Perché le istituzione sono indifferenti?
“Questa domanda è complessa e sinceramente non ne ho certezze. Parlano di carenza di fondi. Nella mia esperienza come Presidente della associazioni di volontariato della municipalità ho riscontrato come ci fosse la volontà di portare avanti dei progetti ma, poi, l’essenza di fondi bloccava tutto. Negli anni, il Comune si è dato da fare con progetti culturali. Soprattutto nella figura dell’assessore che si occupa dei giovani”.

Da volontaria qual è un’esperienza che le è rimasta particolarmente impressa?
“In realtà sono molte. Ho molta soddisfazione nel vedere un ragazzo che ha continuato gli studi o che li ha terminati. Non tutte le esperienze vanno a buon fine. A Nisida la situazione è difficile: è complesso portare avanti il lavoro con continuità. Posso dirle che uno dei ragazzi che avevamo seguito si è laureato in giurisprudenza. È diventato avvocato ed, ora, lavora con noi. Questo dimostra come ci sia un percorso che si segue e che dà i suoi frutti”.

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