Anche i più fanatici denigratori dell’esistenza del coronavirus devono dare atto che, almeno nello sconvolgimento dell’assetto individuale e collettivo dei rapporti personali e sociali, il virus ha avuto una forza immensa ed un’efficacia superiore a qualunque pandemia sanitaria sia immaginabile. Qualcuno nega che i morti ascritti a questa pandemia siano effettivamente tali, rendendo noto che, sarebbero addirittura state “tamponate” (evoluzione del termine fino ad ora riferito agli urti tra veicoli) le vittime di incidenti stradali (ironia della sorte!) le quali, rinvenute positive (asintomatiche perché oramai decedute), sono state annoverate negli elenchi del moderno flagello. Chissà?! E chi mai saprà!
Distanza e mascherina
Ma, sicuramente le vittime le ha fatte, esista o meno il coronavirus… Poiché traffico, scioperi, ingorghi, assembramenti, affollamenti, manifestazioni, concerti, rave, sit-in, e tante altre figure sintomatiche della vita precedente, oramai hanno finito di esistere e le persone sono più o meno segregate nelle case e negli spazi consentiti, a rigorosa distanza ed opportunamente mascherati. Saranno pur salvi ed al sicuro da contagio, ma certamente quegli aspetti vivaci, cui eravamo abituati (nel bene e nel male) sono scomparsi. E certamente sono vittime del coronavirus.
I virus senza corona
Ma, come sempre succede quando si fanno i conti senza l’oste, accanto al principe dei virus sono comparsi tanti altri virus senza corona, ma altrettanto infidi, che stanno rapidamente occupando gli spazi lasciati liberi dal nuovo costume sociale: sono i nuovi censori di strada, che si scagliano contro gli untori circolanti con la mascherina abbassata o addirittura senza; sono quelli che prima soffrivano dell’impegno quotidiano al lavoro e che oggi hanno mano libera nell’operare a distanza, sono coloro che hanno finalmente eliminato il confronto personale che li costringeva al lavoro concreto e produttivo per poter oggi, giustificare di agire da soli.
Occasioni imperdibili… per gli ammutinati
Dispiace fare esempi che potrebbero colpire ingiustamente intere categorie di onesti e alacri lavoratori, ma un insegnante che oggi è assolto dall’impegno di recarsi a scuola per fare lezioni, come un giudice che decide sulla base di note prive della discussione orale, un impiegato che non è più tenuto a presenziare al posto di lavoro per sbrigare le sue incombenze, un avvocato che si riporta alle proprie difese astenendosi dall’illustrare in pubblica udienza le ragioni del proprio assistito, un interprete che traduce da casa online, un istruttore che allena con filmati video, un musicista che suona non più dal vivo e tante altre ipotesi cui possiamo oggi assistere, sono occasioni imperdibili per gli ammutinati e gli sfaticati, per coloro che non hanno il senso del rispetto e che si sottraggono ai loro impegni, per gli assenteisti e per i furbetti del cartellino.
Libertà e coronavirus
Sono loro i nuovi virus, anche senza corona! Fra loro si annidano quelli che adorano dare istruzioni agli altri, coloro a cui piace controllare, i nuovi moderni caporali cui il grande Totò dedicò una pagina memorabile del cinema neorealista. Sono dappertutto: ti dicono cosa devi fare, dove devi andare, ma soprattutto cosa non devi fare e dove non devi andare: ve la ricordate la libertà? Ecco, proprio quella che non c’è più. Uccisa dai virus, quelli intelligenti che non contagiano se sei seduto al ristorante, ma ti assalgono se vai alla toilette, quelli che contaminano i menù, ma non il danaro, quelli che si posano sulle ostie durante e la messa, ma non sulle offerte! Quelli che tengono a casa, te e i tuoi bambini, in attesa che qualcuno ti dia istruzioni telematiche. Forse il virus, quello titolato, meriterebbe più coerenza ed efficienza.