In fuga dal Donbass, epicentro del conflitto russo-ucraino. E’ la storia di Vladislava, una giovane mamma di 17 anni scappata da Sloviansk, nel Donbass. Con la piccola Camilla, nata prematura nemmeno un mese fa in condizioni di estrema fragilità. La bambina, neanche 2 chilogrammi alla nascita, ha trascorso le prime due settimane di vita in ospedale. I bombardamenti hanno colpito la ferrovia a pochi passi da casa. Così Vladislava ha deciso di fuggire. Alla ricerca di un posto più sicuro per sé e Camilla. La loro è una delle circa mille famiglie sfollate assistite da Cesvi. La onlus è attiva in Ucraina dai primi giorni dello scoppio del conflitto. E soccorre i profughi. In collaborazione con Fondazione Zegna e OTB Foundation. Fornendo aiuti umanitari e beni di prima necessità. Come kit per l’igiene del bambino. Nelle città di Odessa, Dnipro, Kramatorsk e Kiev.
In fuga dal Donbass
Vladislava ha 17 anni. Una guerra e una maternità sono già nel suo giovane bagaglio di esperienze. Con lei c’è la piccola Camilla. Nata appena 24 giorni fa. Nel pieno del conflitto. È venuta al mondo prematura, molto piccola. Eppure ce l’ha fatta. Dopo due settimane in ospedale è sopravvissuta al lungo viaggio di sua mamma. Che da Sloviansk, nella regione di Donetsk, è fuggita in cerca di un posto più sicuro. Camilla ha affrontato tutto questo in condizioni di estrema fragilità. Non pesava neppure due chili. Racconta la mamma 17enne: “Si sentivano solamente le sirene che risuonavano costantemente. E colpi in lontananza“. Erano i combattimenti a Izium. Città nella regione di Charkiv. Ora in mano ai russi. E nodo logistico per i rifornimenti militari. Prosegue Vladislva: “Poi è stata colpita anche la ferrovia. La nostra casa si trova proprio accanto ad essa. Abbiamo deciso così di lasciare anche noi la nostra città. Ormai abitata dai pochi che sono rimasti”. Alla domanda se sia difficile prendersi cura di Camilla da sola, lei risponde in maniera rassicurante. “No, ci sono abituata. Mia madre ha 5 figli e ne ha avuti 2 dopo di me. Per me è normale. Mia mamma ha sempre lavorato. E noi ci prendevamo cura dei più piccoli”. E aggiunge “Ci sono molte brave persone qui che ci aiutano molto. Le ringrazio tantissimo. Sono di grande supporto. Mi hanno dato anche un passeggino per Camilla”.
Desiderio di pace
Il suo desiderio più grande è la pace. “I problemi che prima sembravano così grandi, ora appaiono come insignificanti. Piccole cose. Il problema più grande è che abbiamo bisogno della pace”, spiega. Oggi Vladislava e Camilla fanno parte delle circa mille famiglie aiutate da Cesvi a Odessa. Dnipro. Kramatorsk. E Kiev. A loro l’organizzazione umanitaria sta consegnando lenzuola. Cuscini. Coperte calde. Kit per l’igiene degli spazi e del bambino. Come saponette. Pannolini. Salviette per neonati. Borotalco. E crema idratante. Si tratta di un intervento mirato. Grazie al quale ricevono supporto donne in gravidanza e in allattamento. Madri con bambini di età inferiore ai 5 anni. E anche anziani e disabili. Costretti ad abbandonare le proprie abitazioni. Ma bloccati all’interno dell’Ucraina. Anna Zegna presiede la Fondazione Zegna. “Da oltre 15 anni siamo al fianco di Fondazione Cesvi. In Italia come nel mondo, Laddove hanno richiesto un rapido ed efficace intervento calamità naturali. Conflitti. O emergenze sanitarie . In sostegno delle popolazioni locali”, sottolinea Anna Zegna. Condivisione dei valori di solidarietà umana e difesa della giustizia sociale. Inoltre, evidenzia, “ci accumuna il modo di operare. Individuando obiettivi concreti. Rapidamente raggiunti grazie alla profonda conoscenza delle aree d’intervento. E alla capacità di costruire reti d’aiuto. Rispettose delle culture e dei contesti. Insieme portiamo un effettivo miglioramento nella vita quotidiana dei rifugiati interni in Ucraina”.
Aiuto tempestivo
Arianna Alessi è vicepresidente di OTB Foundation. Riferisce: “Ci siamo attivati sin dall’inizio della guerra. Con un aiuto concreto e tempestivo alla popolazione ucraina. Inviando pullman al confine. E accogliendo a oggi 442 rifugiati. Tutte donne e bambini. Abbiamo individuato alloggi sicuri. Alimenti. E abbiamo fornito vestiario. Ora stiamo lavorando sull’integrazione di lungo periodo. Con la profilazione professionale. E l’inserimento nel mondo del lavoro”. Puntualizza Arianna Aless “Non intendiamo abbandonare in alcun modo chi non ha avuto la fortuna di lasciare il paese. E questo progetto si inserisce nella campagna di aiuti che OTB Foundation ha creato a sostegno dell’Ucraina. Rivolgendosi alla fascia di popolazione che da sempre ci sta più a cuore. Ossia donne e bambini”.