Frolleria “Freeabile”, il nuovo paradigma dell’inclusione lavorativa

L'esempio di inclusione lavorativa e valorizzazione delle eccellenze gastronomiche locali promossa dalla frolleria "Freeabile" raccontata a Interris.it da Marzia Manderioli, presidente di Anffas Mirandola e madre caregiver

La Frolleria “Freeabile” (@ Marzia Manderioli)

La piena inclusione delle persone con disabilità, ad ogni livello della società, rappresenta una sfida di civiltà a cui istituzioni, enti e associazioni, in diverso modo, cercano di dare una risposta articolata con l’obiettivo di garantire la fruizione dei diritti a 360 gradi.

L’esperienza di Mirandola

A Mirandola, in provincia di Modena, per dare una risposta concreta alla necessità di inclusione sul versante lavorativo, nel solco tracciato dalla locale sezione Anffas, ha preso avvio l’esperienza della Frolleria “Freeabile” la quale, offrendo un’opportunità di impiego alle persone con disabilità, mira a promuovere la cultura gastronomica locale, valorizzando le tradizioni e creando un legame speciale tra il territorio e i prodotti dolciari. Interris.it, in merito a questa esperienza di prossimità, ha intervistato Marzia Manderioli, presidente di Anffas Mirandola e madre caregiver.

© Michal Jarmoluk da Pixabay

L’intervista

Come nasce e che obiettivi ha la frolleria “Freeabile”?

“La frolleria “Freeabile” ha preso avvio poco più di un anno fa. In questo biscottificio lavorano 18 ragazzi con diverse disabilità ma, con tantissime abilità e competenze. Noi abbiamo puntato proprio su queste ultime, chiedendo a loro ciò che gli sarebbe piaciuto fare. L’obiettivo, per noi genitori, è far sì che, i nostri figli, possano trovare una piccola occupazione perché, dopo la scuola, non ci sono molte opportunità e, spesso, ci si trova di fronte al vuoto e ci si domanda quale futuro li attenda. Nella mia vita professionale sono una pasticcera e, di conseguenza, ho insegnato loro ciò che so fare e, una volta avviata l’attività, andando in giro per diverse sagre, i nostri ragazzi hanno visto dei truck food e, da una loro intuizione, è nato ‘Freeabile’. Noi quindi, attraverso questa idea, cerchiamo di realizzare i loro sogni. Il nome ‘Freeabile’ deriva dal termine inglese ‘freedom’, ovvero libertà, un aspetto primario e importantissimo della vita di tutti. Dalla fondazione ad oggi, questa esperienza, ha permesso loro di partecipare a 84 eventi e sagre svoltesi, nel corso dell’estate, nel nostro territorio d’origine, ossia la provincia di Modena. Ciò è molto importante perché ci fa sentire parte integrante delle nostre comunità e, molte persone, stando in mezzo a loro, si sono aperte nei confronti della disabilità.”

Alla luce della vostra esperienza, quali sono i vostri desideri per il futuro in riguardo all’inclusione lavorativa delle persone con disabilità? In che modo, chi lo desidera, può aiutare la vostra azione?

“A distanza di un anno dall’inizio dell’esperienza della frolleria ‘Freeabile’ ad oggi, almeno otto ragazzi, sarebbero in grado di lavorare in altri forni o pasticcerie in quanto, operano già in piena autonomia, dall’impasto fino all’ultimazione della cottura. Speriamo quindi che, altre realtà, vengano a bussare alla nostra porta per offrire loro un’opportunità. Attualmente, noi siamo una ‘Aps’, ma ci stiamo preparando a diventare un’impresa sociale e produrremo la prima campagna nazionale di raccolta fondi per Anffas. Forniremo quindi quasi tutte le sezioni d’Italia con i nostri biscotti e così, ogni sede, potrà fare una raccolta per le rispettive attività. Chi lo desidera, può supportarci dando un’opportunità ai nostri ragazzi. Grazie all’aiuto di tutti, questa realtà potrà aprire sempre più prospettive di inclusione.”