LA VOCE DEGLI ULTIMI

La fraternità che aiuta i poveri tra i più poveri

Per noi è una grazia ricevere il Presidente. Siamo onorati”. Suor Mariangela Grisoni – intervistata da Interris.it – non trattiene l’emozione per la visita del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella alla loro missione. In questi giorni il Presidente Mattarella è in visita di stato in Brasile, dove vivono milioni di persone di origine italiana. La Repubblica Federale del Brasile è il quinto stato del mondo per estensione territoriale e – con i suoi 215 milioni di abitanti – è il sesto stato più popoloso del mondo. Una società multietnica formata dai discendenti di europei, indigeni, africani e asiatici. “Quest’anno ricorre il centocinquantesimo anniversario dell’inizio della migrazione italiana in Brasile. – ha ricordato Mattarella – Quei primi migranti italiani, qui in Brasile, trovarono accoglienza e opportunità di vita”.

Nella sua visita di stato, oltre agli incontri istituzionali e con la collettività italiana, il Presidente ha voluto quindi rimarcare la sua particolare attenzione verso le persone più fragili – si è recato anche in visita alle popolazioni alluvionate di Porto Alegre –, valorizzando le opere di solidarietà. In quest’ottica si inserisce l’ultima visita prima di rientrare a Roma. Venerdì 19 luglio, Mattarella si recherà a Salvador dove incontrerà la Comunità Francescana di Betania, una giovane congregazione religiosa che la casa madre a Terlizzi, in Puglia.

Salvador de Bahia, nel nord-est del Brasile, è un luogo bellissimo. La città si estende su una penisola dove da un lato c’è la baia e dall’altro l’Oceano Atlantico. Il clima è secco e la temperatura non scende mai sotto i 20°. Fu la prima capitale del Brasile. Il nome “Baia di tutti i Santi” le fu dato dal navigatore e cartografo italiano Amerigo Vespucci poiché vi approdò il 1º novembre 1501, Festa di Tutti i Santi, ed in onore della chiesa fiorentina della sua famiglia, San Salvatore in Ognissanti. Fu il primo porto coloniale brasiliano, secondo al mondo per la tratta degli schiavi: qui furono sbarcati un milione e mezzo di schiavi provenienti dall’Africa destinati nelle grandi piantagioni. Ragion per cui oggi gran parte della popolazione locale è di colore.

(per gentile concessione della Comunità francescana di Betania)

Suor Mariangela, com’è nata questa visita?

“Non ce l’aspettavamo. Tutto è nato dopo che in marzo il console onorario, Andrea Garziera, ha accompagnato qui in visita il nuovo ambasciatore Alessandro Cortese con la moglie. Sono rimasti entusiasti del nostro progetto”.

Quando avete saputo che sarebbe venuto il Presidente?

“Avevamo saputo dai giornali della visita di Stato del Presidente della Repubblica, ma solo una decina di giorni fa ci hanno detto che sarebbe venuto da noi. E’ un grande riconoscimento per la nostra missione”.

Cosa vedrà il Presidente?

 “Lui visiterà la nostra fraternità ed incontrerà i bambini dell’asilo che stanno preparando una sorpresa, dei pompon col tricolore”.

La vostra è una congregazione relativamente giovane. Qual è il vostro carisma specifico?

“Il nostro carisma si basa su tre pilastri: preghiera, accoglienza e fraternità. Siamo un ramo francescano e viviamo insieme come fratelli e sorelle, sacerdoti e laici. Conduciamo una vita semplice, basata sulla preghiera, vivendo la fraternità fra di noi e praticando l’accoglienza. Chi ci viene a trovare può partecipare a tutti gli aspetti della vita”.

Quali sono le attività che portate avanti nella missione di Salvador?

“Gestiamo un asilo ed una scuola materna frequentata da bambini dai 5 mesi fino ai sei anni. Noi viviamo a Cristobal, uno dei paesi più poveri della città. I bambini inseriti sono un centinaio e provengono tutti da famiglie poverissime”.

Le famiglie pagano una retta?

“Il nostro fondatore ripeteva, ‘Scegliete i poveri, tra i più poveri’. Non chiediamo niente alle famiglie. Prendiamo i bambini in base alla vulnerabilità sociale. La partecipazione per tutti è gratuita, grazie ai sostegni a distanza che riceviamo dall’Italia”.

(per gentile concessione della Comunità francescana di Betania)

Cosa offrite ai bimbi?

“La nostra sfida è offrire una formazione di qualità – usiamo il modello di Reggio Emilia – a famiglie povere. I bimbi da noi fanno cinque pasti, visto che poi molti a casa loro non mangiano più. Durante il giorno c’è anche il momento del bagno, perché molte famiglie non hanno acqua nelle loro case”.

E’ pericoloso vivere a Salvador?

“Qui ci sono enormi problemi di violenza. Ci sono bande armate che si contendono lo spaccio della droga. La povertà porta i giovani ad entrare in queste bande”.

Qual è la sfida per il futuro?

“Dare ai giovani un’opportunità di vita. Per questo stiamo progettando e cercando fondi per realizzare scuole dai 6 anni fino alla formazione professionale”.

Luca Luccitelli

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