Il momento storico che stiamo vivendo è fortemente lambito dall’emergere di inedite fragilità economiche e sociali le quali, purtroppo, anche nel nostro Paese, stanno creando nuove povertà a cui, nelle diverse aree d’Italia, le organizzazioni di matrice cattolica, stanno cercando di dare una risposta improntata allo spirito di prossimità.
L’esperienza delle Acli di Cosenza
La provincia di Cosenza è la più estesa della Calabria e la seconda del Sud Italia, con una superficie di oltre 6.700 km quadrati e una popolazione di oltre 670 mila abitanti. Questo territorio, tratteggiato da grandi bellezze paesaggistiche e da una storia millenaria, negli ultimi anni, è stato lambito, come il resto del Paese, da una crescente crisi economica e da un conseguente innalzamento del tasso di disoccupazione la quale, in queste aree, nel corso del 2024, ha raggiunto il 12%. Interris.it, in merito alle peculiarità di questa provincia e allo sguardo di fraternità necessario per superare le fragilità sociali, ha intervistato l’avv. Maria Donato, presidente delle Acli provinciali di Cosenza.
L’intervista
Presidente, quali sono le vulnerabilità sociali che, in misura maggiore, affliggono la provincia di Cosenza?
“Il frangente storico che stiamo attraversando è particolarmente difficile ad ogni latitudine del Paese e contribuisce a generare nuove vulnerabilità. La crisi sociale si acuisce anche perché, a volte, i cittadini stentano a sentirsi parte di una comunità e si esalta l’individualismo. L’io ha il sopravvento sul noi e diventa difficile promuovere progetti per il bene comune. In particolare, nel contesto economico, la crisi ha prodotto un numero crescente di ‘nuovi poveri’ e a poco sono serviti gli strumenti messi in atto per arginare il grave disagio. Nel nostro contesto territoriale, i dati che ci restituiscono Caf e Patronato, rispecchiano sempre più un impoverimento globale delle famiglie che non riescono a far fronte alle esigenze primarie. Tale fenomeno, purtroppo, a Cosenza e più in generale nelle aree del Sud, si sta progressivamente acuendo, contribuendo ad ampliare il divario sociale preesistente e, conseguentemente, generando fragilità sociali inedite a cui, la società civile nella sua interezza, è chiamata a dare una risposta improntata alla fraternità.”
In che modo intende promuovere l’inclusione delle persone più fragili e il dialogo tra culture diverse nel vostro contesto sociale di radicamento?
“Le azioni da realizzare sono diverse e devono avere come fulcro la prossimità a coloro che, purtroppo, si trovano a vivere una situazione di difficoltà. Le Acli Cosentine, che mi onoro di rappresentare, nel corso del prossimo quadriennio, seguendo e applicando lo splendido pensiero che Papa Francesco ci ha donato lo scorso 1° giugno in occasione del nostro 80º anniversario, intendono agire sinergicamente per dare risposte ai giovani i quali, ancora troppo spesso, sono costretti a lasciare la nostra bellissima terra per mancanza di opportunità di lavoro. Vogliamo accogliere tutti coloro che vivono un bisogno, attraverso l’ascolto e il dialogo, sia con chi vive vicino a noi ma anche con coloro che provengono da Paesi lontani, in fuga da conflitti e miserie. Il dialogo multiculturale e l’inclusione costituiscono l’humus fondamentale per far sì che, come ci ricorda il Santo Padre, ‘nessuno sia lasciato indietro’.”
Il dialogo costruttivo e la partecipazione attiva rappresentano due baluardi del cristianesimo sociale alla base dell’azione Aclista. Quali sono i suoi desideri per il futuro in tal senso?
“Guardando al futuro auspico di poter vedere gli ultimi diventare sempre più protagonisti del nostro tessuto sociale. Attraverso la partecipazione democratica e il dialogo costruttivo nel solco tracciato dalla Dottrina Sociale della Chiesa, vogliamo essere una mano tesa verso i giovani affinché possano diventare i protagonisti del domani della provincia di Cosenza e contrastare così il crescente spopolamento. Inoltre, con stile evangelico e prossimo, ci poniamo l’obiettivo di portare l’attenzione delle istituzioni sulla tutela dei lavoratori e sulla promozione della formazione che costituisce un mezzo fondamentale per qualificare ed indirizzare il lavoratore nelle scelte occupazionali. Tutto ciò, dovrà essere fatto attraverso una fattiva collaborazione con la Chiesa e con le altre associazioni di matrice cristiana del territorio. Cosenza è una provincia fantastica con tante peculiarità uniche e, con il contributo di tutti noi, deve poter essere un luogo dove, ogni cittadino, deve avere le stesse opportunità per realizzare i propri sogni.”