La musica è uno strumento educativo fondamentale per le giovani generazioni, in quanto permette loro di esprimere le proprie attitudini e, allo stesso tempo, diffondere un messaggio di pace e solidarietà.
L’esperienza dello Zecchino d’Oro
Lo Zecchino d’Oro è nato nel 1959 dall’idea di Cino Tortorella. Il Mago Zurlì, com’era conosciuto nell’ambito della Tv dei ragazzi, presenta alla Fiera di Milano le prime due edizioni, ancora lontane dalla forma definitiva. All’inizio di questa avventura, Cino Tortorella porta in scena un nuovo format: una trasmissione televisiva in cui dieci canzoni, scritte appositamente per un pubblico di bambini, si contendono il premio chiamato appunto Zecchino d’Oro. A partire dal 1961 fino ad oggi lo spettacolo trova la sua casa definitiva all’Antoniano di Bologna, dapprima all’interno del teatro già presente poi nel neonato studio televisivo; insieme ai frati dell’Antoniano con cui uniscono svariate iniziative di solidarietà.
L’edizione di quest’anno
Le tre puntate della 65ª edizione dello Zecchino d’Oro, dal titolo “Semplicemente bambino”, condotto da Carlo Conti, ha visto la vittoria della canzone intitolata “Il panda con le ali”, testo di Virginio e Daniele Coro, cantata da Mariapaola Chiummo, di sette anni, proveniente da Scicli, in provincia di Ragusa e accompagnata dal Piccolo Coro dell’Antoniano, diretto da Sabrina Simoni. Interris.it, in merito alle caratteristiche di questa edizione e alle iniziative di solidarietà messe in campo, ha intervistato fra Giampaolo Cavalli, direttore dell’Antoniano di Bologna.
L’intervista
Quali sono le caratteristiche comuni che uniscono tutte le edizioni dello Zecchino d’Oro?
“Una caratteristica che unisce tutte le edizioni dello Zecchino d’Oro è il fatto che, al suo interno, ci sono i bambini ed è uno spettacolo pensato e fatto per loro. Oltre a questa, l’altra grande caratteristica, è che, in gara, ci sono le canzoni, non gli interpreti e, di conseguenza, a vincere lo Zecchino d’Oro sono la canzone e il suo autore. I bambini invece ne sono gli interpreti più giusti, selezionati per interpretare determinati brani”.
In che modo, attraverso lo Zecchino d’Oro, si riescono a unire musica e solidarietà?
“La struttura stessa dell’Antoniano ce lo suggerisce in quanto, sotto il teatro, c’è la mensa dei poveri e, grazie allo Zecchino d’Oro, possiamo dare contenuto alla solidarietà e sostenerla. Sono due mondi che si parlano tra di loro in molti modi. In particolare, fare musica e televisione sopra la mensa poveri, sta a significare che le radici stanno lì. Apparentemente sono mondi lontani, ma in realtà dialogano e si costruiscono insieme”.
Quali sono i vostri desideri per il futuro in merito allo sviluppo dello Zecchino d’Oro e in riguardo all’inclusione dei bambini attraverso la musica?
“Spero che lo Zecchino d’Oro abbia una vita lunghissima. Quest’anno siamo giunti alla sessantacinquesima edizione e ai 60 di piccolo coro nel 2023. Auspico che, questa bellissima storia, fatta di musica, attenzione nei confronti dei bambini, cura dei valori e impegno per trasmetterli alle prossime generazioni, continui a crescere. Spero che il servizio pubblico possa continuare ad avere la forza di sostenere questa esperienza di impegno per la comunità. In futuro vorrei che, lo Zecchino d’Oro, avesse sempre la forza di continuare ad essere la trasmissione dove i bambini restano tali e si presentano con le loro caratteristiche e si sentono a casa loro”.