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Il fondamento dell’educazione che fa crescere i bambini

L'intervista di Interris.it a don Pasquale Cotugno in merito al progetto Diorama che contrasta l'abbandono scolastico a Cerignola

L’istruzione di ogni ordine e grado assume un valore fondamentale nella creazione di una società più inclusiva e attenta alle fragilità di ogni tipo. In particolare, la stessa, ha una valenza estremamente importante per quanto riguarda la formazione di quelli che saranno i cittadini di domani.

L’importanza dell’inclusione

L’inclusione dei minori – soprattutto di coloro che si trovano in condizioni di marginalità nonché a rischio di abbandono scolastico – è sicuramente una sfida estremamente importante. Le istituzioni educative sono un luogo primario di socializzazione al di fuori della famiglia e allo stesso tempo di riduzione delle disuguaglianze, per tutti i bambini e i ragazzi.

Il progetto Diorama

Il contrasto alla dispersione scolastica – soprattutto nei quartieri e nelle aree urbane dove il rischio di questo fenomeno è più elevato nonché dove non sono presenti agenzie educative – assume un’importanza imprescindibile al fine di generare nuove opportunità di sviluppo e studio e nel contempo dare vita a nuove pratiche virtuose al fine di prevenire questi fenomeni e dare ad ognuno le medesime possibilità di realizzazione indipendentemente dal contesto sociale di origine. Rispetto a questo tema, la Diocesi di Cerignola – Ascoli Satriano ha dato vita, grazie ad un’azione della Caritas diocesana ed ai fondi dell’8×1000, ad un progetto denominato Diorama, il quale si pone l’obiettivo di individuare e seguire i ragazzi in difficoltà a rischio abbandono scolastico. Interris.it ha intervistato, in merito a questa attività progettuale, don Pasquale Cotugno, direttore della Caritas diocesana.

Logo del progetto Charlie fa Surf (immagine tratta dalla pagina Facebook della cooperativa sociale Charlie fa Surf)

L’intervista

Come nasce e che obiettivi si pone il centro Diorama? Da dove deriva questo nome?

“Il centro Diorama è un centro educativo nato con i progetti Caritas 8×1000. Prende vita da un precedente progetto che si chiama Charlie fa surf, il quale prevedeva l’animazione di strada in alcuni quartieri molto periferici della nostra città. Sia Charlie fa surf che Diorama sono due titoli di canzoni della band Baustelle. Ho scelto questi titoli per il loro significato, Charlie fa surf riprende una scultura di un’artista degli anni ’90, che raffigurava un bambino con le mani inchiodate a un banco di scuola e rappresentava l’oppressione di un’istituzione scolastica e di una cultura che non riusciva a star dietro al bambino. Charlie fa surf diventa appunto il modo per schiodare questo bambino da una cultura oppressiva ed è un inno alla libertà. Il nostro progetto diventa uno strumento culturale in mano ai bambini per riprendere in mano il loro futuro. Diorama invece è la ricostruzione che si fa nei musei; infatti, il sottotitolo del nostro progetto è il luogo in cui si può crescere e si può sognare quindi simboleggia la costruzione di un luogo sicuro perché, partendo dall’animazione di strada, abbiamo creato un centro educativo. Quindi, questa tavola che, nel progetto Charlie fa surf diventava una matita ora si inchioda in un quartiere e diviene un luogo sicuro dove il bambino può abitare, stare e crescere ma soprattutto può avere gli strumenti necessari per sviluppare sé stesso”.

Qual è il valore dello studio per quei minori che vivono in condizione di fragilità?

“Lo studio per loro diventa uno strumento fondamentale, diceva don Lorenzo Milani che la parola rende liberi in quanto è uno strumento culturale imprescindibile per acquisire i propri diritti. Un bambino che non studia e non va a scuola è un bambino che non ha gli strumenti culturali per affermare sé stesso, il quale da adulto resterà sottomesso al potere criminale di qualcun altro. Questo è ciò che succede nei nostri quartieri periferici dove c’è molta dispersione e abbandono scolastico”.

Quali auspici per il futuro vi ponete con questo progetto al fine di sostenere quei ragazzi che attualmente si trovano in difficoltà?

“Noi siamo passati dalla fase progettuale alla costituzione di una cooperativa sociale che adesso gestisce il centro stesso. La cooperativa si chiama come il primo progetto Charlie fa surf con la quale abbiamo creato un’opportunità lavorativa per i giovani che hanno a cuore il nostro territorio. Il nostro auspicio è quello di riuscire ad entrare sempre di più nei quartieri con l’obiettivo di stare accanto e sostenere le famiglie più fragili”.

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