Ha rimescolato tante carte la pandemia da coronavirus che sta affliggendo l’umanità del 2020. Intaccate le relazioni personali, costrette ad avvenire solo in un certo modo e con debite distanze, i contesti di quotidianità, privati per la maggior parte dei gesti più frequenti, come il recarsi al lavoro. Tasselli di un mosaico che descrive solo in parte lo scenario dell’emergenza Covid-19, che ha imposto una revisione complessiva anche dei modi di comunicare, imponendo un’importante sterzata all’utilizzo (corretto) dei social network e sfruttando gli altri mezzi di comunicazione per veicolare un’informazione corretta, essenziale in una fase di emergenza.
Sostegno e condivisione
Da questa non è esente nemmeno la Chiesa, che vive la sua nuova stagione come supporto spirituale (e anche concreto) a una cristianità duramente provata dal male. Un’occasione per riscoprire la vocazione più genuina dell’istituzione ecclesiale, quella che la animò agli albori, in tempi di flagelli e sconvolgimenti sociali, e che ora ha il compito di guidarla nell’importante opera di sostegno ai fedeli, bisognosi di conforto. Papa Francesco non ha rinunciato a celebrare Messa, facendosi riprendere a Santa Marta per condividere con tutti la sua preghiera. Concedendo, peraltro, la gioia di un affaccio nell’Angelus di domenica scorsa, il primo dopo le limitazioni imposte dall’emergenza. Un modo per ribadire la presenza e la vicinanza del Pontefice non solo spiritualmente ma anche con il conforto e la condivisione necessari in un momento di oscurità.
Un programma di speranza
E’ anche alla luce di questa esperienza che si inserisce il programma “In prima linea – Vivere con fede al tempo del coronavirus”, ideato da Radio Vaticana e Vatican News per offrire, sullo spunto della diretta da Santa Marta, uno strumento di fede e di speranza: “E’ un programma che vuole essere vicino alla gente – ha spiegato a Interris.it Luca Collodi, giornalista di R.V. -, non vuole far cronaca in senso stretto ma raccogliere le testimonianze di chi si prodiga per aiutare gli altri. Preghiera, volontari, non soltanto per chi è malato ma anche, ad esempio, per un anziano che non può uscire… L’obiettivo è dare forza in questo difficile momento e raccogliere informazioni corrette da condividere con gli ascoltatori”.
Il palinsesto
Un palinsesto particolarmente denso, che va dalla preghiera del Papa alle 7 del mattino alla Messa in latino delle 7.30. E ancora, l’Angelus e il Rosario delle 12 con il cardinal Angelo Comastri, vicario generale di Sua Santità per la Città del Vaticano, la Messa delle 19 dal Divino Amore con il cardinal vicario Angelo De Donatis, la Compieta dal Monastero delle suore trappiste di Vitorchiano e il Rosario dal Santuario della Madonna di Pompei alle 21.30. Un calendario di appuntamenti importanti, volti a conferire ai mezzi di comunicazione un cruciale doppio ruolo: quello di informare, certo, ma di rendersi strumento di fede, speranza e condivisione. Forse la sfida davvero più impegnativa per i mass media, chiamati da un’emergenza sanitaria su scala mondiale a dare davvero il meglio di sé stessi.