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Allarme FAO: 135 milioni di persone muoiono ancora di fame nel mondo

Nei giorni scorsi è stata pubblicato dalla FAO e dal WFP delle Nazioni Unite il rapporto denominato Analisi di allarme rapido dei territori critici colpiti da insicurezza alimentare acuta, nel quale emerge che – nell’Africa del Sahel, nel Sudan del Sud, nello Yemen e in Burkina Faso – diffuse fasce della popolazione stanno vivendo una situazione alimentare preoccupante che, corredata ad altri fattori, quali ad esempio conflitti armati, pandemia da Covid-19, recessione economica e fattori ambientali concomitanti, quali ad esempio la presenza di locuste che danneggiano il raccolto, ha portato ad una situazione emergenziale difficilmente procrastinabile di insicurezza alimentare.

Oltre a quanto precedentemente esemplificato in codesto rapporto è emerso che vi sono altri 16 Paesi a rischio di carenza alimentare acuta.

Tanto premesso è utile ricordare che la FAO, acronimo di Organizzazione delle Nazioni Unite per l’alimentazione e l’agricoltura, è stata istituita nel 1945 ed ha l’obiettivo di contribuire a modernizzare e migliorare la pesca e l’agricoltura nei paesi in via di sviluppo e garantire conseguentemente a tutti un buon livello di alimentazione; il WTF, acronimo di Programma Alimentare Mondiale, è l’agenzia dell’ONU che si impegna a fornire assistenza alimentare nelle emergenze e nel contempo migliorare la nutrizione delle comunità coinvolte.

In seconda istanza, alla luce dei preoccupanti dati precedentemente esemplificati, è fondamentale che, soprattutto nei Paesi a rischio di forte insicurezza alimentare, vengano attuate – da parte delle grandi potenze economiche e politiche del mondo – degli investimenti economici che permettano la riduzione immediata dell’emergenza alimentare attraverso l’attuazione di politiche a sostegno dello sviluppo sostenibile attraverso la condivisione di adeguate tecnologie e congrui finanziamenti economici con l’obiettivo di raggiungere l’obiettivo Fame Zero entro il 2030.

In ultima istanza è utile ricordare che, ai giorni nostri, vi sono ancora 135 milioni di persone nel mondo in 55 paesi che soffrono per la scarsa alimentazione e questi dati potrebbero aggravarsi a causa della crisi economica dovuta alla pandemia da Covid-19, per questo è importante agire in fretta e con altruismo affinché tutti abbiano diritto ad una alimentazione dignitosa in ossequio al fulgido pensiero di Papa Francesco espresso ai rappresentanti della FAO nel 2013 ma sempre di estrema attualità: “È necessario trovare il modo perché tutti possano beneficiare dei frutti della terra, non soltanto per evitare che si allarghi il divario tra chi più ha e chi deve accontentarsi delle briciole, ma anche e soprattutto per un’esigenza di giustizia, di equità e di rispetto verso ogni essere umano“.

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