A livello nazionale e globale la fame e la povertà sono emergenze aggravate dalla guerra in Ucraina. Il 24 maggio si terrà a Roma, presso l’Eurostars Roma Aeterna, l’assemblea dei soci del Forum Nazionale Terzo Settore. I lavori saranno dedicati a una riflessione sul “Terzo settore operatore di pace e di solidarietà”. Con un panel dedicato all’emergenza Ucraina. Vista attraverso lo sguardo delle associazioni che operano nell’accoglienza. E un secondo panel dedicato ad approfondire il tema delle innovazioni nelle politiche di Welfare. E il ruolo che possono svolgere i soggetti dell’economia sociale nell’implementazione del Pilastro Sociale Europeo.
Emergenza-fame
Di crisi alimentare globale si occupano anche due eventi organizzati dagli Stati Uniti. E cioè una riunione a livello ministeriale che si è aperta ieri. E un dibattito del Consiglio di Sicurezza in programma oggi. L’obiettivo generale di questi appuntamenti è quello di catalizzare l’azione sulla sicurezza alimentare globale. E sulla resilienza. Concentrandosi soprattutto sui legami critici tra conflitti e fame. Compreso l’impatto della guerra in Ucraina. Le organizzazioni umanitarie e di sviluppo operano in tutto il mondo per prevenire e rispondere a livelli di insicurezza alimentare senza precedenti. E all’imminente minaccia di carestia che il pianeta si trova ad affrontare oggi. Gli Stati Uniti hanno portato in cima all’ordine del giorno questa crisi urgente. Durante la loro presidenza del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite. Adesso, quindi, i governi hanno l’opportunità per assumere impegni concreti e sostanziali. Rispondendo ai bisogni identificati dai Paesi colpiti. Dalla società civile. E dalle persone che soffrono la fame.
Sicurezza alimentare
La sicurezza alimentare globale è peggiorata costantemente negli ultimi anni. Secondo il Rapporto Globale sulle Crisi Alimentari del 2022, quasi 193 milioni di persone si sono trovate in condizioni critiche di insicurezza alimentare nel 2021. Con un aumento di 40 milioni di persone rispetto al precedente record raggiunto nel 2020. Si prevede che i livelli già preoccupanti di insicurezza alimentare si manterranno così elevati. O addirittura si aggraveranno quest’anno. L’impatto della crisi ucraina sui sistemi alimentari globali è senza precedenti. E contribuire a questo peggioramento. La crisi alimentare a livello globale coinvolge soprattutto le persone vulnerabili. Ossia gli emarginati che hanno poche possibilità di gestire ulteriori difficoltà. Tra di loro donne e ragazze. Nonostante il ruolo chiave che svolgono nella produzione e nella preparazione del cibo, spesso sono le ultime a poter mangiare. E ricevono meno cibo durante i periodi di insicurezza alimentare acuta. Inoltre sono a maggior rischio di subire violenza di genere e varie forme di sfruttamento e abuso. Spesso, poi, sono escluse dalle conversazioni su come affrontare l’insicurezza alimentare.
Sconvolgimenti
Il conflitto in corso in Ucraina causa sconvolgimenti sui mercati. Rispetto a cibo, carburante e fertilizzanti. Esacerbando una crisi alimentare già esistente. Dovuta a conflitti. Cambiamenti climatici. Covid-19 Pressioni economiche. In particolare in contesti già colpiti da crisi umanitarie. Secondo le ong adesso l’urgenza è recuperare le persone che sono sull’orlo della fame. Creare sistemi alimentari sostenibili. Prevenire future crisi alimentari. Perciò servono soluzioni complete che riescano ad affrontare la moltitudine di fattori e influenze dell’insicurezza alimentare. Sono fondamentali i finanziamenti umanitari globali. Finalizzati a prevenire e a rispondere all’insicurezza alimentare. La comunità internazionale vive questo momento come un punto di svolta. Per evitare la catastrofe. Tuttavia, gli aiuti da soli non sono sufficienti a porre fine alla crisi. I donatori devono migliorare nello sfruttare i meccanismi di finanziamento a lungo termine. Per anticipare l’aumento dei livelli di fame a livello globale. E promuovere la resilienza.
A lungo termine
I Paesi sono chiamati, dunque, a impegnarsi in modo collegiale. In attività diplomatiche e di cooperazione. Orientate a proporre politiche commerciali. Economiche. Climatiche. Attraverso sistemi alimentari e di protezione sociale basati sui diritti. Evitando misure commerciali restrittive. Che rischiano di colpire altri milioni di persone. Facendole precipitare in una situazione di grave insicurezza alimentare. Va privilegiata, quindi, la diplomazia inclusiva. Per affrontare le cause profonde dell’insicurezza alimentare. E per sostenere misure politiche. Che tutelino la possibilità delle persone povere e vulnerabili di accedere al cibo. E ai mezzi di sussistenza. Ciò include la necessità di mantenere aperti i porti e i flussi commerciali. Di mitigare le pressioni sulla bilancia dei pagamenti. Di sostenere la protezione sociale e le reti di sicurezza. Di favorire la produzione alimentare nazionale. E un’equa distribuzione della terra che dia potere ai piccoli produttori. Incluse le donne. Occorre supportare la protezione dei civili e dei loro beni durante i conflitti. Mantenendo l’impegno a finanziare le azioni per il clima. Stabilite dall’Accordo di Parigi. E rendendo operativo il Santiago Network. Ossia una rete globale. Per mettere in contatto i paesi in via di sviluppo con aziende e operatori in grado di fornire aiuto. Per affrontare la crisi climatica.
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