LA VOCE DEGLI ULTIMI

L’estate tempo favorevole per dedicarci a noi stessi

Ci sono alcuni periodi dell’anno che si prestano più di altri ad una seria riflessione sul tempo. La fine dell’anno solare, ad esempio, è sempre una occasione per bilanci e progetti, sfide e propositi. Così anche l’estate, in cui la tensione del lavoro e della quotidianità ci offre alcune settimane di tregua, è un momento per prenderci una pausa e riflettere sul tempo che passa e sul modo in cui ognuno di noi “approfitta” del momento presente.

“Carpe Diem” diceva il poeta latino Orazio, invitando a vivere ogni giorno in pienezza senza affidarsi al domani. Una frase spesso fraintesa e interpretata come un invito a darsi al piacere ma che non è altro che un invito alla responsabilità sul tempo che abbiamo a disposizione. Così san Paolo, scrivendo ai cristiani di Efeso, chiedeva loro di «fare buon uso del tempo» (Ef 5,16), comportandosi «non da stolti, ma da saggi». C’è dunque una sapienza nel saper utilizzare il tempo. Così come c’è una stoltezza nello sprecarlo.

È ovviamente necessario che si approfitti dei mesi estivi per riposare fisicamente. Dopo le fatiche del lavoro, delle attività e degli impegni di ogni giorno dedicare un tempo al riposo del corpo è necessario e opportuno. Lo affermava un altro poeta latino, Giovenale, quando scrisse il celebre verso, diventato un motto, «Orandum est ut sit mens sana in corpore sano», ossia: “bisogna pregare per avere una mente sana in un corpo sano”. Le due cose vanno di pari passo: si può – e si deve – aver cura del corpo e allo stesso tempo della mente.

E allora l’estate può essere un tempo favorevole, opportuno, per dedicarci a noi stessi e alla nostra formazione oltre che un tempo per curare il riposo fisico, rilassarsi e dedicarsi ad attività che si amano e alle quali non si riesce a dedicare tempo durante l’anno. È vero che oggi giorno non è facile “staccarsi” dal lavoro, una realtà sempre più pervasiva ed esigente. Spesso ci portiamo in vacanza preoccupazioni, timori, quando non fascicoli da studiare, pratiche da sbrigare o telefonate da fare. La prima regola dunque è “staccare” e “liberarsi” dai lacci del lavoro quotidiano.

La nota espressione “dolce far nulla” (che spesso viene usata per riferirsi allo stile di vita degli italiani), è attribuita a Plinio il Giovane (Lib. XVIII, Ep. 9) e viene comunemente riferita ad uno stato di ozio e spensieratezza. In realtà per il poeta latino è, al contrario, un tempo da dedicare alla lettura e alla scrittura. “Olim non librum in manus, non stilum sumpsi“. “Da tempo – afferma il poeta – non prendo un libro in mano, né una penna” … E continua: “Da tempo non so più cosa sia il riposo, cosa sia la tranquillità, cosa sia quello stato di non far nulla, non esser nulla, certo privo di attività, ma tuttavia piacevole”.

A differenza di quello che comunemente si pensa, il “dolce far nulla” include dunque la lettura e la scrittura come attività che recano riposo e rilassamento al tempo che nutrono l’anima e la mente.

L’estate è dunque un tempo adatto per prendere (e aprire!) quel libro che da tempo abbiamo sul comodino o sulla libreria del salotto. Fare un giro in libreria e lasciarsi sorprendere e catturare da un classico o da una novità appena pubblicata. Magari sarà necessario farsi, umilmente, consigliare da qualche amico una buona lettura che nutra, oltre che i sensi, anche l’anima.

Di certo l’attuale contesto sociale, politico e religioso, esige un impegno nella formazione della coscienza, una buona preparazione, o quantomeno avere gli strumenti necessari per poter discernere i tempi che viviamo senza lasciare che l’indottrinamento di social e dei giornali (troppo spesso di parte) ci rendano incapaci di formare una nostra opinione e di saperla difenderla. Cosa particolarmente vera nell’ambito religioso in cui i cattolici sono chiamati a “dare ragione della propria fede” di fronte ai numerosi attacchi che (anche in Europa) subiscono dall’ambiente sociale e mediatico (recenti fatti di cronaca lo testimoniano).

In Italia abbiamo una vastissima offerta di libri di spiritualità grazie a piccoli e grandi editori cattolici che da molti anni fanno un ottimo servizio ai cristiani proponendo letture per tutte le età e tutte le fasi della crescita umana e spirituale. Libri di spiritualità ma anche di storia della Chiesa, di liturgia, di catechesi, di teologia divulgativa e specializzata e di testimonianze. Tra queste, le biografie dei santi sono un ottimo, anzi eccellente, modo di approfondire la fede e al tempo stesso rafforzarla. Gli stessi santi hanno consigliato la lettura delle biografie dei santi! Basti pensare che lo spagnolo Ignazio di Loyola si convertì leggendo le gesta di sant’Antonio e san Francesco, oltre che la Vita Christi scritta da Ludolfo di Sasonia nel 1374.

Anche i romanzi possono essere strumenti importanti di formazione. Lo ha affermato recentemente papa Francesco in una lettera in cui sottolinea l’importanza della letteratura nella formazione dei cristiani al fine di combattere “l’ossessione per gli schermi” e rafforzarsi culturalmente, e spiritualmente. Ci sono infine gli intramontabili classici, che hanno contribuito a formare e forgiare la cultura occidentale, e quegli autori che – nell’ambito cristiano – sono diventati ormai letture quasi obbligate, come G.K. Chesterton, C.S. Lewis, Tolkien, Bernanos, R.H. Benson, Louis De Wohl e Graham Greene (“Il potere e la gloria”).

Di certo “fugit irreparabile tempus»”, il tempo fugge irreparabile, scriveva Virgilio. Oggi diremmo il tempo vola. Spesso abbiamo l’impressione che ci sia “sfuggito” di mano senza che abbiamo potuto approfittarne al meglio, secondo le nostre possibilità e secondo i nostri obbiettivi. Così le vacanze spesso passano velocemente, senza che i nostri obbiettivi e propositi di riposo e di lettura possano venire realizzati pienamente.

Dunque, come scrisse Svetonio, “festina lente!“, “affrettiamoci lentamente” (siamo pur sempre in vacanza!) e tuffiamoci nella lettura per fare buon uso del tempo a disposizione.

Miguel Cuartero Samperi

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