“Non sentirsi esclusi”. Al Castello di Santa Severa, alle porte di Roma, gli “stati generali” dell’inclusione. “Per promuovere la diffusione della cultura della pluralità e della diversità“, spiegano i promotori. Oltre duemila persone coinvolte domenica in una manifestazione organizzata per “affermare il diritto di essere se stessi”. E con l’intento di “allargare il proprio sguardo ad altre culture. E ad una molteplicità variegata di esperienze di vita”. Una giornata di racconti di vita, musica, sfilate, presentazioni di libri. E anche circle time, dibattiti, pillole di portamento. Shooting fotografici. Flashmob, Laboratori di scrittura, uncinetto e giochi. Per bambini, ragazzi, docenti. Scuole, genitori e nonni. “In allegria e leggerezza per un mondo più inclusivo“, aggiungono gli organizzatori dell’evento.
Mai più esclusi
Il tema dell’inclusione è sempre più importante in una società in rapida trasformazione. Relativamente ai servizi sociosanitari se ne sono recentemente occupati Carlo Scovini e l’educatrice Alice Caravello. Promuovere la consapevolezza sul tema della diversità e dell’inclusione, infatti, significa anche facilitare un cambiamento sociale. “Viviamo in un mondo complesso e interconnesso- sottolineano Scovini e Caravello-. La diversità è plasmata dalla globalizzazione e dal progresso tecnologico. Ciò costituisce il tessuto della società moderna. E i luoghi di lavoro tendono a rispecchiare le dinamiche socioculturali in gioco nella nostra vita”. Quindi “la diversità sul posto di lavoro è una risorsa sia per le organizzazioni. Sia per i singoli servizi. Sia per i loro dipendenti. Sia per gli stakeholders. Perché promuove l’innovazione, la creatività e l’empatia. Più efficacemente di quanto non facciano ambienti di lavoro più omogenei. Laddove il conformismo e l’omologazione siano un rischio concreto”.
Oltre i pregiudizi
“Troppo spesso veniamo schiacciati dai giudizi e pregiudizi altrui. Per il nostro aspetto esteriore ed estetico-afferma Marianna Lo Preiato, organizzatrice del meeting di Santa Severa-. Sguardi accusatori che feriscono come lame taglienti. Fin da piccoli veniamo condizionati da stereotipi che minano la nostra identità. Con ripercussioni profonde sulla nostra autostima”. All’iniziativa ha collaborato il comune di Santa Marinella. Con il sostegno della Regione Lazio, di Lazio Crea, di CoopCulture e di tutto lo staff del Castello di Santa Severa. Una manifestazione, aggiunge Lo Preiato, “all’insegna delle emozioni. Dell’ascolto. Delle differenze. Dell’unicità di ogni individuo. Del confronto attraverso le storie di vita. Per non sentirsi più esclusi”.
La vera inclusione
“La vera inclusione si costruisce insieme- sottolinea Simona D’Aulerio- E’ molto significativa a presenza alla manifestazione di rappresentanti di istituzioni, associazioni, enti e aziende e di migliaia di persone. Ciò testimonia la volontà di costruire un futuro migliore. Volontà simbolicamente palesata con la sottoscrizione del ‘Patto per linclusione‘. Un impegno morale a diffondere la cultura della pluralità della bellezza e dell’essere. Contro ogni forma di bullismo, stereotipo e discriminazione. Per un mondo davvero inclusivo. Durante la giornata si è svolto lo shooting “Poso Perché”. Un servizio fotografico realizzato dal fotografo Giuseppe Prisco. E ideato dalla modella Laura Morera che svolge il ruolo di “posing coach”. Per aiutare chi partecipa a valorizzarsi e sentirsi a proprio agio davanti all’obiettivo.
Diritto alla felicità
“Vorrei vedere più inclusione e diversità nei media. E mi auguro che ciascuno di noi smetta di essere il peggior giudice di se stesso. Soprattutto per quanto riguarda l’aspetto esteriore. Siamo tutti meravigliosi e unici. La fotografia può aiutarci a ricordarlo”, osserva Laura Morera. La giornata di Santa Severa rientra tra le iniziative finalizzate a sensibilizzare l’opinione pubblica. Sulla necessità di riconoscere l’esistenza di pluralità di modelli di bellezza. E di affermare il diritto di ogni individuo di essere felice a prescindere dal proprio aspetto esteriore.