Ecco perché i dipendenti delle aziende energivore entrano nella fascia dei “vulnerabili”

Logo Interris - Michael Davis realizzerà la struttura di vetro più grande degli Usa

Logo INTERRIS in sostituzione per l'articolo: Michael Davis realizzerà la struttura di vetro più grande degli Usa

Sos nuove povertà tra i lavoratori delle aziende energivoreLa crisi economica ed energetica sta mettendo a dura prova l’intero settore industriale. E’ a rischio soprattutto l’attività delle aziende “energivore. Sull’onda dei rincari per la guerra russo-ucraina,  si registra nell’ultimo mese un nuovo calo dei consumi elettrici nazionali. Europa e Regioni corrono ai ripari contro il caro energia. In arrivo dai fondi dell’Unione Europea aiuti ai lavoratori. Una misura rivolta ai dipendenti delle imprese maggiormente penalizzate dagli aumenti senza precedenti delle bollette. L’utilizzo dei fondi strutturali 2014-20 contro il caro energia potrà riguardare anche loro.

Aiuti

I nuovi interventi includono, infatti, i “regimi di aiuto per i lavoratori impiegati in aziende che a causa dei prezzi sospendono la produzione“. Appunto “come nel settore delle industrie energivore”. Ad annunciarlo all’Europarlamento è stato Marc Lemaitre. Direttore generale per lo sviluppo regionale della Commissione europea. Un tentativo di attenuare l’impatto del caro energia. “Per la prima volta consentiremo di destinare i fondi la coesione a sostenere il reddito delle famiglie vulnerabili. Oltreché ai sussidi alle piccole e medie imprese (pmi)- puntualizza Lemaitre-. Consentiremo di usare tutti i fondi. Anche quelli regionali. Così da poter aiutare i lavoratori”.
An Milano 31/03/2011 – bollette acqua luce gas / foto Andrea Ninni/Image. Nella foto: contatore gas

Aziende in crisi

Per le misure di emergenza, ha aggiunto Marc Lemaitre, “potranno essere utilizzati tutti i fondi della coesione. Il fondo sociale europeo. Quello per lo sviluppo regionale. E il React-Eu”. Inoltre il contributo Ue per “il cofinanziamento di queste misure sarà del 100%”, ha precisato il responsabile Ue. Ma va salvaguardata la natura dell’intervento strutturale. Per questo è stato messo anche un limite del 10% della dotazione nazionale incluso React Eu. ha puntualizzato il direttore generale per lo sviluppo regionale della Commissione europea: “Questo dovrebbe consentirci di arrivare a circa 40 miliardi”. Per i Paesi più poveri dell’Ue ciò significa poter contare su un contributo pari all’1, 1,5% del Pil. Il procedimento legislativo dovrebbe concludersi entro la fine dell’anno. In maniera che le risorse siano “disponibili dall’inizio del 2023“, ha evidenziato  l’alto funzionario Ue.

Emergenza energetica

Intanto il neo ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti ha preso possesso della scrivania di Quintino Sella. Sul ministero dell’Economia incombe proprio il dossier dell’emergenza energetica. Alle misure del decreto Aiuti Quater seguirò la manovra di bilancio. Con la Nota di variazione del Documento di economia e finanza (Def). Da inviare a Bruxelles entro il 30 novembre. Gli interventi per il prossimo anno andranno in manovra Insieme ad una riedizione della rottamazione. In ballo una moratoria di sei mesi per mettersi in regola con il pagamento delle bollette. Evitando così lo stop della forniture dopo 41 giorni di ritardo dalla scadenza del pagamento dovuto. Allo studio l’erogazione automatica del bonus alla famiglie con reddito entro i 12 mila euro. E la possibilità di alzare la soglia a 15mila euro. Stop al bonus da 150 euro per i redditi fino a 20 mila euro.

L’Italia spegne la luce

I prezzi dell’energia volano e l’Italia spegne la luce. Ma nella ripartizione delle fonti energetiche è boom per nuova capacità delle rinnovabili. Nei primi 9 mesi del 2022 l’incremento di capacità supera i 2mila Mw. Registrando una notevole crescita (+140%) rispetto allo stesso periodo del 2021. A scattare la fotografia di un’Italia in difficoltà sul fronte energetico è Terna. Misurando l’evoluzione della situazione energetica del Paese. Dalla produzione ai consumi. La società gestisce la rete di trasmissione nazionale. E rileva che a settembre l’Italia ha consumato in totale 25,9 miliardi di kWh di energia elettrica. In diminuzione del 3,9% rispetto allo stesso mese del 2021.

Il calo nelle aziende

L’indice Imcei prende in esame i consumi industriali delle imprese “energivore”. E registra un calo dell’8% rispetto a settembre del 2021. Un segnale di grande difficoltà. Comunque più contenuto rispetto alla flessione di agosto che era stata del 15,2%. Sempre a settembre, le fonti rinnovabili hanno prodotto in Italia 8,1 miliardi di kWh (-2,1% tendenziale). Coprendo il 31,1% della domanda elettrica. In particolare, le variazioni rispetto a settembre 2021 hanno visto comunque un forte balzo per l’eolico +73,6%. In crescita anche il fotovoltaico +1,7%. Mentre la siccità ha contributo alla riduzione per l’idrico -28,3%. In calo anche il geotermico -3,9%. La produzione da fonti pulite a settembre è stata suddivisa così. 29,6% fotovoltaico. 25,8% idrico. 21,2% eolico. 17,9% biomasse. 5,5% geotermico. La produzione termica segna una variazione negativa del 2,4% rispetto a settembre del 2021
Giacomo Galeazzi: