In Italia, secondo gli ultimi dati Istat in materia, i giovani tra i 15 e i 34 anni che non studiano e non lavorano, ossia i cosiddetti Neet, termine inglese che significa not in employment, education or training, sono il 24%, in altre parole uno su quattro. Ciò rappresenta un grave problema che, complice la pandemia e la crisi economica, acuisce le preesistenti disuguaglianze. Nel corso degli anni però, le istituzioni e i corpi intermedi, attraverso vari provvedimenti e azioni concrete, stanno cercando di porre rimedio a questo problema. Una di queste è Enaip.
L’azione di Enaip
L’Enaip, acronimo di Ente Nazionale ACLI Istruzione Professionale, è una rete nazionale di servizi per la formazione e il lavoro che opera nel settore dell’educazione, istruzione, formazione professionale e politiche attive per il lavoro che opera in Italia dal 16 novembre del 1951 e, nel corso dell’VIII° Congresso Nazionale delle ACLI si è definto il riconoscimento giuridico dell’ENAIP con Decreto del Presidente della Repubblica il 5 aprile 1961. In particolare, nel mese di ottobre, si sono celebrati i cinquant’anni di impegno formativo e sociale di Enaip in Lombardia. Interris.it, in merito alla storia e alle azioni di Enaip Lombardia in favore dei giovani e delle persone con fragilità, ha intervistato il dottor Martino Troncatti, presidente delle Acli Lombardia APS nonché Presidente della Fondazione Enaip Lombardia.
L’intervista
Questo mese ricorrono i cinquant’anni dalla fondazione di Enaip Lombardia, quali sono i valori e gli obiettivi che ne stanno alla base?
“Enaip inizia la sua storia ancora prima di cinquant’anni fa, all’interno della mission che le Acli gli hanno affidato, ossia di essere una struttura che fa formazione, rivolta soprattutto a quell’area di frontiera dei giovani che non seguono i normali curriculum di studio. In particolare, a coloro che, una volta terminata la scuola secondaria di primo grado, non hanno ben chiaro ciò che desiderano fare oppure vogliono imparare un mestiere. Noi rappresentiamo il punto di riferimento per queste generazioni e vogliamo toglierle dalla strada o da casa perché, magari, fanno fatica ad avere un proprio destino. Quindi, attraverso il mezzo educativo e l’organizzazione pedagogico educativa, si ha anche l’obiettivo di farsi carico dell’area sociale di giovani che oggi chiameremmo Neet. Abbiamo formato generazioni di ragazzi dentro la mission che le Acli ci hanno dato, ossia essere un un’opera educativa e, nello stesso tempo sociale, la quale prepara e inserisce i giovani nel mondo del lavoro. Cercando ovviamente di mettere in campo un’offerta formativa che sia più larga e innovativa possibile.
Quali sono le peculiarità di Enaip Lombardia?
“La Lombardia ha un’altissima vocazione industriale. I mestieri per cui abbiamo formato i giovani sono stati prevalentemente quelli dell’industria, quindi tornitori, fresatori, manutentori, elettricisti. Poi, nel momento in cui l’industria si trasformava in termini di automazione, ci siamo allargati agli aspetti della meccatronica, dell’informatica e alla conseguente trasformazione verso il terziario. Si parla quindi di estetisti, parrucchieri nonché di tutto il settore della ristorazione. Abbiamo creato dei corsi che coprono quest’area, fino ad arrivare a offrire di recente corsi per operatori turistici del tempo libero. Inoltre, ci siamo fatti carico di attività di alta formazione. In particolare, di una proposta riguardante il restauro dei beni culturali e artistici italiani, creata più di quarant’anni fa a Botticino e spostata di recente nell’area Expo. Ciò rilascia una laurea magistrale in restauro dei beni artistici e, nell’area Expo, abbiamo creato un campus, a cui si aggiunge la presenza degli ITS, gli Istituti Tecnici Superiori, che finita la formazione quadriennale o quinquennale, offrono un biennio di alta formazione, il quale consente poi l’inserimento lavorativo nel mondo industriale o del terziario. Pertanto, la forte capacità di Enaip di innovare l’offerta formativa, sia in maniera trasversale ai mestieri tradizionali sia ai livelli superiori, è la nostra mission di questi anni e credo che l’abbiamo realizzata bene. Attualmente abbiamo circa quattromila studenti, mille tecnici e docenti. L’altra mission che le Acli ci hanno affidato e stiamo portando avanti in questi anni è l’aggiunta della formazione degli adulti, che attualmente sono circa diecimila ogni anno in venti centri di formazione professionale diffusi in tutta la Lombardia. Ciò avviene soprattutto in termini di riqualificazione professionale in settori nuovi e innovativi. Soprattutto abbiamo formato degli adulti che avevano dei mestieri obsoleti e non sono più stati in grado di entrare nel mondo del lavoro”.
Quali sono i vostri auspici per il futuro? In che modo, in questo periodo storico difficile, si può favorire la formazione e l’inclusione lavorativa delle persone con fragilità?
“Abbiamo sempre affrontato il tema delle fragilità cercando di inserire nei nostri corsi per ragazzi, sia coloro che vengono dall’immigrazione e provengono da culture e Nazioni diverse, gestendo il loro inserimento. Inoltre, per i ragazzi con frasi, abbiamo sempre cercato di mettere in campo un orientamento al lavoro e alla formazione con un target particolare a loro rivolta. I nostri centri vedono e aiutano questi ragazzi con difficoltà. Abbiamo creato anche delle specifiche strutture che aiutano nel recupero dei ragazzi che sono stati lambiti dal problema della droga e dell’alcolismo, da lì, lavoriamo per il reinserimento scolastico e lavorativo. Oltre a ciò, siamo presenti in tutte le carceri della Lombardia, con specifici corsi di formazione, a partire dal carcere minorile “Beccaria” di Milano, dove si svolgono corsi di falegnameria, giardinaggio, agricoltura, pasticceria e panetteria che hanno l’obiettivo di consentire a ragazzi e adulti di potersi qualificare ed essere reinseriti nel momento in cui escono. Questo è l’altro elemento forte, trasversale alle età e alle generazioni”.