Stop all’emarginazione. Creatività, libertà di espressione e artigianalità, ma anche inclusione e sostenibilità. Sono i valori alla base della partnership tra Fedrigoni e Progetto Quid. Impresa sociale veronese nata per dare una nuova possibilità di impiego a persone con un passato di emarginazione dal mercato del lavoro. Oggi l’82% di Quid è rappresentato da donne, che realizzano accessori e capi sartoriali utilizzando anche materiali in eccedenza o di recupero messi a disposizione da imprese del settore tessile. I criteri Esg si basano su tre grandi temi strettamente correlati. E cioè la consapevolezza dei limiti ambientali, il concetto di gestione delle risorse e il principio di sostenibilità . Questi temi sono stati sviluppati a partire dagli anni ’70, con il rapporto del Club di Roma al Mit intitolato “I limiti della Crescita”. Una sensibilità che ben si sposa con quella di Fedrigoni, tra i principali produttori mondiali di carte speciali, materiali autoadesivi premium e soluzioni Rfid, che da oltre 20 anni dedica grande attenzione a tutte le tematiche Esg, sia per quanto riguarda la riduzione delle risorse impiegate e il riciclo-riuso dei materiali in ogni fase della lavorazione, sia per quanto attiene all’inclusione e alla valorizzazione delle persone, non solo all’interno dell’azienda ma anche nella supply chain.
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Mai più emarginazione
Proprio da qui, nasce la collaborazione con Quid per la realizzazione di alcuni prodotti di cartoleria in tessuto a marchio Fabriano, brand storico del Gruppo che con i propri prodotti per le belle arti, la scuola e applicazioni creative dialoga da anni con il grande pubblico. “Ci ha molto colpito – dichiara Jacques Joly, Managing Director di Fabriano – ciò che Progetto Quid realizza quotidianamente. Ossia unire il potere catartico della creatività con reali occasioni di riscatto genera a cascata risultati importanti, sia a livello artistico che, soprattutto, umano. Anche Fedrigoni crede fortemente nei principi di inclusione e di uguaglianza nella diversità. E lo esprime attraverso politiche attente e attive nei confronti delle sue persone. Così come mette in atto tutte le strategie possibili per ridurre consumi e sprechi, fino a nobilitare gli scarti. La diversità di forme, colori e materiali è ciò che rende la nostra offerta così particolare. Grazie a questa nuova collaborazione, la gamma di prodotti Fabriano avrà quel quid capace di renderla ancora più unica ed originale.
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Upcycling
Spiega Anna Fiscale, presidente di Quid: “Oggi la società produce e getta via a velocità un tempo impensabili. Noi in Quid, invece, sosteniamo l’idea del recupero, dell’upcycling e della riduzione degli sprechi. Nei nostri laboratori, a forte prevalenza femminile, offriamo opportunità di impiego e formazione a persone a maggior rischio di esclusione dal mercato del lavoro. Cioè donne e uomini che sono stati oggetto di tratta, violenza e discriminazione oppure diversamente abili, per provare a cambiare la cultura del lavoro partendo dalla moda, credendo fortemente che i luoghi di lavoro possono essere luoghi capaci di trasformare il nostro destino, grazie a percorsi che possano valorizzare il talento e la forza di ciascuno, nonostante le fragilità”. E aggiunge Anna Fiscale: “Ci piace dire che i limiti sono i nostri punti di partenza. In Fedrigoni abbiamo trovato un ottimo partner, capace di accogliere e dare voce alla nostra mission attraverso i suoi prodotti che potranno accompagnare la creatività e l’espressione di sé di molti. E che come noi lavora su progetti sostenibili valorizzando le persone e l’ambiente”.
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Povertà energetica
Il gender gap resta evidente in ogni settore. Le donne sono più esposte alla povertà energetica. Per loro è più difficile arrivare a pagare le bollette e, in alcuni casi, è estremamente complicato – se non impossibile – riuscire a riscaldare la propria abitazione. Che si tratti di persone sole o, soprattutto, di mamme single, con lavori meno retribuiti e a volte meno continuativi le donne rischiano di trovarsi in condizioni di povertà più facilmente degli uomini. Il che significa che anche quello energetico, soprattutto dopo la crisi del 2022, è diventato un ambito in cui si rispecchia la disuguaglianza di genere. A fare il punto è uno studio della Camera dei deputati, che analizza gli ultimi dati e studi europei in materia, dedicando un focus particolare alla situazione in Italia. Nel rapporto sugli aspetti di genere dell’aumento del costo della vita e dell’impatto della crisi energetica, commissionato dal dipartimento del Parlamento europeo per le Politiche sui diritti dei cittadini e gli affari costituzionali, viene ricordato il risultato di un sondaggio di Eurofound. Dopo l’invasione russa dell’Ucraina e l’aumento dei costi dell’energia, le probabilità più alte di trovarsi in arretrato col pagamento delle bollette riguardano le coppie con figli rispetto a quelle senza figli (30% a fronte del 23%). E le donne single rispetto agli uomini single (31% contro il 26%). La percentuale diventa poi particolarmente significativa per le madri single, raggiungendo il 44%.
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Ue su emarginazione
Il rapporto “Gender and Energy: The effects of the energy transition on women” è stato realizzato dal Joint research centre. Secondo la Commissione europea “le donne sono frequentemente più esposte alla povertà energetica, a causa di livelli inferiori di reddito disponibile. E della loro sovrarappresentazione nelle famiglie monoparentali”. Di conseguenza, sono anche maggiormente esposte a varie conseguenze della povertà energetica. Come rischi per la salute ed esclusione sociale. Secondo i dati Istat sui due indicatori di povertà energetica (bollette e riscaldamento) l’11,2% delle famiglie in cui le donne sono le principali percettrici di reddito hanno difficoltà a riscaldare adeguatamente la propria abitazione. Un dato superiore rispetto a quello maschile di più di due punti percentuali. Anche nel caso del pagamento delle utenze, i nuclei in cui la donna è la principale percettrice di reddito risultano essere più esposti al rischio di essere in arretrato. 5,2% contro il 4,5% delle famiglie in cui è l’uomo il principale percettore).