Artigianato sostenibile e inclusivo contro l’emarginazione. Progetto Quid

Welfare, iniziativa a sostegno delle donne con un passato di ingiustizie e discriminazioni: "Una nuova vita attraverso la creatività"

emarginazione
Foto di Priscilla Du Preez 🇨🇦 su Unsplash

Stop all’emarginazione. Creatività, libertà di espressione e artigianalità, ma anche inclusione e sostenibilità. Sono i valori alla base della partnership tra Fedrigoni e Progetto Quid. Impresa sociale veronese nata per dare una nuova possibilità di impiego a persone con un passato di emarginazione dal mercato del lavoro. Oggi l’82% di Quid è rappresentato da donne, che realizzano accessori e capi sartoriali utilizzando anche materiali in eccedenza o di recupero messi a disposizione da imprese del settore tessile. I criteri Esg si basano su tre grandi temi strettamente correlati. E cioè la consapevolezza dei limiti ambientali, il concetto di gestione delle risorse e il principio di sostenibilità . Questi temi sono stati sviluppati a partire dagli anni ’70, con il rapporto del Club di Roma al Mit intitolato “I limiti della Crescita”. Una sensibilità che ben si sposa con quella di Fedrigoni, tra i principali produttori mondiali di carte speciali, materiali autoadesivi premium e soluzioni Rfid, che da oltre 20 anni dedica grande attenzione a tutte le tematiche Esg, sia per quanto riguarda la riduzione delle risorse impiegate e il riciclo-riuso dei materiali in ogni fase della lavorazione, sia per quanto attiene all’inclusione e alla valorizzazione delle persone, non solo all’interno dell’azienda ma anche nella supply chain.

emarginazione
Foto di Karolina Kaboompics: https://www.pexels.com/it-it/foto/mani-donna-paura-stop-4379964/

Mai più emarginazione

Proprio da qui, nasce la collaborazione con Quid per la realizzazione di alcuni prodotti di cartoleria in tessuto a marchio Fabriano, brand storico del Gruppo che con i propri prodotti per le belle arti, la scuola e applicazioni creative dialoga da anni con il grande pubblico. “Ci ha molto colpito – dichiara Jacques Joly, Managing Director di Fabriano – ciò che Progetto Quid realizza quotidianamente. Ossia unire il potere catartico della creatività con reali occasioni di riscatto genera a cascata risultati importanti, sia a livello artistico che, soprattutto, umano. Anche Fedrigoni crede fortemente nei principi di inclusione e di uguaglianza nella diversità. E lo esprime attraverso politiche attente e attive nei confronti delle sue persone. Così come mette in atto tutte le strategie possibili per ridurre consumi e sprechi, fino a nobilitare gli scarti. La diversità di forme, colori e materiali è ciò che rende la nostra offerta così particolare. Grazie a questa nuova collaborazione, la gamma di prodotti Fabriano avrà quel quid capace di renderla ancora più unica ed originale.

Foto di Pexels da Pixabay

Upcycling

Spiega Anna Fiscale, presidente di Quid: “Oggi la società produce e getta via a velocità un tempo impensabili. Noi in Quid, invece, sosteniamo l’idea del recupero, dell’upcycling e della riduzione degli sprechi. Nei nostri laboratori, a forte prevalenza femminile, offriamo opportunità di impiego e formazione a persone a maggior rischio di esclusione dal mercato del lavoro. Cioè donne e uomini che sono stati oggetto di tratta, violenza e discriminazione oppure diversamente abili, per provare a cambiare la cultura del lavoro partendo dalla moda, credendo fortemente che i luoghi di lavoro possono essere luoghi capaci di trasformare il nostro destino, grazie a percorsi che possano valorizzare il talento e la forza di ciascuno, nonostante le fragilità”. E aggiunge Anna Fiscale: “Ci piace dire che i limiti sono i nostri punti di partenza. In Fedrigoni abbiamo trovato un ottimo partner, capace di accogliere e dare voce alla nostra mission attraverso i suoi prodotti che potranno accompagnare la creatività e l’espressione di sé di molti. E che come noi lavora su progetti sostenibili valorizzando le persone e l’ambiente”.

emarginazione
Foto di Matthew Henry su Unsplash

Povertà energetica

Il gender gap resta evidente in ogni settore. Le donne sono più esposte alla povertà energetica. Per loro è più difficile arrivare a pagare le bollette e, in alcuni casi, è estremamente complicato – se non impossibile – riuscire a riscaldare la propria abitazione. Che si tratti di persone sole o, soprattutto, di mamme single, con lavori meno retribuiti e a volte meno continuativi le donne rischiano di trovarsi in condizioni di povertà più facilmente degli uomini. Il che significa che anche quello energetico, soprattutto dopo la crisi del 2022, è diventato un ambito in cui si rispecchia la disuguaglianza di genere. A fare il punto è uno studio della Camera dei deputati, che analizza gli ultimi dati e studi europei in materia, dedicando un focus particolare alla situazione in Italia. Nel rapporto sugli aspetti di genere dell’aumento del costo della vita e dell’impatto della crisi energetica, commissionato dal dipartimento del Parlamento europeo per le Politiche sui diritti dei cittadini e gli affari costituzionali, viene ricordato il risultato di un sondaggio di Eurofound. Dopo l’invasione russa dell’Ucraina e l’aumento dei costi dell’energia, le probabilità più alte di trovarsi in arretrato col pagamento delle bollette riguardano le coppie con figli rispetto a quelle senza figli (30% a fronte del 23%). E le donne single rispetto agli uomini single (31% contro il 26%). La percentuale diventa poi particolarmente significativa per le madri single, raggiungendo il 44%.

mondo
Foto di ALEXANDRE LALLEMAND su Unsplash

Ue su emarginazione

Il rapporto “Gender and Energy: The effects of the energy transition on women” è stato realizzato dal Joint research centre. Secondo la Commissione europea “le donne sono frequentemente più esposte alla povertà energetica, a causa di livelli inferiori di reddito disponibile. E della loro sovrarappresentazione nelle famiglie monoparentali”. Di conseguenza, sono anche maggiormente esposte a varie conseguenze della povertà energetica. Come rischi per la salute ed esclusione sociale. Secondo i dati Istat sui due indicatori di povertà energetica (bollette e riscaldamento) l’11,2% delle famiglie in cui le donne sono le principali percettrici di reddito hanno difficoltà a riscaldare adeguatamente la propria abitazione. Un dato superiore rispetto a quello maschile di più di due punti percentuali. Anche nel caso del pagamento delle utenze, i nuclei in cui la donna è la principale percettrice di reddito risultano essere più esposti al rischio di essere in arretrato. 5,2% contro il 4,5% delle famiglie in cui è l’uomo il principale percettore).