La pandemia da Covid-19 sta avendo notevoli ripercussioni sulla tenuta economica e sociale dell’Italia provocando un notevole aumento dei cosiddetti nuovi poveri che, secondo i dati pubblicati da Caritas, rispetto al periodo antecedente l’emergenza sanitaria in atto, sono passati dal 31 al 45% dei quali uno su due si è rivolto per la prima volta alla Caritas per ricevere aiuto, portando il numero di persone aiutate a 450 mila a seguito della contrazione del PIL di oltre il 10%.
Tanto premesso, nei giorni scorsi, il Consiglio permanente della Conferenza Episcopale Italiana ha manifestato notevole preoccupazione per la tenuta sociale del Paese a seguito della crisi economica innescata dalla pandemia da Covid-19 che ha contribuito a creare vere e proprie faglie sociali tra le persone più ricche e le persone più povere.
Rispetto a quanto precedentemente detto, la CEI ha esortato tutti ad un maggior senso di responsabilità per far sì che le disuguaglianze non si estendano ulteriormente e contestualmente si faccia ricorso a politiche più coraggiose e adeguate per fronteggiare la crisi in atto.
Successivamente, i vescovi italiani, hanno posto l’attenzione sul calo della natalità per il quale è necessario restituire speranza e fiducia ai giovani in questo difficile momento.
In seconda istanza, nel medesimo frangente, la Conferenza Episcopale Italiana ha posto l’accento su un tema ecclesiale molto importante quale il cammino sinodale sollecitato recentemente da Papa Francesco che sarà capace di trasformare il volto della Chiesa e di cui si discuterà più ampiamente nel corso della prossima Assemblea Generale della CEI prevista a Roma dal 24 al 27 maggio 2021.
In ultima istanza, alla luce dei preoccupanti dati sociali ed economici emersi ed alla lungimirante esortazione posta in essere dalla CEI è fondamentale che tutti gli attori istituzionali coinvolti agiscano con rapidità e sinergia, al fine di tutelare le persone in difficoltà in ossequio al fulgido pensiero espresso da Papa Francesco: “Non abbiate paura della bontà e neanche della tenerezza”.